I giocolieri dell'estate fra indovinelli cruciverba e bricolage di Giampaolo Dossena

I giocolieri dell'estate fra indovinelli cruciverba e bricolage I giocolieri dell'estate fra indovinelli cruciverba e bricolage DUE proposte per le vacanze: freschi di stampa, due libri di giochi per bambini e per ragazzi. Mursia pubblica II giocoliere dell'estate (pp. 188, L. 14.000). E' di Ferdinando Albertazzi, con la collaborazione di L. Ardenzi, N. Cortassa. 8. Fatus, A. Orlili, L. Reina. Ci sono dentro giochi da tavolo e all'aria aperta, cose da costruire, figure da colorare, indovinelli, cruciverba, rompicapo, labirinti, puzzles, scenette da rappresentare. Rizzoli pubblica Gfocfti creativi, sottotitolo Fai da te per ragazzi e ragazze (pp. 215. L. 24.000). Tradotto dal tedesco, è di Barbara Pohle; il titolo originale diceva «Die Werkstatt fur Kinder». Contiene più cose di quante ne suggeriscano i titoli dei capitoli (dipingere e verniciare, lavori con la carta, stampare e tingere, filare a mano e intrecciare cordini, intrecciare, la tessitura, cucito e ricamo, lavori in legno, modellare, i metalli...). Dato che ragazzi non siamo, né noi che scriviamo né voi che leggete, pesiamo le parole. «Libri di giochi per bambini e per ragazzi» cosa vuol dire? Vuol dire «giochi per bambini e per ragazzi». Ma vuol dire anche «libri per bambini e per ragazzi»? O sono libri per genitori e educatori? Qualche mese fa, su questa pagina, vi abbiamo Invitato ad abbinare 13 titoli contenenti la parola «isola» al nomi dei relativi autori. E' arrivata l'estate e si pone il problema di raggiungerla al più presto quest'isola beata, con tutti 1 mezzi a disposizione. Qui ve ne Indichiamo 36, gettati come sempre alla rinfusa: ridate a ciascun autore il suo titolo, tenendo presente che la Usta contiene 2 opere liriche, 2 quadri famosi e un film. La soluzione sul prossimo numero di «Tuttolibri». chi dei bambini di Arnold Arnold («Oscar» Mondadori 1980, più volte ristampato). Questo libro di Arnold Arnold (pubblicato per la prima volta in America nel 1972) resta il miglior manuale di giochi nell'accezione n. 4, E' un libro per genitori e educatori. Ivi troviamo registrato che negli Anni 70 d'Italia i giochi della accezione n. 1 si chiamavano «giochi creativi, alternativi, spontanei, destrutturati, informali, aperti, noncompetitivi... Ecco dunque da dove viene l'aggettivo del titolo di uno dei due libri d'oggi, «creativo». Ma, più indietro ancora dei nostri Anni 70, come nasce questa accezione di «creativo»? Ci saranno intrecci con altre lingue e filosofie, e bisognerà tener conto della famiglia intera, «creare, creatività, creatore, creazione». Però intanto guardando il Battaglia si vede che il Buti e il Segneri dicevano «creativo» solo in riferimento a Dio; per avvicinarci al significato d'oggi ci vogliono Carducci. Croce, Serra — compagnia poco raccomandabile, che dà la mano al pubblicitari tra i quali «creativo» si è sostantivato (già lo Zingarelli registra questa nefandezza). Oggi 1 tempi sono cambiati. Si fanno i giochi della accezione n. 1 senza vederli come nemici del giochi della accezione n. 4. Il mondo è bello fin che è vario e fin che si possono fare giochi dell'accezione n. 1 o dell'accezione n. 4 a seconda degli umori. Se poi 1 giochi dell'accezione n. 1 continuano e continueranno a chiamarsi giochi «creativi», non sarà la prima volta che una metafora iperbolica e blasfema entra nell'uso. Pian piano impareremo a non avvertire né iperbole né blasfemia. Certo, ci sarà sempre qualcuno che si sentirà irritato nel sentir adoperare la sua parola, «gioco», in una accezione diversa dalla sua. Facciamo un altro esempio, mettiamo il dito in un altro punto del nido di calabroni. Guardatevi la accezione n. 9 dello Zingarelli. Ha a che fare coi giochi di simulazione strategica. Sull'Annuario Rizzoli 1986 potete leggere alcuni aneddoti sui battibecchi visti a Venezia l'anno scorso, al convegno internazionale sui giochi di simulazione strategica, tra chi parlava di giochi dell'accezione n. 9 e chi glielo voleva impedire dicendo che quelli «non erano veri giochi». Questione di consapevolezza critica. Con consapevolezza critica diciamo che i due libri d'oggi sono libri di giochi «creativi», mettendo in guardia il consumatore: non sono giochi nell'accezione n. 4 dello Zingarelli! Prima postilla. Continuiamo a dire, tra noi, giochi «creativi» tra virgolette perché suU'appropriatezza del termine «creativo» e sul concetto stesso di «creatività» alcuni psicologi e educatori continuano a nutrire dubbi. Potete leggere per esempio quel che scrive Alberto Munari su «La creatività nell'età evolutiva: metafora e trasgressione». Lo potete leggere negli Atti del Convegno 'Psicologia e creatività, tenuto a Milano il 6 febbraio 1985. pubblicati da Selezione del Reader's Digest (pagg. 199, s.i.p.). Seconda postilla. Si potrebbe fare un altro discorso, bello lungo, sul sottotitolo del secondo fra i due libri d'oggi: «fai da te». E' chiaro che questo «fai da te» pendi verso il bricolage e non verso il do it yourself; è un pasticciare per passatempo più che un sapersela cavare di fronte a problemi pratici. Per chi si interessa a questioni di parole, ricordiamo che il triangolo «bricolage/do lt yourself/fai da te» fu analizzato in appendice alla Storia dell'artigianato italiano pubblicata dalla Etas Libri nel 1979; da allora, fra l'altro, si può registrare che faida tee risultato vincente di fronte ai vari «far da sé», «fatelo da voi», «latevelo da voi», «fatelo da soli». Nessuno ha mai detto «fallo da te». Giampaolo Dossena

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