Dieci anni fa la Corte disse Legittime tv e radio private

Dieci anni fa la Corte disse Legittime tv e radio private Dieci anni fa la Corte disse Legittime tv e radio private da un'ingerenza politica governativa che non conosce né limiti né pudori, e in più dalla mancata rielezione del consiglio dt amministrazione dopo tre anni di prorogano tra furibonde baruffe. Com'è oggi la situazione generale, soprattutto quali sono t risultati della situazione sul complesso del programmi che passano nel teleschermo? Nel settore privato si è verificato quel die via via si temeva: il pluralismo dei po-tenti, cioè il dominio dei network sulle piccole tv che languono o arrancano. I network si sono organizzati e rinforzati, adesso attendono il diritto al Tg nazionale (che dovrebbe arrivare con la legge di regolamentazione infinite volte promessa e mai varata): comunque la loro ferrea ottica è quella della commercializza- zione, la tv è prevalentemente o soltanto un mezzo per trarre profitti dalla pubblicità, e ogni film, ogni rubrica, ogni spettacolo compare sul video esclusivamente quale supporto di sponsorizzazioni e di spot (che spingono tra l'altro al pili incontrollato dei consumismi). Dal canto suo la Rai. benché travagltatissima, e benché campo di battaglia, come preda sempre agognata, fra democristiani e socialisti, si difende grazie alle sue strutture tecniche e grazie alla grossa professionalità di gente che ancora resiste al suo posto: non ci sono da anni precise strategie, eppure «a chiazze» la buona programmazione non manca. Con un grave pericolo: per motivi di concorrenza, il criterio di commercializzazione sta sempre più Invadendo anche parte della Rai e privilegia le trasmissioni evasive e di varietà mortificando le iniziative della cultura e dell'informazione; o la tv pubblica potrà effettuare un mutamento di rotta, o il nostro futuro televisivo si prospetta nero, un'immensa pubblicità strombazzante, una martellante campagna promozionale ininterrotta, un'unica asta sbracata In mezzo a cut, faticosamente, tentare di reperire qualcosa che vada bene per l'intelligenza degli spettatori. Ugo Bnzzolan Fra tanti anniversari che si celebrano in Italia, questo sembra passare quasi sotto silenrio. Eppure è il decennale di un avvenimento che ha rivoluzionato le telecomunicazioni in Italia: il 28 luglio 76 veniva depositata la sentenza con cui la Corte Costituzionale definiva legittime le tv e le radio private «purché in ambito locale». La notizia in un clima vacanziero non aveva II per li molta eco. E solo nei primi giorni di agosto c'era stato chi aveva dedicato moderato spazio alla questione, ma senza allarmi: sì — era il ragionamento — sono permesse altre tv, ma queste tv. il cui numero sarà sollecitamente regolato, non potranno mai trasmettere oltre il loro territorio, quindi piccole emittenti provinciali con piccola attività e piccolo pubblico; in fondo — concludeva il ragionamento — la sentenza non fa che ribadire «l'autorità indiscussa nazionale del monopollo Rai». Solo qualcuno aveva ammonito che probabilmente la sentenza «aveva cominciato a scalfire le mura del monopollo» e invitava la Rai «a stare in guardia per evitare, sia pure in un lontano futuro, insidie di una possibile concorrenza». Altro che insidie. Nessuno era in grado di prevedere quale cataclisma sarebbe avvenuto, e in un tempo cosi relati¬ vamente breve. Già netto stesso 76 si muovono i gruppi editoriali che rivendicano priorità nell'assegnazione di canali (ma nel corso di pochi anni usciranno tutti dal giro); già nel 78 spunta a Milano Silvio Berlusconi; già nell'81 Canale 5 si erge a rivale della Rai, rastrella pubblicità dapprima per decine e poi per centinaia di miliardi e investe capitali in acquisti di film e programmi sportivi; e. nell'84. indubbiamente favorito o non contrastato dal potere, si costituisce di fatto l'oligopolio privato berlusconlano f Canaio 5, Rete 4, Italia 1) mentre di fatto decade il monopollo della tv pubblica straziata da lotte Intestine, dal parziale fallimento della riforma del 75 osteggiata e mal applicata, da una lottizzazione selvaggia. Fine luglio '76, si scatena la concorrenza dei network !

Persone citate: Silvio Berlusconi

Luoghi citati: Italia, Milano