Beniperti crede sempre in Platini

Beniperti crede sempre in Platini CALCIO Traguardi e speranze del presidente, che ieri è salito a Macolin per salutare la sua Juventus Beniperti crede sempre in Platini Fiducia assoluta nel francese («Il suo è un problema di stanchezza psicologica, più che di tendini») - Obiettivo n. 1 resta la Coppa Campioni - Gli eventuali acquisti, il terzo straniero DAL NOSTRO INVIATO MACOLIN — Stavolta, bontà sua e fortuna nostra, il presidente Boniperti era in vena di parole. L'aria di Macolin, l'atmosfera serena e persino un po' rarefatta del ritiro, chissà. O il pensiero che Michel Platini arriverà in visita domani, è quasi certo, mettendo fine a qualche sorriso forzato da parte dei compagni che non hanno dato l'impressione di gradire l'atteggiamento, diciamo così, un po' troppo distaccato del re di Francia, tendinite o borsite a parte. Fatto è che il presidentissimo, giunto puntuale all'ora di pranzo, si è seduto con noi dopo il caffè e ha parlato di tutto. Una rapida carrellata sul calcio e i suoi problemi, fra osservazioni ironiche, fermi giudizi ed eloquentissimi silenzi. IL' RITIRO — «A ViUar siamo sempre stati bene. Però era faticoso, in campo e fuori. Mi riferisco all'amoroso assedio dei tifosi. A Macolin, invece, l ragazzi possono vivere un'esperienza diversa. Questo è un posto conosciuto in tutta Europa, anzi in tutto il mondo: è venuto ad allenarsi anche Cari Lewis. Un posto da campioni, dunque era giusto che ci venisse anche la Juve (battuta). Credo che sia stata una scelta giusta». PLATINI — «Non sono neppure scontento che abbia allungato un po' le vacanze. Gliel'ho sempre detto, anche durante il campionato, che doveva andarsene via per un paio di settimane quando si sentiva stanco e stressato. Pochi giocatori al mondo sono sottoposti come lui a fa tiche fisiche e nervose. E poi è vero che la lontananza avvicina di più. A volte esageriamo le cose per il suo bene. Voglio dire che Michel soffre di qualche acciacco, come no?, però sono convinto che non eia nulla di grave. L'importante è di riaverlo libero da pensieri, disintossicato e tranquillo. Credo non sia solo questione di tendine, ma soprattutto di testa. Non penso invece che la sua assenza abbia creato niHteonteMttl.nèllasquadra: anche perché il riti' ro non è ancora finito e può d(sèsttmJvg i o i e e e o e o o aò darsi che venga a trovarci (complice sorriso)'. LA JUVE — «Dicono che siamo la squadra che meno si è rafforzata: bene, questo bisogna dirlo alla fine. In estate ci sono sempre 7-8 scudetti, uno solo viene assegnato a maggio (risata). Del resto la Juventus l'anno scorso ha vinto molto e dunque tutti i giocatori meritavano la conferma. In linea di massima il nostro obiettivo nella campagna estiva era quello di mantenere l'organico». I CONTRATTI — «Per 10 bianconeri il contratto scadrà al termine della stagione: e con questo? Ho un anno davanti, ne parleremo con calma a Torino. La situazione è molto cambiata: il mercato ha fatto lievitare tutto, cifre, richieste, rivendicazioni, tuttavia non credo ci saranno problemi. Per intanto i giocatori devono far bene per meritare la- conferma. Anzi, forse proprio per questo sarebbe meglio aspettare la fine prima di parlare di contratti (monito). Se poi qualcuno avrà già contattato i miei, vorrà dire che io ne avrò contattati degli altri». NOVITÀ' — «Non si sa, non escludo che qualche rinforzo arrivi prima dell'inizio del campionato. Possono esserci novità da una settima na all'altra. Tempestllli? Non faccio nomi». RTJSH — «E' già nostro, adesso spero proprio che arrivi l'apertura al terzo straniero, il Mercato Comune esiste, vogliamo o no, noi del calcio, anticipare certe situazioni? Bisogna adattarsi alle norme, lo raccomandano anche i ministri». CARRARO — «Si sta dando da fare per risolvere al meglio i problemi, che sono tanti e grandi. Il più urgente, a mio avviso, è di darsi una regolata sui bilanci per ridare al calcio credibilità e immagine. Le cifre si sono dila tate, quello che una volta era un buco da 700 milioni è diventato una voragine di 10 miliardi. La medicina è una sola,: incassare di più e spendere di meno. La torta è la stessa, non resta che limitare le spese». MARCHESI E TRAPATTONI — «Marchesi era già popolare prima, e tutto sommato penso che i due siano molto simili nello stile. Chissà però cosa penserà Trapattoni quando vedrà Pellegrini e non me (battuta). Marchesi mi ha convinto perché è una figura pulita, coerente, seria e intelligente». TACCONI — «L'ho multato non per la battuta, ma per evitare le tensioni. Ogni tanto bisogna dare una sberla ad un figlio. In campo non andiamo né io né Berlusconi, vanno i giocatori con il coltello fra i denti: e di tensione ne esiste fin troppa». LA NAZIONALE — «Auguri a Vicini, senza dimenticare Bearzot che è una persona seria. E' giusto che il nuovo tecnico non abbia tutori, anche se avrà qualche problema da risolvere. Un allenatore, per riuscire, deve essere in gamba, avere fortuna, essere iluminato nelle scelte e aiutato da tutti. Bearzot va lodato per quanto ha fatto, anche se può aver commesso qualche errore». LE SPERANZE — «Rivincere uno scudetto è molto difficile, quel che mi aspetto dalla Juve è che sia fra le prime. Però spero molto nella Coppa Campioni, anche se c'è questo Real Madrid a rompere le scatole (sospiro). Se Marchesi può perdere? Ad uno che inizia sono disposto a dare tutto il tempo di cui ha bisogno». Carlo Coscia iti *a. Boniperti (qui con Marchesi) per il W anno alla guida della Juve il W anno alla guida della Juve

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