Sole e spiaggia a metà prezzo

Sole e spiaggia a metà prezzo Dalla morte del generale Franco il boom del turismo spagnolo è in costante ascesa Sole e spiaggia a metà prezzo (Segue dalla 1* pagina) «Si, la libertà influisce sulla scelta di milioni di turisti verso la Spagna — dice Giusti del Giardino —, qui la gente può divertirsi più che altrove. Ma le motivazioni sono varie. Gli spagnoli comunque sono stati meravigliosi nell'organizzare il turismo*, che frutta il dieci per cento del prodotto nazionale. Lo hanno scoperto per caso alla fine degli Anni SO, è stato un frutto della decolonizzazione, quando migliaia di ex funzionari coloniali inglesi, francesi e belgi si rifiutarono di tornare tra le nebbie delle loro patrie e si insediarono sulle coste spagnole con piccole imprese familiari. Fu poi Praga Iribarne, per nove anni ministro del Turismo con Franco (e ora all'opposizione), a capire che il turismo aveva un futuro. «Cosi gli spagnoli cominciarono a costruire i primi alberghi — dice il funzionario italiano — mentre agli stranieri venivano concesse facilitazioni fiscali affinché investissero in Spagna. Anche Franco ave- Dieci anni fa era vietato baciarsi in pubblico, ora a Madrid è stato inaugurato il primo solarium nudista - In sei mesi diciassette milioni di stranieri (un milione più dell'85) - Quanto si spende negli alberghi - Un po' di paura per il terrorismo basco va capito che era una manna e favori la costruzione di seconde case. Ora vi sono decine di colonie tedesche, inglesi francesi, olandesi; la Spagna ha un turismo stanziale fatto da milioni di persone che vengono tre-quattro volte l'anno. I voli charter costano poco, il vitto in casa e il vino pochissimo. Questi turisti stanziali non risentono delle crisi, la Spagna non li perderà mai*. Le statistiche confermano questi dati. Per esempio il turismo povero, quello dei campeggiatori, è marginale, esistono solo 350 mila posti contro un milione dell'Italia. E mentre i letti negli alberghi spagnoli non arrivano al milione (in Italia siamo al milione e mezzo), i posti letto nelle ville e nelle case private in Spagna sono più del quadru¬ plo che in Italia, quasi nove milioni contro 1 nostri due milioni. Ma perché, insisto, il numero degli stranieri è in costante aumento? Quest'anno, è vero, sono venuti a mancare gli americani. Sono diminuiti del 30,7 per cento nel primo semestre, addirittura del 37,4 per cento in giugno. Il governo spagnolo però non se ne preoccupa perché sono cresciuti gli arrivi degli altri stranieri, in testa gli inglesi che in giugno sono aumentati in percentuale del 46,2 (del 27,9 nel primo trimestre) e in cifre assolute di 557 mila unità, compensando di gran lunga i mancati arrivi di americani e di giapponesi. Nei primi sei mesi dell'86 — e questa è la cifra della quale gli spagnoli più vanno fieri — sono entrati in Spagna 16 milioni 768 mila stranieri, un milione e centomila più che nello stesso periodo dell'anno precedente. Ma perché vengono dunque, in parte voltando le spalle all'Italia? •Anzitutto per via dei prezzi — dice Ma< nuel Saenz de Niera, della se' greteria del Turismo —, da noi in Spagna la relazione tra prezzo e servizio è la migliore del mondo. I prezzi sono liberi, ma obbedendo al nostro monito "Il turismo giova a tutti, conserviamolo", gli operatori — dall'albergatore al ristoratore, dal venditore di ricordi al barcaiolo — si sono adeguati alla regola del mercato libero, conciliando la legge della domanda e dell'of- Un panorama di Benidorm, nel fetta con l'autocontrollo, e pensando al futuro. Agli inizi noi abbiamo imparato molto dagli italiani, ora siamo diventati migliori di voi. E siamo alla continua ricerca del meglio, alla caccia del turista di qualità. I nostri prezzi sono all'incirca la metà di quelli italiani e mentre il livello di ed l Sud della Spagna: alla base del efficienza e la gentilezza mediterranea sono uguali nei due Paesi, da noi non ci sono le pecore nere che cercano di spennare il forestiero*. Un paio di esempi per i prezzi. La mia camera a Madrid, in un albergo a cinque stelle nel centro, costa circa 130 mila lire. Da noi l'equiva¬ ls boom turistico ci sono i prezzi bassi, la metà di quelli italiani spende 94 mila lire tutto compreso. E non c'è nessun albergatore in tutta la Spagna — mi assicurano — che approfitta dell'alta stagione e a chi chiede di pernottare gli impone di consumare almeno un pasto, o prendere o lasciare. I ristoranti, aperti fino al¬ lente a Roma o a Venezia costa il doppio. A Malaga, in un albergo a tre stelle scelto a caso, la camera a un letto costa 35 mila lire, quella doppia 52 mila, un pasto a prezzo fisso 9500 lire, per la pensione completa si paga un supplemento di 21 mila lire al giorno, cioè una coppia l'alba, non si sognano di mettere in conto il coperto e 11 servizio. Si paga soltanto quello che è scritto sul menù, non ci sono sorprese e nessuno torce il naso se il turista prende soltanto una tortala con un bicchiere di vino. In una buona trattoria si può mangiare bene per 810 mila lire, e chi vuol risparmiare trova chiringuitos e tapas aperti a tutte le ore, ove può saziarsi con 5 mila lire o anche meno. Al cinema si va con tremila lire in media, a teatro con 10 mila, e se ci si vuol concedere un lusso, come per esempio al Cafè de Chinita, il santuario del flamenco dove balla la famosa La Chunga, per la cena e lo spettacolo si spendono 50 mila lire. A prezzo stracciato (si parte da 800 lire ma attenti alle sorprese) sono i taxi, la benzina super costa un terzo meno che da noi, circa 850 lire. E ancora: non ci sono scioperi, non c'è la sorpresa di trovar chiusi i musei, il tiron, lo scippo non è più di moda benché ci siano tre milioni di disoccupati, i navajeros, i rapinatori notturni armati di coltello sono scomparsi. Non da ultimo va citata la pulizia nelle strade, sulle spiagge, nei gabinetti. Non montagne di sacchi di plastica e di immondizie. Unico neo è il terrorismo dell'Età, che minaccia il turismo di élite nel Sud. Ma il pericolo viene avvertito solo dagli americani. *Il nostro motto di propaganda all'estero — dice Manuel Saenz — è "Diversità sotto il sole"*. E mi ricorda che in Spagna c'è l'ora del centro Europa e che per via del fuso orario qui il sole tramonta un'ora più tardi che da noi. « Forse — ammicca — anche questo è uno dei motivi per cui i nordici preferiscono la Spagna*, xito Sansa

Persone citate: Manuel Saenz, Praga Iribarne, Saenz, Sansa