Fra magie e tisane Elena faceva la regina di Francesco Rosso

Fra magie e tisane Elena faceva la regina Fra magie e tisane Elena faceva la regina APPARE chiaro fin dall'inizio che, nonostante il severo rigore storico, l'autore si è innamorato del personaggio. In Elena di Savoia Renato Barneschi è un ammiratore sema limiti di una donna che ha avuto non poca parte nella storia italiana: sorvola su alcuni episodi che legano anche Elena di Savoia al fascismo, come il lancio dell'anello matrimoniale nel crogiolo che riceveva l'Oro alla Patria». A parte queste omissioni, ha tentato di dare, e quasi sempre ci è riuscito, la figura di una donna che ancor, oggi moltissimi ricordano con tenerezza. In questo nuovo volume sui Savoia, Barneschi la prende un po'alla larga, dai tempi in cui la piccola principessa di Cettigne, paese di capre, studiava e si raffinava nei collegi di Mosca. E' molto ben raccontata la traina tessuta da Francesco Crispi per far sposare Vittorio Emanuele III con la giovane montenegrina, gli interventi della regina Margherita, i giochi diplomatici fra le grandi potenze che vedevano di malocchio simile matrimonio temendo un'affermazione italiana nei Balcani. L'autore dipana passo dopo passo questo romanzo d'amore perché, afferma, nonostante tutto ciò che si è detto e scritto, il matrimonio fra Elena e Vittorio Emanuele fu felice dall'inizio alla fine. Elena è descritta bella, alta, signorile con naturalezza, alquanto sprecona e sacerdotessa dell'arcano. Curava coi decotti più strani, sapeva di magia, partecipava a sedute spiritiche, finché fu principessa. Quando divenne regina d'Italia si limitò a curare i mali con le tisane. Leggendo la storia di questa donna si ripercorre fatalmente uno dei periodi più infausti della storia d'Italia, dalla prima guerra mondiale alla dittatura fascista, appoggiata, dice l'autore, dai generali fedeli ad Amedeo d'Aosta, che mirava al trono, una situazione che si ripete dopo tanti anni; Carignano ed Aosta gli uni contro gli altri. Il matrimonio pareva sterile, perché l'erede non nasceva, ma poi Elena, che aveva avuto una madre ultraprolifica, quindici tra maschi e femmine, ebbe tempo e modo di generare anche lei una notevole figliolanza, fra cui un solo maschio, ma che garantiva la successione. Sono molto dettagliate le notizie sulla nascita dei vari principi, sui loro primi amori, sui matrimoni, sempre con la Regina Madre che da Bordighera dove si era ritirata ingiungeva al «suo amico Mussolini» di dire di no a certi aspiranti alle mani savoiarde. Generosa e caritatevole mentre segue le vicende della sua famiglia, come una bravu massaia (e gli episodi di carità e bontà non si contano nel libro) Elena accorre a portare aiuto a chi ne ha bisogno. Belle pagine descrivono il comportamento della Regina nel terremoto di Messina e dopo il bombardamento di Roma. Poi c'è la faccenda del Gran Consiglio, dell'arresto di Mussolini, con molte versioni, la fuga a Bari. L'autore non trascura alcun dettaglio, durante e dopo la guerra, fino all'abdicazione ed all'esilio in Egitto il tutto intessuto da episodi politici, bellici, ma anche sentimentali. Lidillio di Umberto con Miìly, cabarettista; il gen. Manneheim sempre innamorato anche se vecchissimo, porta a Cannes l'ultimo mazzo di rose alla vedova Elena di Savoia. Dopo l'esilio, la u,rsa in Francia, a Montpellier per curarsi di un male inguaribile. LO morì, accompagnata al camposanto, sótto una pioggia insistente, da migliaia di italiani ma anche francesi, che avevano Imparato ad amare la 'Vecchia signora». Francesco Rosso Renato Barneschi, «Elena di Savoia», Rusconi, 305 pagine, 24.000 lire.