Mahler rivive tra le «sue» montagne

Dobbiaco, dove il musicista andava in vacanza, lo ricorda con un festival Dobbiaco, dove il musicista andava in vacanza, lo ricorda con un festival Mahlerrivive tra le «sue» montagne Tra gli appimtaménti in programma l'orchestrazione di alcuni «Lieder» dà parte di Beno DOBBIACO — Che Mahler fosse destinato a fama mondiale fino a vent'anni fa o poco più non erano in molti a pensarlo; naturale quindi che a Dobbiaco, in Val Pusterla, dove il compositore trascorse le tre ultime e fertilissime estati della sua vita, non sopravvivesse di lui neppure II ricordo. Tracce tangibili di una stagione creativa che vide nascere il Canto della terra, la Nona sinfonia e i'Adaglo dell'incompiuta Decima aspettavano tuttavia solo di essere tratte dall'oblio. La fama dilagante di una musica che ha in questi anni invaso il mondo suscitando ondate di passione intellettuale e di struggimenti quasi mistici, ha avuto il suo effetto anche a Dobbiaco dove ci si è ricordati che in una sperduta casa di campagna trascorreva le sue estati operose quel musicista nella cui opera pare scorrere il confine tra il moderno e l'antico. Dapprima qualche lapide e qualche cartello indicatore, poi i restauri della casa e Infine un festival che ò giunto quest'anno alla sua sesta edizione. Un festival dedicato a Gustav Mahler in un paese di montagna, sia pur circondato da paesaggi sublimi, pare un'impresa utopistica. Mahler infatti, all'infuori di alcuni Ueder, ha scritto esclusivamente opere sinfoniche, caratterizzate per giunta da un organico orchestrale imponente, e a Dobbiaco l'unico locale In grado di ospitare un'orchestra, neppur troppo grande e In condizioni acustiche' non propriamente eccellenti, è la chiesa parrocchiale. A dispetto di questi ostacoli non lievi, il .Festival Mahler* ha saputo in questi anni svilupparsi egregiamente raggiungendo con questa sesta edizione un livello qualitativo degno del massimo interesse. Ispiratore di una raffinata strategia culturale è il nuovo direttore artistico Henry-Louis de Lagrange, il musicologo francese che In trent'annl di studio è riuscito a bern, il cartellone arretra, apparentemente a caso, nei meandri della tradizione ottocentesca. I richiami a Brahms, al quale Mahler dovette le prime sue importanti affermazioni come direttore d'orchestra, sono abbastanza espliciti, ma quelli a Schubert e a Schumann scaturiscono direttamente dalla conoscenza di dettegli poco noti della biografia. Prima di intraprendere la carriera di direttore e quella di compositore Mahler dimostrò di essere un eccellente pianista; cosi Lagrange è andato a ripescare quelle Sonate di Schubert e quei Pezzi di Schumann che comparvero nei recitals del giovane e ancora sconosciuto concertista per porti oggi sul leggio dei pianisti Michael Dalberto e Jean Claude Pennetier. Attraverso operazioni di questo genere ha prero corpo una bella rassegna di musica da camera nella quale brani pianistici, Lieder, Trii, Quartetti e pezzi corali si dipartono come raggi da un centro ideale formato dalla personalità di Mahler e dalla cultura musicale del suo tempo. Se si aggiungono alla varietà della rassegna la qualità degli interpreti, oltre ai già ricordati pianisti Dalberto e Pennetier, il Quartetto Auryn, il baritono Thomas Hampson e una schiera di raffinati solisti, alcune prestigiose conferenze tenute da Dominique Jameux, Donald Mitchell, Eiiiot Galkin, Giuseppe Pugliese e Rudolf Stephan, si avrà un'idea dell'interesse implicito in questa settimana musicale. Per non fare però un festival con sole briciole, sia pure sublimi, e soprattutto per ricordare la