Con pennello e colori sognando un certo Utrillo di Angelo Mistrangelo

Migliaia di impiegati, casalinghe, operai alla domenica si trasformano in romantici pittori Migliaia di impiegati, casalinghe, operai alla domenica si trasformano in romantici pittori Con pennello e colori sognando un certo Utrillo Un richiamo al quale Dipingere rappresenta, da sempre, un mazzo par esprimere interiori sensazioni, per Interpretare il proprio tempo ed I momenti, te angore», le attese dell'uomo. Per altri Invaca, a sono molti, viene considerata una placatole alternativa alla propria condizione quotidiana, un'occasione per ritrovarsi con gli amici e misurarsi con gli aspetti più suggestivi delta natura. A questa e numerosissime schiere appartengono I cosiddetti «pittori dalla domenica» che, abbandonati par un giorno I consueti Impegni di lavoro, dedicano II tempo Ubero ella pittura. La campagna piemontese e lo splendido scenario dal Cervino, Il paesaggio toscano caro al macchlaloU e le nebbie che avvolgono Il Navìglio a Milano, la preziosa luca sul palazzi veneziani, costituiscono altrettanti motivi di interesse par questi pittori tradizionalmente figurativi, con richiami, nei casi più telici, al vedutismo 4. le non si sono sottratti Montale e Bozzati - Diping del tardo Ottocento e dei primo Novecento. Si può quindi affermare che questo tipo di pittura continua ad essere aumentalo da autori che. rileva II giornalista o scrittore Ernesto Gabello, sono da considerarsi «figure letterarie In una sodata coma l'attuale, che torso non esistono più». Sono In effetti, personaggi che sembrano appartenere al passato, ai ricordi, agli artisti che si soffermavano con H cavalletto di fronte a un ghiaccialo o alle acque di un lago o tra le canne e le viti riarse dal sole sulle colline del Monferrato. In questo ritornare a considerare Il paesaggio coma tonte d'ispirazione, dopo Pavventura dell'avanguardia dal nostro secolo, si «scoprono» Impiegati ad operai, casalinghe a professionisti, che giorno par giorno ritrovano luoghi, luci e scorci d'ambiente per le toro composizioni: «Ve ne sorto molti — nota Enrico Pao lucci nei suo studio di piazza Vittorio Veneto — a volte sono abbastanza bravi. Una figura emblematica a Torino è stata quella di Nicola Galante. Lavorava come ebanista a poi vaniva nel mio studio. Era un Intellettuale ed aveva rapporti con I "Sai", pur rimanendo artefice di una pittura molto Ingenua». Appara senza dubbio, perciò, che al di la delta propria professione, tra I motti che partecipano ri scono alle scuola di pittura aziendali o trascorrono solitarie giornate nelle Langhe. possa emeigere un pittore Indiscutibilmente vero, creativo, vitale. Del resto sono questi i desideri di tutti; di confrontar»! con gli altri, di trovare una propria dimensione e un proprio linguaggio, di approdare a mostra a premi qualificati. Ne sanno qualcosa, a questo proposito, gli organizzatori dei «Premio nazionale del pittore sconosciuto», indetto dal mensile 4 ere fa bene a patto che n •Arto» data Mondadori, che hanno ricevuto più di duemila adesioni provenienti da Roma e da Udine, da Racconigl a da Napoli, Viareggio, Parma, Caserta, Firenze. VI e in questi pittori il desiderio di trovare un mei canta che difionda la loro opera, di entrare netta più ristretta cerchia dei «professionisti» e quindi vivere solamente di pittura e partecipare atta grandi wtanitosta rioni artistiche. Tutto ciò rimane, talora, una meta irraggiungibile, una segreta e sottile angoscia che si trascina per anni con profondi rimpianti: «Non ho tatto l'Accademia, sapessi la prò spettora sarei migliore...». I riferimenti sono talvolta tati da aumentare speranze ed inconfessati trasailmenU. Anche Ce zanne, dicono alcuni, ara stato bocciato alla scuola d'arte con un pesante giudizio: «Temperamento di colorista, ma disgraziatamente dipinge In modo sregolato»; mentre altri ricordano che Arturo Tosi, uno on subentri la frustrazione dei protagonisti della pittura contemporanea, è stato considerato per motto tempo un «dilettante». Ed ancora, Mino Rosso, lo scultore del «secondo futurismo» presente a Palazzo Grassi a Venezia, alternò, per sopravvivere, lo studio della scultura e detta pittura al lavoro di pasticcerò alla Romano e Basa di piazza Castello che I torinesi degli Anni Trenta certamente ricordano. Forse la definizione di «pittore della domenica » è, in questi ultimi tempi, caduta In disuso, ma resta pur sempre II concetto di un Impegno limitato, di velleità alimentate dalla crescerne mercificazione del prodotto artistico, di una ricerca d'immagine non sempre felicemente risolta. «Vette con una certa simpatia — affanna Mario Calandri, per anni titolare della cattedra di Incisione all'Accademia Albertina — coloro che amano la pittura e al dilettano con continuità e Impe¬ ne da artista mancato gno. C'è gente che ha Intrapreso tale attività con modestia, ha affi nato la propria tecnica divenendo buon pittore». Buoni pittori, a volte ottimi sono anche gli scrittori (da Buzzatl a Montate) che affidano atta pagine di un diario Intimo te emozioni, te impressioni, te voci di una realtà trascritta secondo linee e colori ed Impasti wateil.l. Sono questi «pittori detta domenica» o solamente il risvolto di un diverso modo di comunicare? In ogni caso questi artisti continuano nella loro esperienza ed è possibile vederti alla Gran Madre lungo I Murazzi dai Po, al Valentino ed In Atta Val Su sa. Qualcuno, attentamente, H os serva in silenzio, altri rammentano che un atomo Utrillo, mei dipingeva suite rive detta Senna, Innervosito dalla curiosità dei passanti, esclamò: «Credete che stia pescando?». Angelo Mistrangelo

Persone citate: Arturo Tosi, Ernesto Gabello, Mario Calandri, Mino Rosso, Nicola Galante, Utrillo