Verdiglione una difficile sentenza

Si conclude forse domani una delle più tormentate storie giudiziarie Si conclude forse domani una delle più tormentate storie giudiziarie Verdiglione: una difficile sentenza Impossibile ogni difesa - La causa MILANO — Domani, massimo dopodomani, il verdetto: Armando Verdiglione e i suoi collabora tori saranno giudicati colpevoli o innocenti per i reati di estorsione aggravata e continuata, abbandono di incapaci, violenza privata? E' stato un processo diverso: per il tipo di imputati, il genere di pubblico, per l'obiettiva difficoltà della materia, per la brille *e impostazione degli avvocati della difesa, per l'obiettiva impossibilità di formulare previsioni sulla sentenza. Gli imputati. Armando Verdiglione e Renato Castelli laureati in filosofia; Chiara Abbate Daga in psicologia; Irruzione di un previsione sulla decisione dei giudici - Le appassionate arringhe dei legali della potrebbe anche essere rinviata al giudice istruttore per un supplemento d'indagine Fabrizio Scarso, in psichiatria; Giuliana Sangalli in lingua e letterature straniere. Il pubblico. Ha manifestato solidarietà in molti e tra questi i «nuovi filosofi» Bernard Henry-Levy e André Gluksmann. Il pittoresco •direttore del dipartimento ricerche' di un 'Istituto per lo studio dell'ipnosi dinamica». Lo scrittore Marek Halter fondatore di •S.OSRacisme». E ancora il pittore Jean-Marc Philippe. Alcune fanciulle con volto esangue ed espressione immobile. Un rabdomante. Altri, numerosi, campioni di varia umanità. La materia. Al centro, il o squilibrato al pron transfert. Attenzione a non confonderlo con la normale capacità di attrazione. che chiunque può esercitare su altri. Chi può stabilire con esattezza il grado di dipendenza che durante questa particolare fase del trattamento lega una persona al suo analista? Attenzione a non reintrodurre il concetto di plagio. E poi nei singoli casi degli imputati con i loro assistiti chi ci assicura che il transfert effettivamente ci sia stato? E siamo sicuri che fossero proprio sedute analitiche? La difesa. In una materia incandescente e rarefatta quanto quella psicologica è onto soccorso dell'ospedale di Tortona difficilissimo individuare prove definite quanto il principio della responsabilità penale personale esige. E' la tesi che, con toni diversi, ha perorato la difesa di tutti gli imputati, e, specialmente, in questi ultimi giorni, l'avvocato Gianni Morrone, per Fabrizio Scarso. La posizione più difficile è di questo psichiatra, accusato di avere estorto 170 milioni a uno schizofrenico. In difesa di Scarso ha poi parlato l'avvocato Emanuele Fragasso. Pur essendosi trasferito nella sede della Fondazione a Senago, ha detto, quel paziente poteva muoversi liberamente, frequentare chi voleva, a differenza, per esempio, degli assoggettati da Braibanti e da Mamma Ebe. Il dottor Scarso, ha proseguito il legale, non profferì minacce per indurre il suo assistito alla partecipazione economica, ma, se per caso ne avesse formulate, ciò proverebbe proprio che non esisteva alcun rapporto di dipendenza. Infatti, ha argomentato l'avvocato, per incidere sulla volontà di una persona assoggettata, è sufficiente una semplice richiesta: «Chi davvero comanda si limita a dire il suo desiderio, non ha bisogno di intimare». Un'arringa tutta giocata su bravura tecnica e spregiudicata capacità dialettica. L'assunzione personale di pesi economici quale prova di buona fede è stata il perno della difesa di Renato Castelli, il quale, per rimanere nella Fondazione ha ipotecato il suo appartamento contraendo complessivi debiti per circa 320 milioni. «Il mio cliente», ha affermato l'avvocato Matteo de Stasio, «è stato vittima della sua smisurata fiducia e del suo credere nelle parole». Moniti a ben valutare le testimonianze sono venuti dall'avvocato Luigi Mariani, che, con Carlo Gilli, ha difeso Chiara Abbate Daga delle accuse formulate soprattutto da Paola Montereale. La testimone raccontò che l'analista l'aveva chiamata, da Tokio, alle 2 di notte, per intimarla di raggiungerla a un congresso: se non l'avesse fatto avrebbe abortito, o sarebbe impazzita. «Questa minaccia certamente inventata», ha esclamato l'avvocato, •equivale alla serie di maledizioni — cancro compreso — lanciate da una zingara stizzita dal rifiuto di lasciarle leggere la mano». Oggi, per Verdiglione, parleranno Luigi Vanni e Alberto Dall'Ora; sabato, c'è stata un'introduzione dell'avvocato Roberto TomassinL Previsioni sulla sentenza. Il Pubblico Ministero ha chiesto 6 anni per Verdiglione, pene dai 2 anni e 8 mesi ai 3 anni e mezzo per gli altri coimputati. Il tribunale potrebbe assolvere ciascuno da ogni accusa. O condannare tutti per la totalità degli addebiti. O ritenere colpevole soltanto alcuni per una parte delle accuse. G 'derubricare» i reati contestati in quelli, penalmente molto meno rilevanti, di truffa e circonvenzione d'incapace. C'è poi ancora una possibilità, sicuramente remota, ma non del tutto impossibile. £' quella di rinviare la causa al giudice istruttore per un ulteriore e più approfondito supplemento d'indagini. Ornella Ilota A»

Luoghi citati: Milano, Tokio