E Proserpina giunse nella Gibellina degli scultori di Milena Milani

Una mostra e la prima mondiale di un'opera di Rosso di San Secondo nella città siciliana Una mostra e la prima mondiale di un'opera di Rosso di San Secondo nella città siciliana E Preservino giunse nella Gibellina degli scultori «II suo è un teatro GIBELLINA — Nella gran notte plana di stalle pattava, altissimo, un aeroplano. Le sue luci tricolori si distinguevano perfettamente, mi parve un miracolo tra le montagne, su quel cumuli di rovine dove si recitava «Il ratto di Proserplna» di Rosso di San Secondo, in prima mondiale. Figuriamoci uno scenario mal visto, che la male al cuore, ma la cui grandiosità apocalittica è affascinante. Qui il 14 gennaio 1968, alle ore 13, una domenica, giunse la fine del mondo, le case di Qlbelline crollavano come fossero di carta, sotto le macerie 108 cadaveri «che lo riconobbi a uno a uno, Insieme all'ufficiale sanitario», ricorda Giovanni Farad, caposervizio de"a Nettezza Urbana di Gibellina che mi conduce In auto a Mazara dei Vallo dove alloggerò, In attesa dello spettacolo. E' venuto a prendermi all'uerepcrto di Palermo, ti lamenta «per, he oggi si va sulla di amore per la vita, di Luna e Invece a Punta Ralsl non avvertono nemmeno dei passeggeri In arrivo». Infatti agli estranei è proibito entrare all'aeroporto, sono tutti fuori, inalberano cartelli con i nomi delle persone che aspettano. Gibellina nuova non sta più tra I suoi monti, a cavallo di Santa Ninfa e Salemi, nei luogW storici dove si celebrò tra Marsala e Calafatimi l'avventura del Mille di Garibaldi; «ora è qui a venti chilometri In pianura, verso II mare», racconta il geometra del Comune Giuseppe Plrrcllo, atra il Tirreno e il Canale di Sicilia, è un posto che tutti gli artisti conoscono, perché il nostro sindaco Correo ha voluto tra le nuove abitazioni le loro opere d'drte. Alle porte di Gibellina c'è la grondo stella di Pietro Consagra, una sorta di arco ideale che à diventato il nostro simbolo, a indicare che la vita continua, e che non bisogna mai perdere la speranza». poesia» osserva la mogl Lo scultore Consagra, nato a Mazara del Vallo, residente a Roma, e noto Internazionalmente, è legatissimo a Gibellina, sue opere sono qua e là, «ha fatto In ferro II cancello della mia nuova casa», dice Giovanni Farad, •.come omaggio, naturalmente, e ha fatto anche quello del nuovo cimitero, ma I nostri morti sono ancora lassù, tra le montagne». Lassù, tra quell'immenso silenzio, il cimitero è rimasto quasi intatto, di fronte c'è la visiona terrificante del disastro che Alberto Burri, Il grande pittore, con I suol «Cretti», lastroni di cemento bianco, Intervallati da solchi, che sono come le vecchie strade, sta livellando, In una magia astrale che fa da scenario alio spiazzo dove si fa teatro. E' stata un'Idea del sindaco Corraci, riportare a intervalli la vita sui ruderi dell'amata citta del Bulica, perché gli uomini devono ricordare, e avere Il culto del loro morti. ie del commediografo - Ma ecco un po' di cronaca di questo fine settimana Indimenticabile. Prima c'è stata l'Inaugurazione di una mostra at Museo Civico di Gibellina, dove in questi anni già si sono fatte esposizioni importanti. Stavolta si tratta di «Forma 1» dal 1947 al 1986, il gruppo artistico nato a noma dove c'erano la pittrice Catta Accanii (è ritornata qui, con la sue tele ricche di emozioni, I suol segni prima neri su bianco, poi bianchi su nero, orinai In tanti musei del inondo), lo scultore Consagra (con lo stesso entusiasmo di allora, I suo) progetti di «Città Frontale» che è anche il ti» toio di un suo libro), Piero Oorazlo, Achille Perilll, Antonio Sanflllppo (troppo presto scomparso, di cui a Eric*, proprio Ieri, si ò inaugurata una stupenda retrospettiva), Giulio Turcato, e poi Ugo Attardi, Mino Guerrlnl, Concetto Maugerl; tutti artisti la cui documentazione è raccolta In un Espongono gli artisti ro bellissimo catalogo a cura di Giovanni loppolo (figlio dello scrittore Beniamino loppolo), di Gabriella DI Milla e di Anne MalecheL Questa mostra, l'anno prossimo, andrà in Francia al museo di Brou di Bourg-en-Bres•e. Il sindaco Correo ha dato II benvenuto, poi ha parlato l'on. Enzo Costa, socialdemocratico, assessore regionale al Beni Culturali e alla Pubblica Istruzione. Nella stessa serate alle 21 ai ruderi di Gibellina vecchia, eccoci a teatro, fino a notte inoltrata. La vedova di Rosso di San Secondo, signore Ingo, conobbe suo marito a Berlino nel 1932, «quando lui fece una conferenza sul teatro Intaso come poesia, lo portavo una treccia rossa per le spalle, ero una studentessa.' d Innamorammo entrambi, lui è morto nel 19S6. Prima di venire a Gibellina, da Lido di Camalore dove abito con I miei tre cagnoli, ni (Dado, Lilla e II loro figlio Friz¬ mani di «Forma 1» zi) che sono la mia .compagnia, sono stata a Caltanlssetta a portare fiori sulla sua tomba. SI, forse Proserplna sono lo, la ragazza che simboleggia la primavera che ritorna ogni anno, mio marito si ispirò a me. A questo testo lui lavoro molto tempo, lo aveva iniziato nel 1930. E' una gran gioia vederlo rappresentato, con la regia di Guido De Monticelli, con questi attori bravissimi e con le scene dei pittore Tot! Sdato]a che ha Inventato macchine come nuvole, che vanno e vengono, li 30 luglio ci sarà un seminario a Gibellina, diretto dal prof. Nicola Tedesco, sul teatro di Rosso; Il 7 agosto sarò Invece a Borglo Verezzl, In Liguria, per la rappresentazione de "La bella addormentata". Il teatro di Rosso di Ssn Secondo continua nel tempo, è davvero un teatro di messaggi e di amore per la vita, un teatro di poesia».' Mil Milena Milani