Con Stanislavskij il teatro e un dettaglio

Le note del grande regista russo Le note del grande regista russo Con Stanislavskij il teatro è un dettaglio ' E allora questa politica-spettacolo (il cui vero iniziatore in Italia, ricorda Staterà, è stato Palmella, mentre il massimo risultato spetta a Pertini) è un bene o un male? Staterà non si pronuncia più che tanto, precisando che questo saggio, peraltro brillante, è la base di un «progetto di ricerca». Nell'attesa gioverà ricordare che quella dei servizi dei nuovi mezzi di comuinicazione e di persuasione, che la tecnica rende via via disponibili, è un'esigenza fisiologica della politica. Lo stesso Staterà ricordava la radio negli Anni Trenta. Quanto alla «personalizzazione della leadership». c'£ sempre stata, ricorrendo certe circostanze, da Giulio Cesare a Mlkhail Gorbaciov. La vera questione è se l'amplificazione accelerata del messagìo politico, resa possibile dai moderni «mass media», non possa risultare alla fine particolarmente deviante, favorendo 1 immagine più che la sostanza; ma non è eccessivo sperare che, di pari passo con la comunicazione elettronica, cresca la maturità, o la prudenza, del corpo elettorale. Aldo Rizzo .1.1 Giannl^tatera, «La politica spettaco ' ' ìo», Mondadori. 169 pagine, .18.000 lire. fotografia. E per la messinscena del Giulio Cesare di Shakespeare, non solo i due direttori con scenografo e costumista vennero a Roma, per studiare le antichità, ma saccheggiarono tutti gli antiquari per trovare materiale «autentico» da mettere in scena. Quest'attenzione spasmodica per la precisione del dettaglio aveva in Stanislavskij un'aggravante. La passione smodata, vera e propria mania, per i rumori come elementi costitutivi della cosiddetta «atmosfera». Scorrendo il volume ora pubblicato da Ubulibri, nel '-quale sono raccolte1 Ignòte "W Tegla'''ffi''8tatós1àV5lkij per due commedie di Cechov, Tre sorelle e II giardino dei ciliegi, si resta stupiti per l'universo sonoro che vi è dispiegato: rintocchi di orologi (con e senza cucù) e di campane, battiti di metronomo, fischi di oche e di gracchi, grida di ubriachi (in trojka e a piedi), passi cadenzati di soldati, cigolii di ruote (di carrozzine per bambini), ululati del vento, tonfi di porte sbattute, stridio di chiavistelli e di serrande metalliche, acciottolio di carri dei pompieri, brontolio di tubi delle stufe. E inoltre suoni di vari strumenti, organetto, violino, pianoforte Un ^ger^ e fuori scena). ir*„ -"5'màhislavskij"n'on, si ìi- La Madonna ritr mitava' a segnalare il punto in cui un determinato effetto sonoro doveva verificarsi; spingeva la sua pignoleria fino ad indicare il modo in cui dovevano essere eseguiti. Nel secondo atto di Tre sorelle, durante il dialogo fra Mascia e Versclnin, si doveva sentire un topo rosicchiare sotto il divano (è Mascià doveva battere una mano sui cuscini e fischiettare, per cacciarlo). Come fare il rumore del topo?, si chiedeva Stanislavskij, e suggeriva di prendere un pacchetto di stuzzicadenti (ma. attenzione, di penna d'oca!) e sfregarli l'uno contro l'altro. , > Gli insetti glócaV&iò^n 'r'ùol6-nmpoHSrSee"' "rielld atta da Lunari

Persone citate: Aldo Rizzo, Cechov, Gorbaciov, Mascia, Pertini, Shakespeare, Stanislavskij

Luoghi citati: Italia, Roma