Può esistere l'umorismo senza la fede? Due voci di qua e di là della barricata

INTERNO INTERNO Può esistere l'umorismo senza la fede? Due voci di qua e di là della barricata Giuliano: «Con la religione ho un rapporto fallito: mi manca, ma la Chiesa mi ha deluso» Oericetti, credente: «Se c'è rispetto per l'uomo si può essere umoristi e non credenti» Il diavolo e l'acquasanta. Il mangiapreti e Tanti-mangiapreti. «Civiltà Cattolica», autorevole rivista dei gesuiti, dedica l'editoriale del'ultlmo numero all'umorismo, ma non dice che anche questo terreno è diventato da tempo campo di battaglia. Peppone e don Camillo si affrontano a muso duro. Molti sono gli umoristi schierati da una parte o dall'altra della barricata: quelli che non esitano a prendere di mira Papa, vescovi e istituzioni religiose, tirandosi dietro proteste e querele. E quelli che invece, anche alla luce dell'esperienza religiosa, affrontano di brutto i temi In voga nella società secolarizzata, suscitando rabbia e stizza fra 1 laici. La posizione di «Civiltà Cattolica» ROMA — «Senza un'autentica feda religiosa l'umorismo b non eslate o è un suo sottoprodotto. E sani.3 di esso I nostri gloml sono lambiti dalla disperazione, dall'Insignificanza, dalla schiavitù». E' quanto sostiene l'editoriale dell'ultimo numero della rivista «Civiltà cattolica». La rivista sottolinea che la letteratura antica non conosceva umorismo, ma comicità, cosi come quella moderna, quando è ispirata al nichilismo o all'assurdo che si erge a giudice del mail del mondo. «Civiltà cattolica» propone poi alcuni raffronti: In Shaw e Beckett c'ò Ironia, riso amaro, piotò desolata; In Cheotorton e In Manzoni c'è Invece umorismo concepito In chiave cristiana. Cosi come quello di Tommaso Moro o di Papa Giovanni, del quale cita una frase: «Lo.Spirito Santo ha scelto me, al vede che vuol lavorare da solo». Due nomi che, a modo loro, son anche due simboli opposti: Giuliano e Clericettl. IT- primo, autore di vignette pungenti con crocifissi e pontefici, ha collezionato almeno 150 denunce. Il secondo, cattolico, battagliero e assai poco accomodante, si è rivelato autore scomodo per gli stessi cattolici. Giuliano Rossetti, 51 anni, titolo dell'ultimo libro pubblicato, «I ragazzi del presi¬ dente», vive e lavora a Firenze. — Chiesa, preti e religione sono spesso i temi preferiti delle sue vignette. Perché? >Per la Chiesa ho una specie di amore rovesciato: sono stato cattolico da giovane, andavo in chiesa, ero iscritto all'Astone Cattolica. Poi è successo qualcosa, una crisi mistica al contrario: mi è sembrato che il senso profondo del cristianesimo fosse stato stravolto dalla Chiesa. Di qui sono nate le vignette con i crocifissi e i preti». — Le piace cosi tanto dissacrare? «La mia non è una dissacrazione, direi che è piuttosto la scontentezza di essere stato deluso. Il mio crocifisso non è mai cattivo: è un rapporto fra l'uomo e il mondo che lo circonda. E in questo rapporto c'è molta più. religione di quanto non sembri». — Nessuno ha mai protestato per le sue vignette? •Si, moltissimo: quando collaboravo at "Male", ho avuto qualcosa come 150 denunce. Ci sono gruppi clericali molto forti in Italia, che non si limitano a fare chiacchiere, ma ricorrono al magistrato'. — Qual è il suo rapporto con la religione? « Un rapporto strano, come di un'occasione fallita. Eppure mi manca. Alla Chiesa però non credo, quindi non ci vado*. — Non si è mai pentito di qualche vignetta un po' troppo spinta? «Sì. certo. Però quando lavori per un quotidiano e sei costretto a fare 10 vignette in mezz'ora, può anche succedere di non trovarti soddisfatto di una parte del tuo lavoro: — Non crede che sia stato troppo facile, in questi anni, fare satira sulla Chiesa e sul Papa? .... , :, . 