Il cardinale Glemp incontra ad Alghero i minatori polacchi di Milena Milani

Il cardinale Glemp incontra ad Alghero i minatori polacchi Il cardinale Glemp incontra ad Alghero i minatori polacchi Definisce buoni i suoi Dice: «Quello che contALGHERO — «Mi alzo tutte le mattine alle 6, mi addormento a mezzanotte. Ho talmente da fare che le ore del sonno mi sembrano sprecate. Da giovane scrivevo poesie, facevo anche sport, come quello del giavellotto». Racconta di sé con molta semplicità, ha un volto aperto, gli occhi pungenti, da uomo di campagna, eppure questo cardinale Josef Glemp, primate di Polonia, è in realtà un finissimo diplomatico. Le sue origini sono umili, il padre era operaio nelle miniere del sale, lui ha studiato all'Università Lateranense di Roma (è sfato consacrato sacerdote nel 1956) e poi negli anni successivi la sua carriera è stata folgorante. • Parla benissimo l'italiano e alla conferenza stampa all'albergo Carlos V di Alghero ha risposto a tutte le domande. Ha mantenuto la promessa, cioè di venire di persona il 20 luglio a ritirare il premio Alghero, sezione •Impegno per la pace», ideato dalla saggista Nerià De Giovanni e sponsorizzato dalla locale Azienda di Soggiorno e Turismo; perché non gli era stato possibile essere presente il 25 aprile ultimo scorso insieme allo scienziata Antonino Zichichi, allo scrittore Giuseppe Fiori e agli altri premiati. E'arrivato questo sabato, accolto all'aeroporto dal vescovo di Alghero e Bosa, Monsignor Giovanni Pes, e dal sindaco comunista di Alghero, Enrico Loffredo. Ha viaggiato su un aereo di linea, insieme ai soliti passeggeri che certamente ignoravano la sua identità, e i suoi rapporti con il generale Jaruzelski. «Si, ho un dialogo con lui — spiega — molto duro a volte per entrambi Ma Jaruzelski è un uomo di cultura con il quale si può parlare. E' intelligente, di solito ci vediamo due volte al mese. Io rispetto la sua personalità come lui rispetta la mia. L'impegno per la pace è reciproco, vogliamo servire entrambi la nostra Nazione, per il bene comune». Sarà vero? Il fatto è che Glemp sta facendo molto per la sua Polonia e per la pace nel mondo: dal suo predecessore che era il cardinale Wyszynski ha imparato l'arte di trattare con il potere politico, un'arte difficile che raggiunse il suo culmine quando ci fu il colpo di Stato di Jaruzelski nel dicembre 1081, e c'erano anche i lavoratori di Solidamosc che dovevano essere difesi. «Quello che conta — affermò quella volta il cardinale Glemp — è salvare le vite umane, evitare lo spargimento di sangue. Non importa se la Chiesa viene accusata di temporizzare, di voler fare abbassare la tensione. La Chiesa vuole difendere ogni vita, e perciò in questo regime di legge marziale farà appello, dovunque sarà possibile, alla calma, ella fine della violenza, alla fine deUe lotte fratricide». Parole che hanno lasciato il segno, adesso il generale Jaruzelski ha mutato il suo atteggiamento, considerando la Chiesa polacca conte sua interlocutrice. Nella saletta dell'albergo Carlos V, tappezzata con fogliame e arbusti, dalle cui vetrate si scorge il mare rapporti con Jaruzelski ta è salvare vite umane» o o i e — e i l o o i o a e e r ancora agitato dopo un gran temporale, la Polonia sembra molto lontana, ma per Glemp no, la sua patria è sempre presente, anche durante le missioni all'estero, anche in occasione di questo premio. «Sento molto l'amicizia con l'Italia, con la Sardegna. Questa è una occasione per sottolineare i legami tra i nostri due Paesi». Più tardi leva il bicchiere insieme ai giornalisti in un brindisi augurale di pace. Lo zucchetto rosso sui capelli neri, le grandi orecchie a sventola fanciullesche, il sorriso aperto lo rendono simpatico a tutti, viene voglia di chiedergli cose normali, come «guida l'automobile?» e lui risponde: «Ho la patente, ma sono.un pessimo guidatore». Però le anime le sa condurre, e alla domanda se il materialismo è in crisi, risponde serio che non è tanto certo, perché la Chiesa ha sempre questo avversario di fronte, non da distruggere, ma da convertire. Ieri, domenica, tutta Alghero si è data appuntamento alla Cattedrale Santa Maria, dove Glemp ha concelebrato la messa con i vescovi della Sardegna; subito dopo il cardinale ha incontrato parecchi minatori polacchi che lavorano da anni nel Sulcis Iglesiente. E' stato un momento di intensa commozione, un abbraccio alla patria lontana nella persona del Primate. Nel pomeriggio, solenne premiazione al chiostro di San Francesco, con targa d'oro, e la sera a Ei "toro il pranzo ufficiale in suo onore, con musiche classiche nella stupenda cornice della piscina. Glemp festa anche oggi e domani a Alghero, se il mare lo permetterà andrà a visitare le misteriose caverne del promontorio piit bello della Sardegna, soprattutto la Grotta di Nettuno, immortalata da Valéry. «Leggo i poeti — ha detto — amo gli intellettuali, apprezzo la loro sensibilità, anche se non mi sento di approvare il gesto di quelli che lasciano il loro Paese in difficolta, per cercare altrove la libertà di espressione». Milena Milani