Col gelato è lappata selvaggia

La giunta approva l'assestamento: 5450 miliardi per sopravvivere | Contìnua il braccio di feiTO fra artigiani e Commercianti i La giunta approva l'assestamento: 5450 miliardi per sopravvivere | Contìnua il braccio di feiTO fra artigiani e Commercianti i Regione, cancellato il «buco» ma il bilancio è pieno di fagli Col gelato è lappata selvaggia Tutti gli assessori hanno dovuto rinunciare a qualche intervento - Turbiglio, pli: «Sono andato in giunta con l'elmetto». Beltrami: «Un anno di risparmi» Regione, un bilancio senza «buchi». Veleggia sui 5445 miliardi e dovrebbe essere approvato dal prossimo Consiglio, l'ultimo prima delle ferie. Nel terribile linguaggio della burocrazia è «l'assestamento», in realta è il vero strumento finanziario, il giornale di bordo, destinato a condizionare e a registrare nelle colonne delle entrate e delle uscite tutte le scelte dell'anno. E' ovviamente in pareggio e fa giustizia delle polemiche e delle voci che da mesi avvelenano i conti del governo del Piemonte. S'era parlato di un «buco» e di un giallo di novanta miliardi: in realtà quei soldi non sono mai esistiti. Sono piuttosto il frutto acerbo di alcune «settori di spesa» letteralmente scoppiati negli ultimi anni come la formazione professionale, il maxidebito con l'Inps, gli interventi costosi per adeguare sedi e palazzi alle norme di sicurezza e cosi via. Ma il ri¬ sultato concreto è stato un conto non previsto che condizionerà l'intera annata finanziaria della Regione. Perciò funzionari e politici si sono rimboccati le maniche e hanno ricostruito almeno quattro annate finanziarie per capire i perché di una situazione piuttosto complessa. E hanno scoperto che nessuno aveva sbagliato le stime delle entrate. Piuttosto erano aumentati alcuni impegni che s'erano portati via fior di quattrini: per le calamità, acquedotti e fognature, asili nido, fondo sanitario. Niente di male, per carità. Ma, chiusi ì libri contabili '85, queste sorprese insieme ad altre hanno fatto arrivare sul tavolo del presidente Vittorio Beltrami un conto di 101 miliardi che in qualche modo doveva essere pagato. Pur sotto choc si è corsi ai ripari. Come? Limando tutte le spese possibili. E' stata un'operazione non facile, Lo chiedono i liberali al president per certi versi anche complessa, che però alla fine ha dovuto essere tradotta in tagli massicci che hanno coinvolto quasi tutti i settori della cassaforte regionale. «Cosi — conferma l'assessore Antonio Turbiglio, liberale di Mondovi — sono andato in giunta con l'elmetto, parecchie volte, e ho chiesto ai colleghi di rinunciare tutti a qualche progetto, a qualche intervento!,. Ma le leggi regionali dovevano essere finanziate. Oggi lo sono tutte anche se qua e là gli stanziamenti sono stati ridotti. La «potatura» più massiccia poteva essere fatta soltanto sulle cosiddette «spese correnti». E 11 la scure ha colpito con forza. Di fatto questa manovra ha «bruciato» tutte le risorse libere di cui la Regione potrà disporre entro l'anno. Cosa significa? Che molti interventi o progetti speciali dovranno essere cancellati o rinviati all'87. -D'altra parte — si giustifi- e della Regione ca Beltrami — siamo stati obbligati ad agire cosi per non pregiudicare anche la situa' sione finanziaria dei prossimi anni». Sarà un anno «alla lira»? «Non c'è dubbio. Faremo dei sacrifici. D'altra parte, salvo le locuste bibliche, ci sono piovuti addosso tutti i guai pensabili. Ma ce la faremo perché i piemontesi sono caparbi, tenaci e parsimoniosi». Ecco il bilancio. Il fiume di denaro si divide in cinque rivoli. Il primo serve per il fun zionamento della macchina regionale (giunta, consiglio, stipendi) e assorbe 179 miliardi, quattro in meno del previ sto. Poi c'è il grande arcipelago dell'agricoltura: avrà 289 miliardi, contro i 291 del preventivo. Commercio, artigianato, trasporti potranno disporre di 461 miliardi: sette in più (ma è l'unico caso in cui le ri sorse a disposizione cresco no). L'ambiente, i parchi, il turismo e i complessi meccanismi della difesa del territorio impongono una spesa di 595 miliardi, la cultura in genere costerà 199 miliardi. Il capitolo-guida delle spese obbligate della Regione resta comunque quello della sanità e dell'assistenza. Per far funzionare ospedali e ambulato ri, pagare medici e farmaci, cure e interventi servono tremilacinquecento miliardi. Una montagna di denaro (quasi novecentomila lire ogni anno per ogni abitante) che la Regione riceve da Roma e distribuisce. Non altro, anche in questo caso, che lo