'Sì, perché era una materia nuova. Fino a un certo punto non se ne poteva far niente, perché la Chiesa in Italia era tabù. C'era un accumulo di controriforma che premeva contro lo stomaco! A un,certo punto la diga si è rotta e abbiamo avuto l'alluvione. E l'alluvione é. sempre scomposta: colpisce gli innocenti'. — Perché tanta alluvione di satira sulla Chiesa, e cosi poca alluvione di satira su altre istituzioni, tipo il sindacato o il pei? Questo è anche vero, però c'è un fatto di cui bisogna tener conto: la satira politica l'hanno fatta per primi i giornali di sinistra: non era logico che gli umoristi si scagliassero contro il piatto in cui si mangiava. Poi la satira politica si è evoluta: oggi anche la sinistra viene presa di mira, tant'è che l'Unità dedica alla satira un inserto settimanale*. — Tutto è lecito pur di far ridere? No: ogni vignetta deve avere un suo significato è una sua catarsi. Le stonature sono da respingere*. Da Giuliano a Clericetti Dal Polo Nord al Polo Sud. Guido Clericetti 46 anni, titolo dell'ultimo libro pubblicato, ..Ridiario», vive e lavora a Milano. — Militando nell'area cattolica, non si sente dall'altra parte della barricata? •A volte sì: nel campo dei mass-media la mia è una situazione di minoranza. Sebbene normalmente la satira venga fatta da una minoranza contro la maggioranza, oggi nel nostro Paese, succede esattamente il con- trario: è il potere di chi detiene i mass-media a sponsorizzare la satira. E questo potere non è certo in mano ai cattolici*. — Ogni umorista ha un avversario: qual è il suo? •La menzogna, l'ossequio del conformismo all'opinione dominante. Come insegna la favola di Andersen: il re è nudo, tutti lo vedono, eppure tutti si affannane a dire che è vestito*. — Chi è oggi il «re nudo»? • Chi pontifica negli articoli di fondo di certi giornali, pretendendo di avere la verità in tasca e di giudicare tutti e tutto*. — Nessuno ha mal protestato per le sue vignette? •Come no: soprattutto in campo cattolico*. — A quale delle sue vl- gnette è più affezionato? ■•Tanti anni-fa, quando ancora lavoravo a' Epoca, era in voga una commèdia, "Il vicario", scritta da un autore tedesco, Hochhuth, che accusava Papa Pio XII di essere stato connivente con i nazisti. Ricordo di avere pensato a lungo a una vignetta da dedicare a quest'opera. Alla fine mi venne l'idea: un signore si presenta al botteghino del teatro dove si rappresenta la corn¬ media e chiede: quanto costa il biglietto? Il cassiere risponde: trenta denari*. — Ci può essere umorismo senza fede religiosa? •Chesterton diceva che se qualcuno deve avere il senso dell'umorismo, questi deve essere il cattolico, visto che ha una concezione della realtà a lieto fine*. — E invece? ' 'Spesso sono proprio i credenti ad apparire più immusoniti e tristi di tutti gli altri*. — Dunque ci può essere umorismo senza fede? •SI, se c'è il rispetto e l'amore per l'uomo*. — Perché tanti umoristi se la prendono con la Chiesa? •Perché lo scegliere un grande bersaglio può dare l'illusione di essere grande a etti lo prende di mira*. - —' L'umorista può anche essere Volgare?1 •Là materia può essere volgare; la volgarità in se stessa non è quasi mai divertente*. — Se un gesuita facesse la caricatura di Clericetti, dove la piazzerebbe, in Pa radiso o in Purgatorio? •I gesuiti sono tolleranti in Paradiso, magari vicino all'uscita*. Mauro Anselmo

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