preminente dimensione sinfonica dell'opera di Mahler, il festival prevede al termine di questa settimana due appuntamenti sinfonici di grande interesse in uno dei quali spicca la novità assoluta data dalla prima esecuzione di alcuni Lieder di Mahler proposti con l'orchestrazione realizzata per l'occasione da Luciano Berlo. Proviamo a suggerire un itinerario operistico nell'estate. In Toscana, archiviata la «Festa Musicale Stinna», svoltasi giorni fa a Stia, cittadina in provincia di Firenze (due recite del Geloso schernito di Pergolesl [7] e del Filosofo di campagna di Galuppi e la «novità» // principe Barbablu di Hendrìk Hofmeyr). si può partire domani sera da Firenze con l'ultima recita di Manon Lascaut. Si prosegue poi con una «quattro. giorni» consecutiva (24-27) comprendente: la singolare Batignano con il monteverdiarto Ritorno di Ulisse In patria, il «Cantiere» di Montepulciano, che presenta il «buffo» Don Procopio di Bizet; la deliziosa Barga, con un duplice spettacolo costituito dalla rielaborazione (a cura di Cesare Orselli) dello Sposo, deluso di Mozart e da Mozart a Salteri di Rimskij-Korsakov; e infine l'inaugurazione della «classica» Torre del Lago, protagonista l'inedita «Fanciulla» americana Mary Johnson. Qualche giorno di sosta, poi si riparte, questa volta da Barga, dove II 1° agosto va in scena II paese del sorriso di Lehar. La sera seguente si ritoma a Barignano per // Re Teodoro In Venezia, omaggio a Paislello, musicista tornato in auge. Imbarazzo della scelta il 3 agosto, con un certo vantaggio per Livorno — che, dopo un Insolito Don Giovanni «romano., rappresentato nella prima metà di luglio, mette In scena lo Zanetto del «suo» Mascagni — rispetto a Marlia, dove, sulla scia di Barga, è di nuovo la volta della «rivisitazione» mozartiana operata da Puskhin e RimskiJKorsakov, ma dove si può ritornare il 19 agosto per un altro mettere Insieme una monografia monumentale dove in migliaia di pagine la vita e l'opera di Mahler vengono esplorate in ogni detta¬ Fano della Corte Malatestiana che, grazie all'intraprendenza del nostro Bertone, mette in scena nientemeno che Manon Lescaut (protagonista la* nostra Garbato), Lucia (protagonista la giapponese Deguci) e Norma (protagonista l'americana Strow). Nel centro dell'Italia, accanto alle notissime e cbllaudatissime Terme di Caracalla (Lucia e Turandot), troviamo l'Anfiteatro Romano di Benevento (già archiviate Sonnambula e Lucia, quest'ultima con l'appendice toscana di Camajore che prevede anche Boheme) e, soprattutto, l'inedita «Piazzetta» di Tagliacozzo, dove sono previste rappresentazioni delle rarissime Conversione di S. Guglielmo duca d'Aquitanìa e // cavaliere per amore, rispettivamente di Pergolesl e Piccinini. Quest'ultimo nome evoca subito, per logica consonanza, il Festival della Valle Quest'anno ò di nuovo il turno di Tommaso Traetta, del quale viene proposta l'Ifigenia In Tauride (protagonista la Omilian), seguita dall'integrale di Semiramide (protagonista l'Aliberti). Nella vicina Matera si ricorda invece il settecentesco «genius loci» Egidio Romualdo Ouni con la prima rappresentazione Italiana dell'opéra-comique Nlna et Undor. Restiamo ancora nel 700 con gli spettacoli del «Teatro Massimo» di Palermo trasferiti a Castellammare del Goffo: gli «Intermezzi» Lesblna a Adolfo di A. Scarlatti e Prima la musica, poi le parole di Salieri, e un paio di. opere di Galuppi (il già citato Filosofo di campagna) e di Fioravanti (Le cantatlìci villane). Giorgio Guaterai grange; così oltre al richiami ad opere coeve di Zemllnsky, Korngold, Busoni, Debussy. Scriabln, Strauss, Schbnberg, Berg e We-