A nuoto fra i pesci nell'acquario del principe Ranieri di Monaco di Edoardo Raspelli

A nuoto frai pesci nell'acquario del principe Ranieri di Monaco A nuoto frai pesci nell'acquario del principe Ranieri di Monaco Da cicloturisti sui colli del Tour LA sensazione è stupenda. Con la maschera subacquea sul viso e pinne ai piedi, sfiorando il pelo dell'acqua o immergendosi per brevi apnee, lo spettacolo che si presenta è quello incredibile e lncon- ' sueto della vita nell'ambiente liquido e glauco del fondo marino. Quello che ho visto io era affollatissimo di pesci, ai quali era permesso dare .qualcosa da mangiare. Mi attorniavano tanti piccoli esseri, che apparivano e scomparivano come per magia, si avvicinavano per pvendow il !! pezzetto' .di fjattè.'itìPftfarile o cH'fJéseèi Che avevo raccolto in un sacchetto legato alla vita. Era come dare cibo ai colombi in piazza San Marco a Venezia. Invece si trattava di tanti bellissimi innocui pesci, argentei o cangianti, guizzanti o lenti; tutti insieme formavano quella felice comunità, in cui l'uomo è ammesso ad entrare solo se si comporta come un amico. Creata otto anni orsono, la Riserva Nazionale Sottomarina di Monaco Principato si trova nella zona chiamata . Larvottò. Si estende lungo il litorale, occupando una cinquantina di ettari. Lo scopo principale dell'istituzione è di mettere un freno alla riduzione della specie in pericolo o in HF1ECIFS ART IF If. via di estinzione nelle acque moj\egasphe,ft c$yisa.di,1un.a pratica dii pesca Jtadisprimir naia e inóltre di realizzare un ambiente privilegiato, utilizzando strutture prefabbricate, dove la fauna e la flora sottomarina potessero riprodursi e rigenerarsi. Mentre in questo spazio, la pesca è vietata, non è cosi per la balneazione. «Salve amico, nuotiamo insieme? Ma non cosi in fretta... non scappare! Non fuggite, non vi mangio, non sono mica una balena!». Questo non è un discorso da matti, è pressappoco quello che mi è capitato di dire, a bocca chiusa, mentre facevo il bagno al Pare National Sous-Marin. E''bastato staccarsi di poco dalla riva, più o meno una trentina di metri, per trovarsi in pieno acquario. L'ambiente è statò rico- OUUCIS" * lELS * struito con strutture artlfi^jajkapgpjgiate sul fondale %¥°?9n¥usaobl°so, Jr?JJ.B piccola baia, già naturalmente protetta. Questi blocchi in cemento, simili ad alveari, si sono rapidamente ricoperti di muschio vellutato, di frange di alghe, di fioriture ondulanti, e forniscono ospitalità e rifugio a larve, a molluschi, a crostacei e pesci, in acque poco profonde. Gli alveari sottomarini (circa 500 tonnellate di materiale) hanno favorito la stabilizzazione di certe specie: pesce di roccia e pesci bianchi. E' ritornata ad esempio la «Corvina nìgra», che era scomparsa da una ventina d'anni. Il progetto è stato realizzato grazie allo sforzo privato dell'Associazione Monegasca per la Protezione della Natura, sostenuta dal Principe Ranieri, presieduta da Eugene Debernardi con grande passione, permette di fruire di personale di controllo e di uno staff di tecnici e ricercatori.. Frutto di questa esperienza è stato l'arricchimento delle informazióni." sull'argomento, con conseguente apertura alle sperimentazioni da parte di subacquei inviati da nazioni straniere, che qui trovano l'ambiente adatto alle loro ricerche. Strutture analoghe si trovano soltanto a Cuba, negli Stati Uniti e in Giappone. Sul litorale di Larvottò WS™!'