Non sappiamo nemmeno quanti sono di Liliana Madeo

Non sappiamo nemmeno quanti sono Occorrono nuove norme che regolino la permanenza degli stranieri in Italia Non sappiamo nemmeno quanti sono Secondo Fon. Costa, negli anni scorsi su 100.000 stranieri entrati con visto turistico 70.000 sono rimasti ROMA — •Quello di cui c'è bisogno — e in tempi brevi — è una nuova normativa che regolamenti finalmente sia l'ingresso degli stranieri in Italia sia il loro rapporto col mondo del lavoro. Una normativa civile, non discriminatoria, die ci tiri fuori dalla confusione in cui ririamo., dice il sottosegretario all'interno on. Costa. L'episodio di Cervia, quei fermi le procedure per il rimpatrio di un gruppetto di venditori ambulanti clandestini a Roma suonano come la conferma delle contraddizioni e dei ri tardi con cui tutta la materia e stata finora affrontata. Non ci sono neppure cifre sicure sugli stranieri clandestini in Italia. Non un quadro complessivo di un fenomeno che negli ultimi anni ha avuto un sussulto e una crescita incontrollata. I provvedimenti sul visti di soggiorno che integravano la legislazione vigente e che risale al vecchio Testo unico di pubblica sicurezza, sono di alcuni mesi fa. Da anni invece, gli altri Paesi europei espellevano si- stematicamnte gli stranieri non produttivi e non integrabili nel sistema. «In Germania — racconta Nazareno Principessa, direttore di una cooperative editrice specializzata in problemi di emigrazione e immigrazione — trequattro anni fa si è incominciato a dare un premio a chi se ne andava: molti hakna preso .quei soldi e, invece di tornare ai Paesi d'origine, sono venuti in Italia, dove le frontiere erano aperte*. Secondo l'on. Costa, negli anni scorsi su 100 mila stranieri che entravano in Italia in un anno, ne rimanevano 75 mila. In questo momento si calcola, secondo dati forni ti dal Viminale, che 800 mila sono le persone con visto scaduto o entrate in maniera irregolare. Sarebbero 30 mila i marocchini i tunisini, i senegalesi in tale condizione. A settembre scade il visto di soggiorno di altri 410 mila, che hanno fatto a suo tempo regolare richiesta (fra questi ci sono 90 mila studenti, e quanti sono entrati per ragioni religiose, per lavoro). Fra la massa dei clandestini si annidano la speculazione e lo sfruttamento, le sacche della manovalanza terroristica, i pericoli per la convivenza civile. All'ufficio internazionale della Cgil fanno osservare che, dopo i ghetti in cui i nostri immigrati vivevano in Germania, esistono adesso i ghetti dei nuovi immigrati alle . periferie delle nostre' citta; e'mentre il nostro Paese spende miliardi per fornire aiuti al Terzo Mondo, niente fa poi per qualificare una manodopera che nei Paesi d'origine potrebbe invece rientrare e vivere con dignità, A un recente convegno sul tema, promosso dalla Cisl, Roberto Magni si chiedeva: 'Perchè non si provvede a destinare una parte dei fondi destinati alla cooperazione internazionale all'assistenza e alla formazione di quadri fra gli immigrati?-. Le norme che dovrebbero modificare l'atteggiamento di confusa tolleranza nei confronti degli stranieri i quali vengono a impigliarsi nelle maglie della clandestinità nel nostro Paese, sono allo studio del Parlamento. Da anni. Ma non esce niente di nuovo. Vengono diramate circolari, esiste una maggiore sorveglianza, ma non si muta sostanzialmente la politica nei confronti di questa realtà. Quando uno straniero viene trovato senza 1 perméssi di soggiorno in regola ed è mandato via, può rientrare poi da un'altra parte. Non viene infatti segnalato alle frontiere che è un indesiderabile, e non è reato nel nostro Paese entrare sul territorio italiano clandestinamente. Intorno a queste persone prosperano organizzazioni e rackets di varia natura. Oli studiosi di questa realtà raccontano che esistono vere catene migratorie, catene per etnia, per colore, o miste, che rendono possibile l'ingresso in Italia, e nel pacchetto inseriscono viaggio, lavoro, casa: che significa tangenti, strozzinaggio, nessuna tutela, rìcattabilità. Qual è il giro d'affari che viene alimentato da questi canali? Quale la struttura che preordina la rete di distribuzione commerciale di merci africane, ma anche italiane? Quanto il commercio ambulante fa. a sua volta, da copertura ad altre attività più o meno illegali e di cui gli ambulanti sono soltanto la frangia estrema e meno responsabile? Sono interrogativi che circolano fra uffici studi, sedi sindacali, organizzazioni assistenziali. Ma una risposta non esiste. Esistono denunce. A Ventimiglia. è stato anche pubblicato, c'è abitualmente una concentrazione di nordafricani diretti in Italia o in Francia: sostano lì alcuni giorni, vengono contattati dagli emissari dell'organizzazione, attendono alcuni giorni — una settimana in media, il tempo per raccogliere il denaro necessario — versano una tangente di 500 mila lire e vengono introdotti in Francia o in Italia per i valichi di frontiera. Che ci sia stato un seguito a questa denuncia, non risulta. Liliana Madeo

Persone citate: Nazareno Principessa, Roberto Magni