America di festa, farina, furori di Ennio Caretto

America di festa, farina, furori America di festa, farina, furori Il centenario della Statua della Libertà ha riaperto il dibattito sul grande Paese, rifugio di milioni di poveri e perseguitati - Ma anche sulle sue contraddizioni Niente sesso, siamo americani (gli ultimi censori dell'amore) Ricchi e poveri alla fiera-kolossal così il Nuovo Mondo cerca conforto // professore Aldo Carotenuto, pslcoanalista di fama europea, ha la cattedra di psicologia all'Università di Roma. Le ultime notizie che giungono dagli Stati Uniti non sono confortanti per chi vede in quell'Immenso Paese il simbolo stesso della libertà democratica. E comunque sono un nuovo segno delle sue contradizioni. L'alta Corte di Giustizia ha nuovamente deciso che alcuni atti sessuali sono punibili. Ancho due adulti consenzienti, marito e moglie, ad esemplo, potrebbero essere condannati se scoperti mentre compiono atti considerati illeciti: solo un atto mirato alla procreazione può sottrarsi all'ira dei censori. Si tratta di una modalità tipica della Chiesa cattolica per la quale, appunto, l'atto sessuale ha senso se è rivolto a generare una nuova vita. A prima vista II problema sembra semplice, ma non appena si è costretti a distinguere II lecito dall'illecito si incontrano difficoltà insuperabili perché la vita sessuale, a differenza di altre manifestazioni dell'uomo, è troppo personale e soggettiva per poter definire una norma. La legge americana sembra voler proibire la fellatio e la sodomia, non rendendosi conto del reale significato di questo espressioni. Al momento della nascita, comincia pur il bambino un periodo particolare che può essere considerato come un primo tentativo di conoscenza del mondo. Il bambino ha, fra l'altro, due strumenti importanti che sono la bocca e le mani. Il bacio, ad esempio, è la diretta conseguenza di questa indagine conoscitiva che il bambino fa prima all'interno del ventre materno, succhiandosi il pollice, e successivamente attraverso l'allattamento e la presa di contatto concreto con gli oggetti. E' difficile pensare di amare qualcuno senza l'uso della bocca. Anzi si potrebbe dire che i veri organi sessuali sono la bocca e le mani. Nelle nostre espressioni d'amore il bacio tende a incorporare il partner e non c'è zona del suo corpo che non possa essere, soggetta alla nostra bramosia orale. In partlcolàr modo i genitali assumono "grande importanza""per 11" loro significato simbolico-Nell'uomo, ad esempio, c'è un desiderio inconscio di ritorno al ventri», materno, per cui i baci che egli depone sulla vagina di una donna sono un tentativo di penetrazione all'interno di un alveo che ha rappresentato la sua origine. Si potrebbe perfino dire che là dove non c'è oralità non c'è neanche amore e che non esiste perversione, un concetto usato soltanto come un puro riferimento, ma che non ha alcuna concretezza clinica. Più complesso, ma non per questo meno comprensibile, è il problema della sodomia che, nell'accezione dei giudici americani, sta a indicare i rapporti anali non solo omosessuali ma anche eterosessuali. Allo studioso non è mai sfuggito il tatto che, quando si cominciarono a rappresentare le prime divinità o immagini femminili, particolare enfasi veniva data alle forme sessuali, specialmente al sedere. Esiste fra alcune razze umane una struttura anatomica, chiamata steatopigia, per la quale si ha un notevole accumulo di grasso sui glutei, che li rende sorprendentemente sporgenti. Darwin ha riferito di alcune popolazioni primitive nelle quali la sposa veniva prescelta in base a questa specifica caratteristica. E' stato un autore della scuola junghiana ad approfondire il problema da un punto di vista psicologico. Erich Neumann, nel suo classico studio su La Grande Madre, ha dimostrato come a questa struttura caratteristica possa essere data un'Interpretazione psicologica, che si distacca dall'esclusiva attenzione alla dimensione fisica per addentrarsi nella sfera dell'Interiorità. Molti autori considerano Impossibile che l'immagine archetipica della Dea Madre derivi da uno specifico «gusto sessuale» degli uomini; ma Neumann afferma che sussiste un rapporto complesso tra la sessualità maschile e la figura archetipica del femminile che agisce nell'Inconscio. Porre particolare attenzione al sedere deriva da rituali di fertilità appartenenti al paleolitico e anche ai popoli primitivi attuali; esso è, dunque, un. fatto non esclusivamente legato alla sessualità dell'individuo, ma ha anche un aspetto impersonale e quindi simbolico. E' ora maggiormente comprensibile Il pensiero di Neumann quando attribuisce una dipendenza delle tendenze sessuali dalle immagini arebetipiche inconsce: Il predominio dell'immagine patriarcale o matriarcale inconscia è quella che determina anche la posizione nell'atto sessuale. Per osservare questo fenomeno non è necessario riferirsi alla patologia psichica, perché anche nel comportamento sessuale ordinarlo la correlazione archetipo/oggetto sessuale è particolarmente significativa. E d'altra parte la moda femminile inconsapevolmente mette in risalto il sedere perché a modo suo ne conosce resistibile attrazione sessuale. Non dobbiamo dimenticare che nella storia dell'uomo l'attuale posizione a faccia a faccia nell'atto dell'amore è stata preceduta dalla posizione a tergo, mutuata direttamente dal mondo animale, che an¬ cora adesso è una delle varie posizioni che vengono scelte liberamente all'interno della coppia. Il rapporto anale vero e proprio appartiene alla varietà