Fra dolci concerti e letture in chiostro Viterbo omaggia la Francia che traduce
Fra dolci concerti e letture in chiostro Viterbo omaggia la Francia che traduce Fra dolci concerti e letture in chiostro Viterbo omaggia la Francia che traduce Il premio Montale assegnato a Jacqueline Ri ROMA — Stiamo ritornando ora da Viterbo dove (con un concerto in onore di Montale, con Haydn e Mozart e orchestra da camera di Salisburgo) si sono svolte le ultime due giornate del Premio Internazionale Eugenio Montale. La prima era stata il 7 luglio a Roma, a Palazzo Rivaldi, meno sontuosamente noto come -convento occupato- che da tre anni è la caratteristica sede degl'incontri e del seminari del Centro fra affreschi e mosaici e ombrosi spazi di giardini. Stiamo ritornando In sessanta, tanti erano gl'Invitati venuti da Roma, Milano, dal Veneto e dalla Sicilia, e tutti unendosi al folto pubblico viterbese si sono divertiti e hanno avuto modo di ascoltare e di meditare le letture e le presentazioni che di nuovo si tenevano in un chiostro, quello dell'-etrusca- Santa Maria della Verità, offerto dal comune di Viterbo. Quest'ente sponsorizzante è riuscito a creare con noi un tale stato di grazia da Indurci ad accettare non soltanto II patrocinio negli anni venturi, ma addirittura II progetto di trasformare II Centro In -Fondazione-. Si ancorerà così stabilmente il Premio alla città di Viterbo, arricchendo tra l'altro la «moneti- che quest'anno era di venlidue milioni. Per la sezione riservata a un traduttore straniero la giuria ha deciso di fare un -Omaggio alla Francia- scegliendo Jacqueline Risset, nota studiosa e poetessa, per la sua traduzione dell'Inferno e per I suol saggi danteschi. E due altri traduttori che lavorando in coppia, Philippe Renard e Bernard Simeone, appassionandosi alla nostra poesia del Novecento, hanno notevolmente contribuito a farla conoscere In Francia presso grandi editori e riviste. Per la sezione degli editi italiani hanno vinto due giovani, Antonio Facchin (Il fratto che domina) e Fabio Pusterla (Concessione all'inverno). Tutti del resto sono giovani, nati dopo il 1935. non volendo Il Premio Montale unirsi alla numerosa schiera dei Premi che sovente eleggono -Il più importante-, -il più illustre-, quel sessantenne Insomma che a danno dei venti-quarantenni può raccogliere Risset per la traduzione de premi con la rete a strascico. Facchin, Ideatore Ira l'altro delle edizioni Amadeus di Montebelluna, non è potuto Intervenire per via di un'improvvisa febbre da cavallo. E' corsa voce che fosse colpa dell'emozione, circostanza che la giuria; lusingata, ha molto apprezzato pur rimpiangendo di non poter vedere in faccia il suo eletto. C'era invece Pusterla, altrettanto sconosciuto a tutti, giunto da Lugano bello, simpatico e lestegglatisslmo con il suo editoregentiluomo, Casagrande di Bellinzona. I sette inediti verranno come ogni anno pubblicati da Vanni Scheiwiller, a cura del Centro Montale. Emozionati, talvolta privi alle spalle anche di una sola riga pubblicata, leggevano qualche verso con voce malsicura non priva di svariati accenti regionali. Sono: Luigi Amendola, Franco Buffoni, Dania Lupi, Alessandra Giappi, Ester Monachino, Renato Pennlsl, Stefania Portacelo. Ma ancore, più emozionate sono state le tre vincitrici del premio per una tesi di laurea sul Novecento poetico Italiano. C'era Angelica Van Itterbeek di Lovanio, giunta in aereo all'ultimo momento (tesi su Vittorio Sereni), Maria Teresa Marini della -Sapienza- di Roma (Il Montale de La Bufera) e Paola Manfredi di Firenze (Quasimodo). La loro incredula gioia è dilticile da dimenticare. E la gioia che si può distribuire è forse la massima gratificazione che offrono le fatiche di un Premio così complesso e impegnativo. I membri della giuria e dal Centro devono essere tutti nominati per la loro specificità di amici e studiosi montallani e per il loro lavoro di ricerca. Indicazione e di scelta che si svolge nell'arco dell'intero anno: Giorgio Bassani, Glauco Cambon, Giorgio Caproni, Marco Forti, Giuliano Gramigna, Mario Luzi, Giovanni Macchia, Geno Pampaloni; Goffredo Patrassi, Vanni Scheiwiller, Giacinto Spagnolettl. Quanto a me, non so ancora bene come mi sia stato riservato l'onore di -presiedere- una giurìa così straordinaria, quasi tutta formata da miei amati predecessori e maestri. ll'Inferno dantesco Maria Luisa Spaziarli
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