Sull'erba Becker non si batte

Lendl costretto alla resa in tre soli set nella finale di Wimbledon Lendl costretto alla resa in tre soli set nella finale di Wimbledon Sull'erba Becker non si batte Il cecoslovacco nel terzo set ha peappuntamento all'anno prossimo - vojinovic, in finale contro un avversario che sull'erba sembra esserci nato non ha potuto fare altro che arrendersi, pur leggittimando con il suo comportamento ed i suol progressi 11 titolo di campione del mondo. Onore dunque a Lendl, ma applausi a Boris Becker. Lo scorso anno era arrivato al successo fra la scórpresa generale, quasi per caso. Il suo cammino era stato spazzato dagli avversari più solidi: Curren in finale, era stato avversario troppo emozionato per opporgli adeguata resistenza. Allora il ragazzo tede¬ dal nostro Inviato RINO CACIOPPO londra — Ivan Lendl è giustamente campione del mondo, ma sull'erba di Wimbledon deve cedere lo scettro a Boris Becker che si è confermato vincitore nella «centesima» edizione del torneo con pieno merito, con piti facilita del previsto, in tre soli set, in due ore e due minuti. In semifinale Becker aveva prevalso sul francese Le conte forte della disparità di peso. Era stato un match fra un «massimo» ed un «medio». Questa volta, In finale, era un match fra pari peso, due bomber di pari forza. 11 risultato perù rinvia al prossimo anno Ivan Lendl. Diceva giustamente Fred Perry, il campione Inglese vincitore a Wimbledon nel '34, '35 e '36: «Grazie agli insegnamenti di Tony Roche, oggi Ivan Lendl sa servire molto bene ed ha imparato a giocare le volée. Ma non è ancora un giocatore 'serve and volley'. Perché quando deve giocare la volée non ha ancora gli automatismi necessari per arrivare puntuale e nella giusta posizione per giocare il colpo al volo». Se grazie alla sua solidità, alla sua maturità, ai suoi progressi, Lendl era riuscito a superare gli ostacoli di La valle, Freeman, Mansdorf, con relativa facilità, e poi soffrendo aveva avuto la meglio contro Anger, Mayotte e Zi- Il presidente von rso l'occasione per Per il diciottenne sco, ancora diciassettenne, aveva tutto da guadagnare e nulla da perdere, e potè giocare la finale con l'incoscenza della sua giovanile baldanza. Questa volta 11 ragazzo tedesco era atteso da tutti al varco con il fucile spianato. Doveva fare i conti con la pressione che grava sul campione uscente. Ha faticato a tenere la concentrazione nella prima settimana, battuti facilmente Bengoechea . e Tom Gulllkson perdeva un set contro l'anziano McNamee, poi prendeva la rivincita di Parigi contro lo n Weiszaecker si con er rimettersi in partita - Ma il campione del mondo dà tedesco un successo che vale più della vittoria dell'85 svedese d'america Pernfors, quindi batteva Mecir e Leconte prima di arrivare caricatisslmo alla sfida decisiva, padronissimo del suo servizio, dei suoi colpi, del suo piacere di giocare sull'erba del «centre court» dove può fare sfoggio del suo senso acrobatico per spettacolari volée in tuffo, che fanno la felicità del pubblico e dei fotografi Cosi per il secondo anno consecutivo il ragazzo tedesco che è allenato da Bosch, consigliato da Ion Tiriac ha ricevuto la coppa d'oro del vincitore del singolare maschile. Gliela ha consegnata gratula con Becker invece del Duca di Kent il -.moschettiere» del tennis francese Jean Borotra, 88 anni, vincitore a Wimbledon nel '24 e nel '26, il giocatore che aveva fatto vedere le prime volée in tuffo rilanciate da Becker dopo 11 nostro Adriano Panatta. La partita ha esaltato la prevista grande importanza del servizio, i due giocatori hanno messo a segno più o meno la stessa percentuale di prime palle di battuta (53 per cento per il cecoslovacco, 52 per cento per 11 tedesco), ma Becker ha vinto nettamente la guerra degli «aces» (15 a 6) negli spogliatoi con un numero pressocché pari di doppi falli (7 Boris, 6 Ivan). Ed in più ha saputo trovare la battuta giusta quando contava, nei momenti più delicati e pericolosi, come quando ha dovuto annullare tre consecutivi setpolnt del cecoslovacco nel terzo set sul 5-4. Lendl, invece, nel gioco successivo, quando poteva almeno conquistarsi il diritto di disputare il tie-break, ha servito meno bene, e quando sul 15-30 ha giocato un buon passante che ha colpito il nastro, Becker in tuffo ed ormai battuto ha trovato la prontezza di riflessi per riprendere la palla e portarsi al decisivo break-point fra il delirio del pubblico per chiudere il match nel gioco successivo. Nel primo set Becker aveva iniziato con un «ace» la partita ed aveva poi faticato a salvare il games giocato in pratica con la seconda di servizio. Aveva subito il primo break della partita nel quinto gioco ma lo aveva restituito prontamente per poi vincere il set al decimo gioco. Iniziava il secondo set con tre «aces» di fila e si aggiudicava la seconda frazionae con un break nell'ottavo gioco. Terzo set break di Lendl nel secondo gioco, Becker lo restituisce nel settimo e quindi l'emozionante finale che premiava la maggiore attitudine del tedesco alla superficie erbosa. Una conferma più che ligittlma. Ivan l-endl ha resistito solo o tre set, due ore e due minuti, al diciottenne Boris Becker

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