Il governo ha giurato di Luca Giurato

Il governo ha giurato Risolta la crisi dopo 34 giorni, cinque i ministri nuovi Il governo ha giurato Nel psi contrasti fino all'ultimo sul rimpasto, poi Craxi sbotta: «Si fa come dico io» - Cresce nella de il malumore per le decisioni di De Mita - Da martedì dibattito in Parlamento POMA — La crisi di governo è finita. Dopo 34 giorni ieri è nato il «Craxi-due». Il presidente del Consiglio è tornato a mezzogiorno al Quirinale, ha sciolto la riserva ed ha consegnato a Cqssiga la lista dei ministri. Nel pomeriggio, c'è stato il giuramento nelle mani del Capo dello Stato. I nuovi ministri sono cinque. Rognoni (de) va alla Giustizia al posto di Martinazzoli. Donat-Cattin (de) alla Sanità, al- posto di Degan (de), trasferito alla Marina Mercantile, dove c'era Carta, il quale esce dal governo. Formica (psi) sostituisce al Commercio con l'Estero Capria (psi) che è da ieri al Turismo e Spettacolo. Dalla prossima settimana l'ex titor lare del Turismo. Lagorio. diventa capo dei deputati socialisti a) posto di Formica. Un altro socialista (Fabbri) è stato nominato ministro per le Politiche comunitarie, del quale Craxi teneva l'interim dopo la scomparsa di Loris Fortuna. La quinta novità viene dal pli: l'ex sottosegretario alla Sanità De Lorenzo sostituisce Zanone all' Ecologia. Zanone c il nuovo ministro dell'Industria; sostituisce il segretario del suo partito. Altissimo, il quale ha volontariamente rinunciato ad ogni incarico di governo per dedicarsi al partito. Solo De Lorenzo è ministro di prima nomina. Rognoni è stato per molti anni titolare degli Interni negli «anni di piombo». Donat-Cattin è stato ministro dell'Industria e del Lavoro, anche se mancava dal governo da sei anni. Formica era alle Finanze nei due governi Spadolini; le sue polemiche con Andreatta, al- mato di non essere disponibile per scambi tra governopartito-gruppi parlamentari. De Mita ha annunciato molte novità a marzo, quando un leader de andrà a sostituire Craxi a Palazzo Chigi. Ha poi pronunciato un intervento assai critico e pungente proprio nei confronti del presidente del Consiglio. Secondo De Mita. Craxi ha mostrato propositi intransigenti e bellicosi sino a quando l'incarico era affidato ad Andreotti. E' diventato di colpo disponibile e ragionevole quando Cossiga l'ha chiamato al Quirinale. Inquietudine e impuntature anche in casa socialista. Formica non voleva assolutamente andare al Commercio con l'Estero. Intendeva lasciare la presidenza del gruppo solo per il Bilancio. Ma ogni pressione sul segretario del psdi Nicolazzi è stata vana. Nicolazzi è stato svegliato nella notte e quindi •perseguitato» sin quasi a mezzogiorno per far slittare Romita dal Bilancio in un altro ministero. La risposta, ora in tono calmo, ora assonnato, ora esasperato, è stata sempre la stessa: -Cediamo il Bilancio solo in cambio di due ministeri pieni. Altrimenti, rivolgetevi a qualcun altro. La mia delegazione resta immutata-. Ma, al psi, neppure per un personaggio importante come Formica, Craxi e Martelli hanno ritenuto opportuno e vantaggioso cedere due ministeri cosi qualificati in cambio di uno. V'è stata molta tensione. Alle proteste di Formica, si sono aggiunte quelle di Capria, che non vo Luca Giurato (Continua a pagina 2 In settima colonna) ma De Mita è stato irremovi bile. Alla direzione del suo partito, il segretario democri stiano ha dovuto subire contestazioni e malumori. Piccoli Iona duramente criticato per il modo con il quale ha con dotto la crisi e per non aver ampiamente rinnovato la de legazione. Bodrato ha confer¬ cherà fare da mediatore?-. Fabbri, infine, è stato ministro per le Regioni nell'ultimo governo Fanfani. La de ha dunque cambiato molto poco. Cosi pure il psi. Le delegazioni del pri e del psdi sono in fotocopia. Sino all'ultimo. Rognoni ha cercato di non entrare al governo. lora al Tesoro, sono rimaste tristemente famose. «Mi hanno di nuovo voluto al governo perché mancava un po' di vivacità — ha detto dopo il giuramento —. Oggi, però, non saprei con chi litigare. Credo che a litigare ci saranno già Donat-Cattin e Coria. Vuoi vedere che, alla fine, mi toc¬