Solo Ghini ammette: «E' giustissimo»

Sete Ghini ammette: «£' giustissimo» Sete Ghini ammette: «£' giustissimo» Il presidente del Perugia MILANO — Escono mesti e tristi, affaticati e sudati e stanchi come la squadra che ha perso all'ultimo minuto colpa di un gol in sospetto fuorigioco. «E' un'ingiustizia» protesta il bergamasco Vavassori, che ha un nobile passato in nazionale B. nell'Atalànta, nel Cagliari, nel Napoli e nel Campania. La sua rabbia la sfoga in un angolino, con un inquirente federale, che è il signor Laudi da Torino, e il sòlito cronista dall'aria complice: «Io ho 34 anni, ho giocato bene e guadagnato bene, ma se mio figlio mi dice che vuol fare il calciatore lo picchio». Vavassori è uno che con il pallone smetterà comunque, e qualunque sia la sentenza di questo strano Tribunale del pallone. Ma Vavassori è uno che ha dignità acquisita, è sceso in campo, ne ha date e ne ha prese e te lo ricorda con la cicatrice che porta in fronte. Un calciatore che ha finito, mica un calciatore fallito che si ricicla nel mestiere di «diesse». Non è un Italo Allodi, ieri apparso sconvolto dalla richiesta di condanna. Un Allodi che si era presentato con una maglietta color verde, famosa tinta della speranza e pure dei dollari. Dopo le richieste di pena (pena sportiva in un processo sportivo: precisazione doverosa) la parola è passata agli avvocati della difesa. E che può dire un difensore? Che il calciatore cliente e pagante è innocente, puro, onesto, probo, non ha vizi, ha sempre dato tutto se stesso e nemmeno mai ha giocato una schedina al Totocalcio. Calciatori brava gente, quanto i mister, i diesse e i presidentissimi. Il calcio è pulito: i mestatori, i trafficoni, i Carbone — signori della corte — sono altrove, lontani dall'aula del «Quark Hotel». sopporta il processo con diQuando De Biase ha letto le sue otto pagine di conclusioni {«richiedo che venga dichiarata nei confronti dei predetti l'affermazione di responsabilità», proprio come in un processo vero), in aula e fuori c'era il silenzio dei grandi momenti. De Biase, e i suoi quattro collaboratori dell'Ufficio Inchieste, per l'occasione erano tutti in piedi, lui con i fogli in mano e gli altri con le braccia conserte. Un momento davvero solenne, con il regista della tv a circuito chiuso — impietoso — che riquadra l'incolpato mentre l'accusa ne chiede la condanna. I commenti, sia degli avvocati che degli accusati, son stati quelli di un processo vero dopo la requisitoria di un pubblico ministero vero. «£' un'ingiustizia», come dice Vavassori. Allodi, che e uno che ci sa fare, lascia l'aula e stacco - Dal silenzio di Allsi fionda in sala stampa, -lo non rilascio dichiarazioni» dice. E allora che c'è venuto a fare? Più esplicito Spartaco Ghini. il presidente del Perugia accusato di quattordici partite truccate quattordici. -Mi radieranno», aveva previsto da un pezzo. Radiazione hanno chiesto: «Ed è giustissimo» ammette lui. Il presidente Ghini è un personaggio di notevole schiettezza. Pelato e baffuto — tanto da prendersi del Gengis Kan nei titoli dei quotidiani sportivi — sopporta questo processo con signorile distacco: come chiedere il conto al ristorante. «quante?». La verità gli piace e la rivendica: presidente, è vero che la Ferrari parcheggiata qui fuori è sua? «Una Ferrari? Ma io ho l'aereo privato». Presidente, è vero che ha la residenza a Montecarlo? «No, io sono perugino doc odi alle molte proteste a r . . i e sto in via dell'Aquila numero i». Indirizzo niente male per uno che si è fatto fregare da Carbone Armando. Il processo sportivo imita quello vero, quello penale, anche nelle dichiarazioni di chi attende la sentenza. Ormai, da ieri a domenica, la parola è agli avvocati. Arringhe appassionate, citazioni dotte, sottilissime disquisizioni degne della Cassazione. Loro, gli accusati, i pochi che per la verità son rimasti ad ascoltare, ai giornalisti sì mostrano parchi di dichiarazioni. Come Allodi sfileranno in sala stampa per dire che non hanno niente da dire tranne, ovviamente, che hanno «/ir, ducìa nella giustizia die farà piena luce». .... Gli avvocati hanno concluso a tarda sera e riprenderanno oggi di buon mattino. Fa un certo effetto vederli senza toga. Così come fa un certo effetto vedere Maurizio Laudi, nella Vita giudice istruttore a Torino, uno dei magistrati più impegnati nelle inchieste sul terrorismo, discutere non più delle confessioni di un Patrizio Peci ma delle deposizioni di Vinazzani Claudio o Corsi Tito. «E' gente — dice Io schietto Ghini — che riierita tutto il nostro rispetto! Sono appassionati di calcio che cercano di rendere più pulito il nostro ambiente». La sentenza è prevista entro mercoledì, e martedì comincia a Firenze il processo al calcioscommesse di serie C. Sentenza, questa di Milano come quella di Firenze, che è attesa soprattutto dal popolo dei tifosi e dal popolo del totonero. E a proposito di scommesse c'è da giurare che entro domenica si conosceranno le quote della senten- za" Giovanni Cerniti

Luoghi citati: Campania, Firenze, Milano, Montecarlo, Torino