«Barmoon»: un circo abitato da mostri di Emio DonaggioSergio Trombetta

ASTITEATRO 8 / Uno spettacolo di Fabrizio Monteverde in prima nazionale ASTITEATRO 8 / Uno spettacolo di Fabrizio Monteverde in prima nazionale «Barmoon»: un circo abitato da mostri Danza «frenata» da cervellotici impedimenti fisici: brache calate, in ginocchio come nani, gambe bloccate da un bastone ASTI — E' un circo abitato da saltimbanchi sopravvissuti, da mostri Inoffensivi « Barmoon» lo spettacolo di Fabrizio Monteverde andato in scena sabato sera in prima nazionale ad Asti per «Astrteatro 8». Il giovane coreografo romano, figura di spicco della Nuova Danza Italiana, con la «Bouje de neige» quest'inverno aveva dato uno spettacolo di teatro-danza sempre più «di frontiera», pervaso com'era di parola; con 'Barmoon', ha costruito invece una pièce soprattutto, forse troppo, danzata. C'è un circo, ci sono dei mostri. E II riferimento a «Freaks», il 'cult-movie' degli Anni 30, di Ted Browning, ambientato in un circo abitato da mostri, ò immediato, suggerito dal coreografo stesso. Ma Barmoon, che è quasi un anagramma di Barnum, è fatto di una realtà lunare lontana dalle agghiaccianti mostruosità di Browning. C'è un domatore, uno strano clown con la gobba e tre ragazze vestite (I costumi sono di Ève Kohler) come lo sono certe donne nei quadri di saltimbanchi di Picasso o come le gemelle siamesi nel « Forains» di Roland Petit. Lo spettacolo, costruito su una successione di scene, slsgats da un Immediato nesso logico, si apre su una sequenza danzata del cinque ballerini (Francesca Antonini, Marco Braga. Donata D'Ureo, Monteverde stesso e Tiziana Starila). E' una danza fluida che si fa a poco a poco aggressiva, e nello sviluppo dell'azione sarà spesso «frenata» da impedimenti fisici del ballerini che danzeranno con le brache giù, In ginocchio come nani, con una gamba bloccata da un bastone, trascinandosi per terra. La musica di Fulvio Muras du una partenza di tipo ripetitivo si concede successive incursioni verso il rock, i ritmi sudamericani, il jazz freddo per assecondare lo svolgersi dell'azione. Alla prima, sequenza succede un 'passo a due' per Braga e Monteverde con le brache abbassate: quali possibilità di danzare concede questa strana situazione con i pantaloni calati alle caviglie e il movimento impedito? Infinite e un po' acrobatiche dimostra Monteverde che costruisce una serie di passi dove lo sviluppo coreografico supera la provocazione, il gusto di mostrar le natiche alla Michael Clark. Da questo Barnum lunare ecco poi uscire due uomini In smoking bianco die danzano con una ballerina In smoking bianco pure lei e un un lato del corpo bloccato da un lungo bastone. Ecco Marco Braga che danza con il fantoccio di una ballerina e la situazione non può non ricordare il valzer che Roland Petit (ancora Petit) danza come Coppelius con la sua bambola dagli occhi di smalto. Ecco, ancora, quattro nane vestite all'orientale avanzare sulla scena con i loro turbanti e i lunghi mantelli. In un gioco di continue trasformazioni'i quattro, che si muovevano in ginocchio, si alzano e le quattro nane diventano quattro odalische, alle quali Improvvisa spunta una barba, che mostrano, alla fine, le loro nudità con la lentezza e la pudicizia di una danza butoh giapponese. Dopo Asti Teatro, che ha prodotto con l'Associazione Baltica lo spettacolo, Monteverde con il suo gruppo sarà domani sera a Villa Gruber a Genova per la serata dedicata alla Nuova Danza Italiana nell'ambito del Festival di Nervi, mentre è attesa per I primi di settembre una sua nuova produzione, la seconda di questa estate, che presenterà al Festival di Rovereto e sarà ispirata questa volle a lonesco. Si T Emio Donaggio Sergio Trombetta

Luoghi citati: Asti, Genova, Monteverde, Rovereto