Sei contento di come vivi? Risponde no il 41 per cento

INTERNO INTERNO Sei contento di come vivi? Risponde no il 41 per cento II centro «Pannunz TORINO — Della condizione di vita e dei problemi di bambini, giovani e anziani si parla spesso. Sono frequenti analisi, ricerche e raccolte di dati mirate a «fotografare» nei minimi particolari — dalla situazione economico-sociale a quella familiare, dall'istruzione alla posizione professionale, dalle opinioni polit.che e religiose all'impiego del tempo libero — l'esistenza delle persone appartenenti a queste fasce d'età: l'obiettivo, anche se poi non sempre raggiunto, è naturai mente quello di partire da un quadro esatto della realtà sociale per poter prevedere misura e tempi degli interventi pubblici. A prima e terza età. dun que. amministratori, politici e sociologi riservano notevole attenzione, mentre è scarso curiosamente, l'interesse per quella fascia intermedia di adulti la cui incidenza, certo minore sul piano numerico, è molto elevata dal punto di vista della produzione di reddito: coloro che vivono la cosiddetta -seconda età», ovvero gli uomini e le donne fra i 35 e i 45 anni che meriterebbero, soprattutto pensando ' alle profonde trasformazioni subite dalla società italiana ne gli ultimi decenni, una maggiore considerazione, ben ol tre il puro dato statistico. A questa lacuna ha tentato di porre rimedio (sia pure in modo necessariamente limitato, ma conta l'indicazione, la proposta) il Centro studi «Mario Pannunzio», con un sondaggio-inchiesta che ha interessato a Torino 3587 persone di ambo I sessi nate appunto fra il 1941 e il 1951: • Professionisti, operai, insegnanti, impiegati, casalinghe, tecnici — spiega il prof. Pier Franco Quaglieni, direttore del «Pannunzio» — che hanno vissuto una giovinezza caratterizzata da tumultuosi mutamenti nella vita sociale italiana e internazionale negli Anni 60-70, e in particolare da forti conflitti generazionali, culminati nel periodo attorno al 1968. Perciò abbiamo ritenuto importante una utmlisi e una riflessione approfondita sulla "seconda età": indagine che forse viene promossa per la prima volta in Italia-. Premessa che ha trovato riscontro nelle risposte alle venti domande contenute nel questionario sottoposto alle persone coinvolte nella ricerca: •Il quadro d'insieme che ne emerge riflette un certo senso di frustrazione, di crisi d'identità e di mancanza di valori sicuri cui fare riferimento. Da un lato sembra che certe conquiste del recente passato siano irrinunciabili, dall'altro appare evidente come la seconda età segni il passaggio, per così dire, dalla poesia alla prosa, dall'ideale al reale: Quarantuno intervistati su cento (39 uomini e 43 donne) affermano infatti di non essere soddisfatti della vita che conducono attualmente: il 30 per cento lo è -poco- e solo il 29 è contento di sé. Scarsa la • realizzazione* nel lavoro (35 per cento contro 36 no e 29 «ni»), con gli uomini tuttavia meno insoddisfatti delle donile (29 contro 43), cosi come nella vita privata e affettiva, dove però i decisamente infelici scendono al 27 per cento (e sono di nuovo i maschi i più soddisfatti). Il •rimpianto del passatotraspare solo in 15 uomini e 25 donne (58 e 40. rispettivamente, dicono di non averne alcuno). Che cosa si rimpiange di più? La media pone al primo posto i •ricordi privati(24 per cento), al secondo la •maggiore libertà personale. (21) e all'ultimo la presenza un tempo più forte di «ideafi*. Ma la differenza di sesso pone un primo grosso spartiacque: il 32 per cento delle donne ritiene di aver vissuto più liberamente in passato, contro il 10 per cento di uomini, mentre i ricordi personali assillano il 37 per cento degli uomini e solo 1*11 per cento delle ionne. Rapporto con i genitori. Per i più è stato -conflittuale- (38 uomini e 30 donne su cento), mentre è stato -negativo-, significativamente, solo per 8 donne contro 18 uomini su cento e .ottimo., rispettivamente, per 18 e 12. Ciò che si verifica, in misura però stemperata, anche per i rapporti con i figli: la conflittualità scende al 22 per cento, con scarsa differenza legata al sesso, mentre il padre della seconda età denota una -negatività- molto superiore a quella della madre (28 t«i*li«i«i I nzio» di Torino ha con su cento contro 4). 1 rapporti con i figli sono invece -ottimi- per 13 padri e 19 madri. L'introduzione del divorzio nella legislazione italiana è giudicata una importante conquista civile- da 69 uomini e 53 donne, mentre 26 e 24 rispettivamente la considerano un •elemento di disgregazione della famiglia-. Ma il fatto che 23 donne e solo 5 uomini diano risposte diverse indica una maggiore sensibilità e capacità delle donne a percepire la complessità del problema. La legge sull'aborto è giudicata in modo p.isitivo dal 50 per cento degli intervistati (52 uomini e 48 donne), mentre il 40 per cento si rivela antiabortista, rispec¬ Bologna. 11 primo pome dotto un'inchiesta inte chiando la tendenza generalizzata della società italiana. Che il problema dell'aborto non sia sentito in modo tutto sommato drammatico deriva anche dal notevole senso di responsabilità nei confronti della procreazione, «leggibile» nel dato sull'uso abituale di contraccettivi, affermato da 71 donne e 61 uomini su cento. La critica più accentuata alla società attuale riguarda, in modo quasi omogeneo, il •peggioramento della qualità della vita e dell'ambiente- (30 per cento), seguito dalla «crisi della famiglia- (16) e dal «pericolo nucleare- (12), mentre la •vita frenetica- infastidisce solo il 5 per cento dei qua¬ riggio di ieri sulla Riviera Adria tervistando 3587 perso rantenni. Sul femminismo l'opinione è sostanzialmente negativa da parte degli uomini (il 70 per cento, contro il 46 delle donne, accenna, sia pure in misura diversa, a una sua «esasperoetone» dei problemi), mentre 38 donne e 20 uomini ritengono -giuste- le sue battaglie per la parità fra i sessi. Le altre domande toccano gii argomenti delle opinioni politiche, della fede religiosa e della fiducia nel futuro (c'è un certo ottimismo, per fortuna). Il 41 per cento ha idee politiche precise (51 uomini e 31 donne), il 45 vota abitualmente per lo stesso partito (ma 61 donne cambiano spes¬ tica, nel Forlivese, ma cosi eran

Persone citate: Mario Pannunzio, Pannunzio, Pier Franco Quaglieni

Luoghi citati: Adria, Bologna, Italia, Torino