Coazze invita a teatro e Pirandello ritorna...

Celebrazioni per il cinquantenario della morte Celebrazioni per il cinquantenario della morte Coazze invita a teatro e Pirandello ritorna». Il ministro Spadolini ha autorizzato una commissione pei a visitare presidi militari Il paese della Val drammaturgo - Sul COAZZE — Domani Lui- I li Pirandello ritornerà per { una sera quassù, nell'alta Val Sangone, nel •borghicciuol romito, sparso a gruppi qua e là, come dipinto., che lo vide ospite incantato e acuto osservatore fra il 25 agosto e il 15 settembre del 1901. Presenza breve (si parla di suol ritorni successivi a Coazze, ma non ne è rimasta traccia, neppure nella memoria dei più vecchi del paese) ma tanto intensamente vissuta da offrire lo spunto per unire alle celebrazioni della natia Agrigento, nel cinquantenario della morte del grande drammaturgo, una multiforme manifestazione locale ripercorrente, soprattutto, le suggestioni del mondo pirandelliano e dei suoi scritti legati all'esperienza coazzese.. E' questo infatti il sottoti- luigi Pirandello ad un ricevi AI via la «Settiman Sangone ricorda il soggiorno del grande palcoscenico domani sera Paola Borboni tolo dello spettacolo teatra le •Pirandello: ognuno a suo modo- che domani vedrà rivivere qui, sulla scena allestita nel parco comunale, personaggi-macchiette, luoghi, ambienti, immagini colte al volo, impressioni sognanti, un mondo pacifico ma vivo e vibrante (in particolare di quei suoni minimi che rendono più «vero-, e quieto il silenzio: •...acuti, esigui di grilli fritinnìi, risi di rivoli per le zanelle a pie de'prati irrigui.) in cui la «sulfurea» personalità di Pirandello si era acquattata in momentaneo ristoro. Un mondo ricostruito attraverso gli appunti autobiografici del Taccuino, alcune poesie quasi sconosciute e. una rivisitazione del romanzo Giustino Roncella nato Boggiòlo. pure poco noto (è una rielabora- vimento a New York nel 1935 ana Pirandelliana» In una lettera anonima («perché non leva della Capitò hanno parlato di stru zione di Suo marito, pubblicata postuma nel IMI), nonché uno stralcio dal fortunato Ciascuno a suo modo, ricchi tutti appunto di rimandi a quel soggiorno. Il non facile collage è opera del regista Giulio Graglia e del critico teatrale Ivo Franchi, giovani entrambi e molto attivi a Torino. La difficoltà nasce dall'esigenza di impostare e seguire un filo conduttore in chiave teatrale partendo da testi scritti, o spennellati un po' a caso come gli appunti, senza questo obiettivo. Il «gioco delle parti» è sostenuto dagli attori Piera Cravignani (che torna sulle scene per questa occasione dopo alcuni anni di assenza). Mario Brusa e Franco Ferrarone. coadiuvaci da quattro giovani del Centro di formazione teatrale «Alberto Blandi». Il commento musicale è affidato a un repertorio misto ambientato fra gli Anni 10 e 20: brani ■dotti» da Satie. Schoenberg e Stravinskij alternati a ballate popolari locali. La scenografia della diciannovenne Paola Brusa è essenziale ed azzeccata: un fondale rappresentante, in toni seppia da cartolina d'epoca, il paesaggio coazzese come lo vide Pirandello nel tracciare lo schizzo che compare sulla prima pagina del Taccuino, con in primo piano il campanile su cui spicca il motto popolare d'antichissima origine • Ognuno a suo modo, che dovette colpire in modo particolare, com'è facile intuire, il drammaturgo al suo arrivo nel borgo. Il Pirandello non «coazzese» sarà invece subito dopo ricordato, con un'antologia di brani dal suo repertorio più celebre, nientemeno che dall'intramontabile Paola Borboni, in uno spettacolo (in scena stasera a Borgio Verezzi) realizzato a cura di Pierluigi Cominotto. La