La scure sulle parrocchie Sono cinquanta in meno

Ormai quasi pronti in Curia gli elenchi definitivi Ormai quasi pronti in Curia gli elenchi definitivi La scure sulle parrocchie Sono cinquanta in mene Ieri a ViOafranca Piuna sola - Torino-ci Due in meno in città, 75 •cancellate» e 28 create in tutta la diocesi. La grande •rivoluzione* delle parrocchie è già cominciata. Delle 406 che oggi costituiscono l'ossatura del mondo cattolico torinese, ne resteranno circa 356: cinquanta in meno. E' calata la scure, ma solo per riordinare. Sfuma cosi quella ridda di voci che da mesi crea polemiche. Qualche strascico ci sarà sicuramente non appena la cancelleria della Curia metropolitana avrà pubblicato gli attesi elenchi. Le novità sono tante. Alcune attese, altre no. Ma perché 'tagliareti Perché cosi vuole il nuovo Concordato. Da tempo si coglieva l'esigenza di un ridimensionamento ragionato: ci sono zone interessate dallo spopolamento che hanno visto la loro importanza ridursi di giorno in giorno ed ora si ritrovano con le navate vuote, altre sono letteralmente scoppiate e denunciano carenza di preti e di strutture. Ora i patti tra Chiesa e Stato con l'abolizione della «congrua» che prima poteva essere pagata soltanto al titolare della parrocchia, della confraternita, della cappella hanno reso più semplice il terremoto. Torino città conserva 109 parrocchie. Ne perde due, San Filippo Neri e il Corpus Domini (per San Dalmazzo la decisione è ancora sospesa), ma contemporaneamente ne acquista due: Sant'Ignazio di Lojola nel pressi dell'Istituto Sociale e Gesù Cristo Signore in zona Rebaudengo. «In fondo quest'occasione — dicono in Curia — è servita per accorpare piccole comunità, per ridimensionarne altre, per ridare equilibrio. Ambascia' tori dei cambiamenti sono stati i vicari episcopali. «Non abbiamo incontrato particolari resistenze — confida don Rodolfo Re viglio, responso- Piemonte la prima cerimonia: sigla la fusione di cinque comunità in città ne perde due (Corpus Domini e San Filippo), ne acquista due t t La facciata della chiesa di Sabile di Torino Ovest, una zona sulla quale gravitano 400 mila abitanti — Rivoli aveva sette parrocchie e le conserva, Collegno ne ha due in più (sei), Grugliasco aumenta 'di una. La comunità che ruota attorno allo stabilimento Fiat di Rivolto avrà una sua parrocchia». E' stato un lavorone anche se nessuno lo ammette. Soprattutto nei paesi dove c'erano situazioni non facili da risolvere. Il confronto sereno ha permesso di superare tutte le difficoltà. Certo le mini-comunità come quella di Provonda di Oiaveno (50 abitanti) o Ihdlritto di Coazze (35 persone) hanno dovuto dire addio ad una parrocchia tutta per loro. Con tante eccezioni giustificate: come Forno di Coazze dove c'è un santuario meta di migliaia di persone. Delle 132 parrocchie disseminate nella campagna che da Torino s'allunga verso Cuneo, ne rimangono 104. A an Filippo Neri, una delle due paro i o a o A Villafranca Piemonte, ieri, in una solenne concelebrazione è avvenuta la prima fusione»: cinque comunità saranno una parrocchia sola. «Voi Io sapete — ha scritto il cardinale Balestrerò ai primi cinque parroci che si sono dimessi — che questa ristrutturazione è stata studiata per favorire una pastorale più adeguata alle urgenze e alle necessità dei nostri tempi. So che non senza sofferenza vostra e dei vostri fedeli state vivendo questo momento, ma siccome siamo tutti convinti che quando 11 grano di frumento muore nel terreno, porta frutto; ci aspettiamo un nuovo rifiorire di vita cristiana nella comunità intera: Reazioni? 'Nessuna in particolare — spiega don Giovanni Coccolo — certo un po' di dispiacere. Un grande senso di responsabilità di tutti». Non c'erano nodi facili da sciogliere. arrocchie soppresse a Torino Però la gigantesca metamorfosi è avvenuta senza danni. Sono saltate soprattutto le parrocchie di campagna con pochissimi fedeli, snaturate dagli spostamenti della popolazione. Non sono state spazzate via con colpi di spugna, ma unificate ad altre comunità, A Racconigi le due parrocchie saranno una sola, cosi a Cavallermaggiore, e soprattutto tante piccole chiesette nelle frazioni non avranno più il parroco. Non tutto è già stato deciso e qualche piccola tensione resta. D'altra parte c'è tempo fino al 30 settembre, il grande rimescolamento è accompagnato da un'altra minirivoluzione. Molte parrocchie avranno nomi nuovi, altre lo hanno ripulito da fronzoli barocchi e ora si chiameranno in maniere meno roboanti, ma forse più piacevoli, certo più al passo coi tempi. g.m.r.

Persone citate: Curia, Filippo Neri, Forno, Gesù, Giovanni Coccolo, Ignazio Di Lojola, Rebaudengo, Rodolfo Re