Madre Europa vede oltreoceano figli discoli che devono crescere di Giovanni Bechelloni

Madre Europa vede oltreoceano figli discoli che devono crescere Madre Europa vede oltreoceano figli discoli che devono crescere Quante ambivalenze nello sguardo europeo sull'America! E viceversa. Complessi di inferiorità e di superiorità s'intrecciano rinviando dalle due sponde dell'Atlantico immagini irriconoscibili, deformate dall'ironia: e dall'incomprensione. Mai come in questo periodo i due continenti — il vecchio e il nuovo — sembrano incapaci di comprendersi. Sono bastate poche immagini televisive sull'attacco terrorista palestinese alla Achille Lauro per cancellare di colpo milioni di americani dai computer delle agenzie turistiche e noi europei fatichiamo a renderci conto come ciò sia stato possibile. In questi giorni non pochi giornali hanno ironizzato sulla Festa della Libertà, sul miscuglio di cattivo gusto e di commercializzazione con il quale la nuova America celebra la sua identità: le sue radici e le sue proiezioni verso il futuro. Noi europei — e noi italiani forse ancor più degli altri — siamo abituati ai giochi di chiaro-scuro e alle sfumature, alle parole che non hanno rapporto diretto con i fatti. Siamo maledettamente complicati e mutevoli, attenti ai mille possibili significati che la frequentazione delle mediazioni simboliche ci ha abituati a decifrare nelle vicende della vita e della storia. Low, gli americani, sono — o ci appaiono — più semplici, al limite sprovveduti: fanno quello che dicono. Giocano allo scoperto e assomigliano ai personaggi dei loro film e telefilm: esagerati in tutto, nel male come nel bene, nell'odio come nell'amore. Il fatto è che in questi ritratti a confronto che noi europei costruiamo, quando pensiamo all'America rispetto all'Europa o all'Europa rispetto all'America, spesso ci dimentichiamo che inavvertitamente ci trasciniamo dietro un pregiudizio o meglio una speranza antica: quella di vedere un giorno un'America capace di tornare alla vecchia madre Europa come ritorna un figliai prodigo. L'immaginario europeo — soprattutto quello alimentato dagli intellettuali e dal pensiero elitario — ha sempre guardato all'America con uno sguardo di sufficienza, in attesa che il discolo americano, intraprendente e vivace, potesse un giorno tornare a comportarsi secondo i canoni del buon gusto europeo. Ma già il grande Tocqueville aveva capito — più dì un secolo fa — che questa speranza era mal riposta e che l'America sarebbe diventata, stava già diventando, un'entità culturale molto diversa rispetto alle radici europee della maggior parte dei suoi cittadini. Oggi tale diversità è più netta che mai: a causa del peso sempre maggiore che stanno assumendo sia le etnie di origine non europea nella popolazione americana sia i nuovi ceti, le nuove donne, i nuovi giovani nell'elite dirigente. Il sogno americano si è rimesso in moto, funziona di nuovo come alimentatore di energie che perseguono con determinazione l'obiettivo della crescita e dello sviluppo. Ed è appunto in relazione con il sogno americano un altro aspetto che si tende spesso a dimenticare o a guardare in forma riduttiva: il fatto che l'America è stata agli occhi dell'Europa contadina il luogo della speranza, il luogo del riscatto da una condizione di subalternità. E' questa speranza che ha alimentato le grandi correnti migratorie e che ancor oggi alimenta l'immaginario collettivo di quei cittadini d'Europa che da poco tempo si sono avvicinati al benessere economico e alla piena cittadinanza politica. Agli occhi di quest'altra Europa, quella che segue con interesse le saghe familiari o gli intrecci polizieschi della fixtion televisiva americana, la festa della libertà assomiglia New York. La pattuglia molto alle sagre paesane e alle grandi feste popolari del santo patrono: a quella mobilitazione di sacro e di profano, di cattivo gusto e di spirito pubblico che ha sempre caratterizzato le feste di popolo fin dalla più lontana antichità. Riflettendo a queste similitudini si potrà forse capire che la televisione e il denaro non hanno fatto altro che ingigantire e rendere maggiormente visibili fenomeni che hanno radici antiche nel cuore degli uomini e delle donne dei ceti subalterni, di quei ceti che emigrando in America hanno costruito una nazione nuova e che ancor oggi continuano a costruire. Giovanni Bechelloni acrobatica dell'aviazione francese

Persone citate: Achille Lauro, Madre Europa, Tocqueville