Aiazzone un leader all'americana divorato dalla febbre del successo

La voglia di emergere è una malattia che non dà un attimo di tregua La voglia di emergere è una malattia che non dà un attimo di tregua Aiazzone, un leader all'americana divorato dalla febbre del successo Restare al vertice è di Aiazzone Siamo talmente abituati all'idea che l'America è il solo Paese dove è possibile far fortuna — farsi da solo passando dall'ago al milione — che restiamo increduli quando ci imbattiamo in personaggi che riescono a realizzare il sogno americano in Italia. Eppure in questi anni di grande trasformazione non sono pochi gli uomini e le donne che sono riusciti ad accumulare ingenti fortune o ad emergere alla ribalta della notorietà facendosi da soli; soprattutto nei campi della politica, dello spettacolo e dello sport, ma anche in quelli dell'industria o del commercio, della finanza, del turismo o della moda. A colloquio con la v difficile specialmente per chi «si fa da sé» come inseg Mattei Anche se le loro fortune sono spesso legate a una notorietà locale o regionale e pochi sono i personaggi che riescono ad acquisire una statura nazionale che dura nel tempo. La vita del nuovo venuto — di colui q di colei che cerca di farsi largo e di affermarsi — è difficilissima. La spregiudicatezza e la determinazione necessarie per emergere procurano inimicizie, i segni del successo procurano invidia e gelosia. La nostra cultura, a differenza di quella americana, non e tenera coi nuovi arrivati. Il denaro e il successo non hanno qui da noi quelle virtù taumaturgiche che consentono a chi si è fatto da solo di con¬ quistarsi anche il riconoscimento c la rispettabilità che danno al nuovo arrivato quella tregua, anche psicologico, necessaria per radicare nel tempo i traguardi conseguili. Le nostre classi dirigenti nei vari campi hanno radici antiche e quando non ce le hanno si affrettano a procurarsele in qualche modo per nobilitarsi e per-legittimarsi. Giorgio Aiazzone era uno di questi americani d'Italia, uomo simbolo della possibilità di farsi largo negli affari con la risorsa della" propria determinazione e della propria voglia di riuscire, combattendo quotidianamente contro l'incredulità della gente. Ricordo ancora che la prima volta che vidi in televisione Io spot che lo ha reso famoso lo lessi in chiave ironica; ci ho messo del tempo prima di rendermi conto che quei prezzi e quei mobili esistevano per davvero, che quel «provare per credere» era la chiave di uh messaggio pubblicitario originale che toccava le corde di un vasto mercato potenziale. L'uomo nuovo deve continuamente dimostrare di essere all'altezza di quello che vuole! diventare e più saie in altO'più cresce il numero di coloro che si aspettano da lui la prova del suo valore, che gli chiedono garanzie di durata nel tempo di quello che è diventato, al di là dello stesso orizzonte della sua vita. L'uomo nuovo, in altri termini, deve fondare una dinastia, deve saper radicare le sue fortune in una rete familiare solida di alleanze e di complici. E' per questo motivo che è più facile che un uomo nuovo si affermi nell'ambito delle tradizioni mafiose o camorristiche, cosi strettamente associate all'idea del clan familiare che assiste e rafforza le virtù dell'uomo che si fa da sé. Oppure, al polo opposto, l'Italia è piena di uomini e di donne nuovi nell'ambito della piccola e media industria di quelle regioni nelle quali la famiglia ha mantenuto tutta la sua forza. Del resto anche il celebre film di Orson Welles, Citizen Kane (noto in Italia come «Quarto potere») mostra bene l'itinerario psicologico dell'uomo che si fa da sé e dei rischi che corre quando non riesce a mettere in atto, accanto alle risorse di spregiudicatezza che gli servono per emergere, le risorse di tipo cooperativo necessarie per costruire le alleanze, innanzi tutto quelle familiari. L'Italia è piena di uomini e di donne che si sono fatti da sé ma che sembrano consapevoli delle ambiguità delle luci vedova di Aiazzone egnano i tragici casi di Ma della ribalta e preferiscono l'ovattato silenzio della provincia o il discreto successo d'oltreconfine piuttosto che le prime pagine dei giornali. Del resto non sono pochi gli esempi che la cronaca ci offre di successi straordinari che si sono trasformati nel loro contrario: in cadute tragiche, ammantate di misteri sicuramente legati, nel bene o nel male, ai modi rudi e ineleganti coi quali il successo è stato conseguito. Penso ai nomi di Mattei, di Calvi, di Sindona; uomini tutti che erano riusciti ad emergere con una forza e con una determinazione che li aveva fatti ritenere, ai loro tempi d'oro, invincibili. Ma i concorrenti, i nemici coi quali l'uomo nuovo Mattei, Calvi, Sindona Calvi si confronta, raramente cedono le armi. L'uomo o la donna che si fa da sé — l'imprenditore, il creatore, l'inventore — per emergere e per radicare nel tempo la sua riuscita deve usare due tipi di virtù che raramente si trovano concentrate in un'unica persona: la determinazione di chi non ha nulla da perdere ma anche lo spirito cooperativo di chi deve costruire una squadra e una rete di alleanze e di protezioni, a cominciare dal ristretto ambito familiare. Chi non riesce a usare entrambe queste virtù prima o poi cade dalla posizione, anche alta, che era riuscito a raggiungere. Giovanni Becheiioni

Luoghi citati: America, Italia