Quello storie d'onoro o d'anarchia che aleggiano su Carrara con Bresci

Dopo i quindici mandati di comparizione per il tanto discusso monumento Dopo i quindici mandati di comparizione per il tanto discusso monumento Quello storie d'onoro o d'anarchia che aleggiano su Carrara con Bresci Gli abitanti (che sostengono di essere celti) si sentono eredi di una profonda cultura legata al marmo e alle lotte sindacali Tra gli esponenti del comitato un leader storico, Ugo Mazzucchelli, che ha dedicato alla causa 65 dei suoi 83 anni di vita CARRARA — Come Massa, sorella-rivale con la quale forma un unico territorio provinciale, ha 69 mila abitanti. Tutti caparbi, si dice, scontrosi e sognatori. Non si sentono né liguri né toscani né tantomeno parmensi; sostengono di essere celti. Sono comunque gli eredi, se non più gli esponenti, di una radicata, profonda cultura anarchica che ha fatto storia, il sindacalismo anarchico postrisorgimentale che con aspre lotte conquistò i lavoratori del marmo cambiandone le "dure condizioni, è cosa loro. Ed è al marmo che Carrara, nel bene e nel male, ha legato le sue sorti. Oggi lo esporta con discreto profitto nonostante le frequenti pressioni del mercato e le menti calde, gli anarchici — che è perfino impossibile quantificare a meno di non servirsi delle schede bianche che ad ogni tornata elettorale fanno la loro comparsa — sembran ormai un caro, glorioso ricordo del passato. Ma le antiche storie d'onore e sovversione, di anarchia, di ideali e di riscatti sono improvvisamente tornate alla ribalta con quindici mandati di comparizione emessi dal giudice istruttore del tribunale di Massa, Vincenzo Di Nublla, nei confronti di altrettanti consiglieri comunali di Carrara. Esplode il «caso Bresci». Apologia di reato (in questo caso regicidio) è l'accusa ipotizzata per gli amministratori responsabili di aver firmato, il 25 marzo del 1985. una delibera per la concessione di uno spazio destinato ad ospitare un monumento a Gaetano Bresci, l'anarchico che il 29 luglio 1900 tornò dall'America per uccidere, a Monza, re Umberto I. La sua città natale. Prato, gli ha addirittura dedicato una via «eppure — commenta uno del consiglieri inquisiti — chi votò la delibera non è finito sotto processo, nonostante la decisione fosse del Comune e non sollecitata dalla volontà di popolo come in Da tutta Italia questo caso». Una denuncia presentata in tribunale dal segretario provinciale del msi di Massa Carrara ha messo dunque in moto il meccanismo giudiziario che coinvolge: sei socialisti, cinque repubblicani, un socialdemocratico, un indipendente eletto nella lista de e tre comunisti. I voti dei deliberanti furono quindi 16 ma il consigliere repubblicano Giorgio Da Mommio, eletto deputato nel marzo scorso, senza l'autorizzazione del Parlamento resta, per il momento, fuori dalla mischia. La scultura, a Bresci è si un'idea degli anarchici carrarr 1, ma del comitato promotore, per la verità, fanno parte personaggi di ogni credo politico e culturale, italiani e stranieri. Molti gli storici tra cui Enzo Santarelli, Ferdinando Cordova, Lucio D'Angelo, Franco Molbese. Per i non anarchici il monumento è solo un modo di raccontare la storia, quella vera, efficace e immediata che, dicono, si apprende più per sentito dire che sui libri di testo. «Non mi verrebbe mai in mente di aderire allidea di un monumento ad un palestinese che fa scoppiare una bomba — commenta Rosaria Bertolucci membro del comitato — l'omicidio è comunque un atto deprecabile, ma noi non diamo un premio a Bresci. Il suo monumento è un simbolo, un monito contro ogni violenza. Lo stesso Bene-\ detto Croce avallò il suo gesto definendolo un epilogo: La fine di un re, rincara un repubblicano sotto inchiesta •che buono non era di sicuro. Bava Beccaris che sparò sulla folla con i cannoni, dopotutto, era un suo generale». Fa parte del comitato «prò Bresci» un leader storico, Ugo Mazzucchelli, 83 anni, 65 dei quali votati alla causa. Personaggio di spicco della Resistenza, ha conosciuto la galera e la logica del comando nelle formazioni partigiane. C'era anche lui l'altra mattina a Palazzo di Giustizia in piazza De Gasperi a Massa. Solidale, nonostante gli acciacchi dell'età, ha voluto attendere nei corridoi che finisse la prima tornata di interrogatori il cui termine è fissato per la metà di luglio. Eppure, il vecchio anarchico non voleva far parte del comitato per timore che la sua presenza potesse intralciare l'iniziativa. Dagli aderenti gli fu invece addirittura imposta la carica di presidente. «Se finiremo in corte d'assise chiameremo i migliori penalisti e il processo a Bresci sarà rifatto» ha commentato. Ma l'eventualità è lontana; la sentenza in virtù della correzio¬ ne del codice Rocco dovrebbe essere assolutoria perché «il fatto non sussiste». Il monumento, in ogni caso, si farà. Il bozzetto è stato donato al comitato da Sergio Signori, comunista, autore in Francia del monumento ai fratelli Rosselli. La pratica per il via alla realizzazione dell'opera, respinta in un primo momento dal Coreco, perché mancante della planimetria, è in fase di ultimazione. Il monumento a Bresci sarà eretto proprio nel posto già prescelto, di fronte al cimitero di Turigliano. E' 11, al centro di un bel giardino, che da un lato guarda il viale che collega Carrara al mare e dall'altro la Via Aurelia, che dovrebbe sorgere l'opera monumentale per la realizzazione della quale saranno impiegate circa trenta tonnellate di marmo. Donatella Bartolini

Luoghi citati: America, Carrara, Francia, Italia, Monza, Prato