Borboni, classe 1900. è stata fra le grandi attrici italiane una delle più assidue frequentatrici dello scrittore siciliano, nonché l'unica ad aver formato, negli Anni Sessanta, una compagnia ruotante esclusivamente attorno a usti pirandelliani. La recita sarà inframmezzata dal racconto, si presume condito del suo consueto frizzante humour, di frammenti di vita, aneddoti, piccoli episodi della vita di palcoscenico su e con Pirandello. La serata teatrale di domani è il perno di una vera e propria «stagione pirandelliana» (inaugurata nel maggio scorso con un convegno dedicato alla «risposta» del Premio Nobel ai «problemi di una società in mutamento») impostata e caparbiamente voluta dal sindaco di Coazze prof. Guido Ostorero, dallo storico locale Alfredo Gerard!, gi» autore di un attento studio sul soggiorno pirandelliano 'all'ombra del campanile, e dall'insegnante don Luciano Allais. presidente del comitato promotore. La loro iniziativa, nata un po' in sordina, ha raccolto via via sempre maggiori adesioni, concrete e morali: le celebrazioni coazzesi di Pirandello sono patrocinate dal ministero della Pubblica istruzione e dal Consiglio regionale piemontese; hanno offerto il loro contributo, in varia misura, diversi assessorati di Regione e Provincia, la Comunità montana Val Sangone e, soprattutto, il Rotary Club Giaveno, che ha reso possibile la pubblicazione di un esauriente volume sulle varie ricerche dedicate a quella lontana (e allora, comprensibilmente, pressoché inosservata) presenza. Studi fra i quali spicca quello minuzioso compiuto dagli studenti del liceo sperimentale di Giaveno, scartabellando nell'archivio municipale, raccogliendo testimonianze fra i novantenni, scoprendo fotografie inedite del paese all'epoca, ricostruendo l'ambiente com'era: ne vien fuori un ritratto della ■ Coazze che conobbe Pirandello» In più parti sovrapponibile alla Coazze com'è, quella dove ogni tanto, meglio se fuori dell'affollata stagione estiva, è ancora possibile percepire, andando per boschi. 11 •mister dei cupi borri, sotto i folti glauchi ontani.. di mezzo non c'è alcun «suicidio da leva». Sotto accusa ci sono le strutture della caserma veneziana (che ospita un migliaio di soldati), e che le reclute nella loro lettera hanno riassunto in sette punti: •1) Le camerate sono sovraffollate, i servizi immondi e nel momento del bisogno, l'orina di quelli di sopra ti gocciola in testa; 2) le docce collettive all'esterno dei dormitori sono sporche e i finestroni hanno le chiusure rotte da sempre; 3) lo spaccio non è dotato di alcun conforto, la città offre poco, e per prendere un caffè bisogna fare una coda lunghissima; 4) la refezione è scadentissima, tanto che è entrato nel gergo militare il termine "dieta Capitò". La pizzeria delia-caserma alle 20 chiude, e le code al refettorio sono interminabili; 5) i servizi vengono svolti da pochi, e le varie esenzioni hanno TREVISO — «Per favore, veniteci a trovare, cosi vi renderete conto della sca/sissima professionalità, del pressappochismo, della leggi, resa con la quale ci fanno vivere < nostri superiori, e forre avrr- j mo il coraggio di uscir fuori e parlare con voi senza dovei e. nascondere dietro la t'ergognosa cortina dell'anonimato: Con questo appello si conclude una lettera anonima Inviata da alcuni soldati della caserma Capitò di Portogruaro (Venezia) al parlamentari veneti. Il testo è stato recapitato anche alla procura della Repubblica di Venezia e a quella militare di Padova. L'hanno reso, nota alcuni deputati del pei, allegandola ad una interrogazione al ministro della Difesa Spadolini. n fronte delle protesa 4desta volta non nasce du 1 ennesimo caso di r,onni:r, i. e