sportello pagatore Tuttavia spulciando tra gli appuntamenti di spesa in calendario si è riusciti a risparmiare oltre 32 miliardi. Il risultato è che quel «buco» di cento miliardi che ha già provocato polemiche roventi oggi non c'è più. Ma perla Regione sarà un anno di magra, veramente di gran magra. ' ,M1 ' 1,1 " ; Gian Mario Ricciardi Contro la legge godersi un cono di sera a spasso per Torino? Sì, secondo 25 gelatieri obbligati a chiuder bottega alle 21 -1 commercianti ribattono: «Debbono comprarsi i registratori di cassa» - L'assessore Spagnuole: «125 non hanno la licenza di pubblico esercizio» - Ci vorrebbe una nuova norma per consentire l'apertura notturna Lappata selvaggia? Godersi un cono a spasso di sera per Torino sarebbe contro la legge? SI, secondo 25 artigiani gelatieri. Assolutamente no secondo 1500 esercenti. Gli artigiani sbandierano leggi dello Stato e deliberazioni regionali («se dobbiamo chiudere alle 21, per asporto nemmeno gli altri possono vendere»), gli esercenti s'appellano al senso comune. E la questione da qualche tempo sbrodola e appiccica. Ma come prassi vuole, sembra sia la maggioranza ad averla vinta. Tutto incomincia quando «t 25» chiedono di prolungare l'orario, di vender gelati fino a notte inoltrata: siamo piccole aziende a conduzione familiare — argomentano — la nostra è un'attività stagionale, e la stagione è corta, va sfruttata tìel modo migliore. Giusto, rispondono i commercianti di Epat, Ascom e Confesercenti, ma prendete anche voi la vostra bella licenza, altrimenti niente da fare. E aggiungono: d'altra parte noi siamo tanti, quanto a voglia di gelato bastiamo per «garantire le necessità di Torino». La controversia approda in Comune, con l'assessore al Commercio Carla Spagnuolo a cercar di dirimerla: «Solo die qui c'è ben poco da fare — dice —. Quei venticinque gelatieri sono iscritti all'artigianato, non hanno licenza di pubblico esercizio. Abbiamo esteso il loro orario fino alle 21, equiparandoli alle pasticcerìe. In via amministrativa la normativa che abbiamo non consente di più». E quella legge dello Stato n" 558 del 28 luglio 1971? In sostanza, la legge dice che quando vendono anche gelati, pasticceria o dolciumi («svolgendo attività mista soggetta in parte ad autorizzazione di commercio e in parte a licenza di pubblica sicurezza»), i bar devono sospendere la vendita «per asporto» nelle ore'in cui prevista la chiusura per chi somministra quegli articoli, prevaricarne altre duemila. Gli artigiani si rivolgano al Parlamento: se avremo nuove leggi le applicheremo» conclude Carla Spagnuolo, assicurando totale disponibilità. Meno disponibili i commercianti. Vai a comprare gelato in un bar del centro («dodicimila e cinque, non ha le cinquecento?»), mentre paghi nonvni gli artigiani e senti: «Basta con questa storia! La verità è che non vogliono registratoli di cassa, non vogliono pagare le tasse — la cassiera armeggia —. Cosi è. Ecco il suo resto». Scusi, e lo scontrino? «Oddio che distratta, lo stavo dimenticando». Forse è a furia di dimenticanze, vien da pensare, che i commercianti italiani risultano al fisco i più poveri d'Europa (nemmeno il 7% di margine nell'84). Ma con lappata selvaggia questo non c'entra. La maggioranza ha ragione, dice la prassi. E il cono in strada di sera mangiamolo pure tranquilli. Gli artigiani ora la legge la tirano in ballo. Nessuno vieta di mangiare il gelato di sera, s'arrabbiano, purché lo si faccia seduti al tavolino: se il gelato da passeggio non possono venderlo anche loro, i torinesi dovranno star senza. L'assessore allarga le braccia: «Quella dei 25 è soltanto una interpretazione della legge. I titolari dei 1500 bar con licenza di pubblico esercizio l'interpretano in modo diverso. D'altro canto, la licenza di pubblico esercizio non è una licenza mista. Per questo, il problema così come gli artigiani lo pongono parrebbe non sussistere». Hanno torto, insomma? «In materia giuridica non c'è niente di assoluto, esistono le interpretazioni. Ma a me sembra che qui ci siano forzature. Per gli artigiani abbiamo fatto il possibile: persino chiedendo alle pasticcerie torinesi — sono 500 — d'allungare l'orario fino a mezzanotte. I pasticcieri non sono d'accordo. E venticinque persone non possono Eva Ferrerò Contro l'ordinanza comunale ricorso de Anche piazza (In è un posto ideale per gustare un gelato lla Protezione animali alla magistratura

Persone citate: Antonio Turbiglio, Beltrami, Carla Spagnuolo, Gian Mario Ricciardi, Turbiglio, Vittorio Beltrami

Luoghi citati: Europa, Piemonte, Roma, Torino