Lo zar contro il samurai sul mare di Tsushima di Giorgio Martinat

Lo zar contro il samurai sul mare di Tsushima Lo zar contro il samurai sul mare di Tsushima . ."ammiraglio Togo to da una volontà di ferro e da un inflessibile senso del dovere: l'ammiraglio Rozéstvenskij. Sapeva di andare incontro alla sconfitta e alla morte: guidava una colonna di «ferri da stiro» scricchiolanti, mal costruiti e male armati, lenti e soggetti a continue avarie, con equipaggi di contadini della steppa poco addestrati e corazzature insufficienti, ad affrontare navi moderne, veloci e potenti, costruite e condotte da un popola di marinai. Non. sapeva ancora che sarebbe stato tradito dal suo stesso governo e dalla fortuna. Fin dal primo passo incontrò la malasorte: nel Mare del Nord ì suoi uomini, innervositi da voci di navi spia giapponesi, cannoneggiarono una flottiglia di pescatori inglesi. Da allora questo «donchisciotte assaltatore di mulini a vento» fu accompagnato dal ridicolo e dall'ostilità della Regina dei Mari, l'Inghilterra, i cui ambasciatori precederanno la flotta russa in ogni porto, minacciando chi le avesse concesso ancoraggio, vettovaglie e combustibile. Tutto il mondo segui con derisione la lunga, lenta navigazione, scommettendo se Rozéstvenskij sarebbe mai riuscito ad arrivare. Ci riuscì, grazie a inenarrabili sacrifici, dopo ventimila miglia di mare e sette mesi, (partito da Lepaja il 14 ottobre 1904, impegnò battaglia il 27 maggio 1905): respinto in ogni porto, costretto spesso a •carbonare» in mare aperto, imbarcando sacchi 'da un quintale sulle navi sballottate dalle onde, in un pulviscolo di carbone con 70 gradi all'ombra, in un calvario di avarie, tra malaria, dissenteria, febbre palustre, cibi avariati, ammutinamenti, costretto a combattere, oltre al caldo agli ambasciatori inglesi e agli uragani, gli intrighi e le calunnie di Pietroburgo. Alla fine fu completamente dimenticato in pàtria mentre il trono dello zar Nicola II vacillava sotto i colpi della prima rivoluzione Mìalista. * ' Perse^prtmd'cliè fa battaglia, la gara. A Port Arthur i russi, sotto la guida di Kondràtenko, un altro comandante di acciaio, avevano conteso la città e il porto centimetro per centimetro all'esercito asse di ante di Nogi, in una spaventosa guerra di trincea, di mine e contromine che prefigurò i massacri di • Verdun, dodici anni dopo. : Ma. ridotti a un pugno di uomini, senza munizioni (i treni della Transiberianu viaggiavano stipati di deportati della rivoluzione e . di champagne e caviale per. i satrapi delle province '. orientali, invece delle implorate munizioni), aveva- '. no dovuto cedere. E le navi superstiti asserragliate nel porto erano state distrutte: per difenderle erano morti 38 mila 400 russi, per . annientarle 58.000 giappo-; nesi. I Così Rozéstvenskij entrerà senza l'appoggio diqueste navi nello stretto della Corea dove i giappo- nesi erano in agguato: Togo impiegò un'ora ad ottenere la vittoria e trentuno per annientare la flotta russa che si difese oltre il ; limite estremo, con le navi che colavano a picco sparando. Nel 1936, quei lontani avvenimenti furono rievocati in uno dei più avvìncenti libri di guerra mai scritti: Tsushima. di Frank Thiess, che ebbe un succes-; so mondiale. Si leggeva come un romanzo, tanto che in unti' delle edizioni successive, nel 1949, l'autore fu costretto a aggiungere molte note, che citavano le fonti, per riaffermare il ■ suo scrupolo di storico. Eg ^giustamente ora Einaudi''ripubblica questo capo/a-1 coro della memorialistica, per una lettura estiva che unisce al rigore documentario il fascino di una storia d'evasione. Giorgio Martinat Frank Thiess, «Tsushima», Einaudi, 456 pagine, 20.000 lire.

Persone citate: Einaudi, Frank Thiess, Tsushima

Luoghi citati: Inghilterra, Pietroburgo, Togo, Verdun