Il dramma di Otello in versione danzata

A Vignale la José Limon Dance Company, uno dei più attesi gruppi internazionali A Vignale la José Limon Dance Company, uno dei più attesi gruppi internazionali Il dramma di Otello in versione danzata «La Pavana del Moro», capolavoro della storia del balletto, con bravissimi interpreti Capolavoro assoluto nella storia della danza, e costruito sullo shock psicologico dei protagonisti scespiriani, La Pavana del Moro su musiche di Purcell è la più grande creazione e manifesto del pensiero del maestro. Il più Icastico quadro della corrosiva forza di distruzione della vita-e della felicità del quattro protagonisti da parte dell'irrazionale, dramma racchiuso nei confini di una festa da ballo. Versione óeWOtello sotto forma di trattenimento di corte, la danza Inizia con i graziosi inchini di orpello rinascimentale per procedere con ampi e concitati percorsi, sempre più urgenti di tensione emotiva, sino alla fatale conclusione. Magistralmente concentrata l'interpretazione dello splendido quartetto: il Moro di Carlos Orta, nobilmente tragico nella sua lacerante gelosia; lo Jago di Lutz Forster, ambiguo e viscido nelle sinuose movenze di serpente; l'Emilia di Carla Maxwell malignamente insinuante, e la Desdemona di Nina Watt teneramente incredula nel suo sfortunato candore. Hanno completato l'appiauditisslmo programma El Ultimo Canto di Carlos Orta, brano folklorico ispano-americano sul rituali e le antiche mitologie amerindle, e There Is a Urne, altro capolavoro di José Limon con tema tratto dall'Ecclesiaste: 'Ogni cosa ha la sua stagiona». Evocazione del passaggio del tempo sui temi biblici del nascere, seminare, vivere l'amore, uccidere, piangere c morire. Entusiastiche le accoglienze del pubblico a tutta la mirabile compagnia. Gii Sd VIGNALE — Vignale Danza ci ha offerto sabato sera la preziosa occasione di vedere uno dei migliori gruppi internazionali di più rigorosa e audace professionalità, la José Limon Dance Company, erede di due fra le maggiori tradizioni «modem» nel mondo. Quella di Kreutzberg-Leeder e quella di Humphrey-Weldman, mirabilmente fuse dal suo fondatore, il messicano José Limon, del quale la compagnia, ora diratta da Carla Maxwell, perpetua fedelmente la tecnica e conserva la ricca produzione coreografica. Convinto che nella vita non vi è nulla di semplice e di puro, e che come in un dramma greco predominano violenza, peccato e tragedia, Limon trasferì nelle opere le stigmate della sua filosofia, definendo la danza l'unica vera bellezza che bilanci gli orrori della guerra e che aiuti a risolvere I grandi conflitti dello spirito umano. Testimone della rivoluzione messicana e aperto alle Ideologie sociali, combatterà razzismo, Ingiustizie e politiche nefaste mettendo la danza al servizio dell'uomo aggredito, umiliato e vilipeso, ma che conserva In sé una particella del Cristo. Definirà se stesso il più ateo dei cattolici ed il più cattolico degli atei. La danza dovrà testimoniare la miseria e la grandezza dell'uomo affrancandolo dalle interiori agonie. Svilupperà quindi quella che chiamò «/a voce dei corpi», espressa dalla continua lotta del movimento situato tra 'due morti»: la posizione verticale immobile e il corpo inerte caduto a terra «Target»: a Reggio Emilia la danza parla olandese

Luoghi citati: Emilia, Reggio Emilia, Vignale