Amianto-killer triste primato per il Casalese

Amianto-killer triste primato per il Casalese Amianto-killer triste primato per il Casalese H rìschio dì mesotelisedici volte più alto CASALE MONFERRATO —Il ministro della Sanità. Costante Degan, ha ordinato un'Indagine sulla presenza di materiali contenenti amianto nelle scuole e negli ospedali, riconoscendo la pericolosità della sostanza, utilizzata soprattutto in edilizia. Secondo i medici, la fibra d'amianto non solo provoca danni all'apparato respiratorio di chi la lavora, ma sarebbe anche causa dell'insorgere del mesotelioma della pleura, una letale e incurabile forma di cancro. Casale in questo settore detiene un triste primato. Qui, infatti, il rischio di morire di mesotelioma è di ben sedici volte superiore che nel resto d'Italia. Nel decennio 1973-83 sono morte di mesotelioma oltre 60 persone, .ma la cifra va probabilmente raddoppiata perché non sono stati presi in esame i decessi avvenuti in altri ospedali e quelli ascritti ad altre cause', sottolinea il professor Pietro Capra Marzani, già primario di medicina dell'ospedale cittadino Santo Spirito. Continua il medico: «Ciò che,più inquieta è quanto emerge da un esame approfondito di questa lista "nera": la gran parte delle persone colpite da mesotelioma non erano lavoratori del settore amianto, ma cittadini qualunque''. Per avere un quadro più completo del fenomeno, da alcuni mesi ha preso 11 via uno studio medico-epidemiologico finanziato dalla Regione Piemonte con un fondo di 200 milioni. •£' un lavoro che durerà circa due anni e che ci consentirà di avere una radiografia precisa dei decessi da tumore nel Casalese e di verificare nel concreto gli effetti dall'amianto sulla- popolazione», anticipa la dottoressa Daniela Deglovanni, oncologa, che fa parte dell'equi pe di otto sanitari a cui è affidato lo studio. A Casale, quindi, l'a mianto ha uccìso e conti ioma della pleura è del dato nazionale nua a mietere vittime. Ma perché tante morti? La cittadina piemontese è una delle capitali italiane della lavorazione . dell'amianto fin dal 1911, anno di fondazione dell'Eternit, l'ex «gigante» della produzione di lastre e tubi in amianto-cemento in Italia. L'Eternit è fallita a metà del giugno scorso. Aveva 375 dipendenti Negli Anni Sessanta, perù, gli occupati erano più di duemila e l'industria rappresentava il punto di forza dell'economia locale. «Si sono conservate l'occupazione e la produzione sulla pelle della gente; commenta ora Cesare Luparia, socialista, presidente dell'Usi 76 di Casale. Della pericolosità dell'amianto. Infatti, in città si parla da una quindicina d'anni. Nello stabilimento, agli inizi degli Anni Ottanta, si erano installati depuratori e si erano apportate migliorie del sistemi di sicurezza, ma. la produzione di manufatti in amiantocemento è continuata sino allo scorso anno. E la chiusura non rappresenta ancora la fine dell'incubo. Dice Michele Attardo, del consiglio di fabbrica: 'Le morti purtroppo continueranno perché la fibra d'amianto può generare il tumore anche dopo quindici, vent'anni dall'esposizione, quindi vi saranno ancora grossi rischi». Oltre al decessi per mesotelioma, l'amianto ha lasciato alla città una pesante eredità di malattie professionali: sono oltre un miglialo, secondo 1 dati del sindacato, i lavoratori affetti dai asbestosi, la «polvere nel polmoni», come la chiamano qui ' Commenta Luparia: 'Pensando alla situazione di Casate mi^é vtnuto^da sorridere'quando ho saputo che, finalmente, -per l'amianto si era mosso anche il ministro per la Sanità. A Casale sono anni che viviamo il problema sulla nostra pelle'. Mauro Facciolo promuovere la bonifica che si rendesse necessaria. Ci sono due precedenti in materia: l'autorevole normativa osservala negli Stati Uniti fin dal 27 maggio 1982 con dispendio di cospicue risorse finanziarie; e le iniziative avviate da un anno a questa parte in città come Torino e Milano. Ma è solo un primo passo. Ben più pressante è dare attuazione alle tre direttive che la Comunità Economica Europea ha adottato per limitare l'uso e la slessa immissione sul mercato di amianto.e per tutelare i lavoratori esposti ad amianto. Fiato sprecato? Esemplare è la direttiva del 1983 che vieta con alcune deroghe' una varietà di amianto particolarmente pericolosa, la crocidolite. o amiamo blu. Dal 21 marzo 1986 questa direttiva attende inutilmente di essere recepita dal nostro Parlamento con un'apposita legge. E' quindi con impazienza che adesso si aspetta alla prova l'ennesima Ordinanza del ministro della Sanità, dopo le tante di questi mesi su metanolo, rifiuti, nube radiotutiva, atrazina. Un'Ordinanza lodevole, non foss'altro per il fatto, che vieta in Italia l'amiamo blu pur se con alcune eccezioni. Né si dica che è un'arma spuntata: chiunque non osservi il divieto può essere punito con l'arresto. Raffaele Guariniello

Persone citate: Cesare Luparia, Costante Degan, Daniela Deglovanni, Luparia, Mauro Facciolo, Michele Attardo, Pietro Capra Marzani, Raffaele Guariniello