!? possibile entrare con natanti di alcun genere, è tutto un alternarsi di spiagge, che hanno le caratteristiche della riviera ligure di ponente: sassi e sassetti, rocce rugose, il bagnasciuga di ghiaia fine, ma non trop>po. con un fondale poco profondo vicino alla riva, che in alta stagione è intorbidito dalla presenza di centinaia di gambe agitate. Il mondo delle meraviglie sommerse si offre a qualche distanza. Per chi ama la natura viva, è impagabile la gioia di un bagno in compagnia di creature inoffensive e splendide nei loro colori luminescènti, che ti sfiorano o fuggono, tra guizzi improvvisi e scatti velocissimi. Maria Teresa Rivoira , juillet Franco 1986 Houtos-, rW021juillet Tour da Franco 1986 GALIBIER. Lautaret, Izoard, Granon sono classiche salite ^el^TwrdeFrance che^evp«canó'^npml"di grandi campiónT'dél ciclismo, vere e proprie leggende di questo sport, da Bottecchia a Binda, da Coppi e Bartalì. da Bòbct fino a Merckx, epiche «maglie gialle» di una generazione dopo l'altra. Quest'anno la carovana del Tour fra Gap e Briancon è passata sul Col de Vars (2111 metri). l'Izoard (2361 m.), il Col de Granon (2413 m.). arrivando a Serre Chevalier, vicino a Briancon. Strappi tremendi, dove in 11 chilometri si sale da 1350 a 2413 metri di quota con una pendenza media dell'11 per cento. Il turismo francese dimostra di conoscere bene i gusti degli sportivi che vengono da queste parti a emulare i campioni e da anni cura con speciali pubblicazioni la Gap. Embrun e il centro sciistico di Serre Chevalier. Posti dove c'è un'ottima ricettività alberghiera e buone officine per le bici. Numerosi i ristoranti che Offrono appetitose specialità. A Gap, ai piedi del Col Bayard sulla strada percorsa da Napoleone di ritorno dall'Elba, c'è La Roseraie (tel. 92-514308) dove si consiglia il piccione alle noci e la trota ai gamberi; a Saint André d'Embrun, vicino allo spettacolare lago, si trova La Grande Ferme (tel. 92-430999) con i suoi «gratins», il formaggio di capra caldo; a Briancon è buono Le Vauban (tel. 92211211) per il pollo al vino e l'anatra all'arancia, o Le Moni Prore! (tel. 92-202288) con» il !<rgratin: dauphinois». il salmone «à l'oseille», il » magre t». di anatra. Il mattino seguente si affronta il percorso scelto in rapporto alle proprie forze (nella guida si va dai 60 ai 180 chilometri per gite di un giorno). Si può scegliere di arrivare alla lapide a Coppi e Bobet sul l'Izoard; raggiungere Salnt-Veran, il comune più alto d'Europa (2040 m.). I più allenati hanno il Lautaret (2058 m.) e subito dopo l'impennata del Galibier (2647 ni.). Lungo ogni itinerario interessanti castelli medioevali, chiese romaniche, vallate quasi himalayane o lunari piene di coni di roccia coinè quelle a est di Gap chiamate «Demoiselles coiffées». Le gite in bici (o a piedi) sulle rìpide e famose salite dove in questi giorni sono passati i grandi assi del ciclismo con la carovana gialla del Giro di Francia passione dei cicloturisti per le leggendarie strade del Tour de France. Negli uffici del, Tariamo del dipartimento Hautes-Alpcs con 45 franchi si acquista un volumetto che descrive i 16 itinerari ciclistici di montagna più belli. Sono indicate strade asfaltate e sterrate, curiosità panoramiche e storiche della regione, altimetrie e luoghi di ristoro. Un altro fascicolo dà consigli pratici: dai cibi più adatti (uova, pesce, latticini, zucchero, riso) ai pasti che i ciclisti devono consumare tre ore prima della partenza; la quantità d'acqua minima (un litro e mezzo al giorno) per compensare lo sforzo fisico. E inoltre come calcolare l'altezza del telaio, quali accorgimenti per pedalare sicuri in mezzo al traffico. Punti ideali di partenza ■per le gite in bicicletta sulle vie del Tour si indicano Alessandro Rosa a sbarra: Edoardo Raspelli assag

Luoghi citati: Cuba, Europa, Francia, Gap, Giappone, Monaco, Serre, Stati Uniti, Venezia