di atteggiamenti che uomini e donne hanno sempre mostrato verso la sessualità e che, se espressi con II mutuo consenso e con soddisfazione reciproca, difficilmente possono essere colpiti da norme restrittive. Nel rapporto anale c'è anche una dimensione di violenza e di aggressività, ma è stata proprio la pslcoanalisi a insegnarci come il sadismo e il masochismo, le due variabili in gioco, siano parte integrante della struttura psichica dell'uomo e che, se utilizzate nel rispetto e con il consenso dell'altro, sono del tutto legittimate ad avere il proprio spazio. Ci si- chiede allora come mai lo Stato debba intervenire su questi argomenti cosi privati e Intimi dell'individuo. Un intervento che non avrà alcun risultato pratico per quanto riguarda l'incidenza effettiva sugli individui. C'è da aspettarsi, semmai, un incremento di queste pratiche: chi Impedirà alle coppie americane che finora non abbiano provato mai interesse per la penetrazione anale, di sentire prepotente la voglia o anche solo la curiosità di sperimentare, ora che la legge si è presa la briga di mettere in rilievo la qualità anticoncezionale? Ma il problema è un altro. Mi viene in mente un altro grandissimo Paese, la Cina, che ho pure visitato e girato in lungo e in largo. Come si pone il problema sessuale in questo Paese? Va da sé che non è possibile controllare un bel niente e che gli uomini e le donne si comportano, leggi o non leggi, tutti allo stesso modo; ma d'altra parte, almeno da un punto di vista esteriore, è riconoscibile una modalità caratteristica di comportamento. Soltanto a Shangai ho potuto notare quelle che da noi si chiamano le «coppiette» appartate nei giardini e nei campi a esprimere quelle tenerezze tipiche degli innamorati, ma in altre parti della Cina questo spettàcolo era raro o inesistente.-Si pensi olia feroce « dura campagna demografica che' I ClnesljaorW'É8sfreW ansorriplèr» per far fronte alle lóro esigenze alimentari e si può capire come anche in quel Paese la sessualità venga demonizzata, sia pure per motivi diversi da quelli esistenti negli Stati Uniti. D'altra parte si deve anche pensare che non esiste una società completamente libera sul piano sessuale. Una forse esiste: mi viene in mente qualche Isola del Pacifico, in particolar modo mi riferisco all'Isola di Pasqua nella quale le mogli non sanno mai con precisione chi siano i padri dei loro figli. Ma a parte queste eccezioni, la sessualità è sempre stata regolata da leggi che In un modo o nell'altro influiscono poi sui costumi stessi dell'amore e del sesso. C'è anche da dire che le classi più ricche sono state sempre al di sopra di questi problemi, e I veri problemi sessuali, per quanto riguarda la libertà di espressione, colpiscono più spesso le classi meno abbienti. Ora gli Stati Uniti, con questo apparente ritorno di un puritanesimo che non ha comunque la possibilità di essere applicato, denunciano la permanenza di quello che può essere chiamato un atteggiamento sessuofoblco. In questo stato allora la sessualità non è più la libera e sana espressione dell'Individuo ma diventa quasi un male necessario da esplicarsi con regole e norme precise. E' ovvio che in questo discorso l'omosessualità non ha più spazio. Anni e anni di lotte per far capire che l'omosessualità è una delle tante forme della vita sessuale sembrano in apparenza buttati al vento. Dico New York. Lady Liberty dopo in apparenza perché gli Stati Uniti hanno sempre dimostrato di saper reagire con grande forza contro gli attacchi alle libertà fondamentali degli individui. Un concetto del tutto sbagliato, fa pensare che una repressione sessuale si accompagni a un maggiore sviluppo sociale e morale. E' vero che un certo tipo di pslcoanalisi ha fatto proposte analoghe, ma altri studiosi, come Wilhelm Reich, hanno contribuito con impostazioni e scoperte diverse a un modo differente di Intendere la libertà sessuale, che in generale, coincide sempre con una maggiore libertà sociale. Comunque possiamo stare tranquilli, perché l'amore e tutte le dolcezze che esso può offrirci ci permetteranno di trovare sempre un alleato per farla in barba al più severo dei legislatori. Aldo Carotenuto il restauro. A fianco due immagi DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — // sapore è sempre quello della fiera: gli ingredienti sono i baracconi, gli imbonitori, le giostre, i venditori ambulanti, i gelatai, la birra, il panino con la salciccia, la pista da ballo. E' cosi dai tempi dei pionieri quando il «circo» — una tenda con due guitti e un animale — arrivava alla frontiera, e le famiglie potevano finalmente concedersi un po' di svago; oppure quando il sindaco o il parroco organizsavano il pic-nic sull'erba, con l'aiuto di qualche negoziante e di qualche artista dilettante, per festeggiare l'anniversario della cittadina o un ni della festa: sopra il Presidente e evento nazionale. La festa americana è un colossal proporzionato naturalmente ai mezzi, che coinvolge la collettività, ed è privo di folclore perché non esprime un'etnia ma un crogiolo di razze. Il weekend del centenario della Statua della Libertà ha dimostrato fino a che punto possa arrivare la passione americana per le feste. Le celebrazioni hanno superato anche quelle, fiabesche, del bicentenario dell'Indipendenza, dieci anni fa. L'organizzatore, non a caso un regista cinematografico, David Wolper, ci ha messo de ntro tutto quello che contu ne".- cultura nazionale, che è ol la cultura la signora Reagan con Bob Hope, hollywoodiana, perché in America l'immagine prevale sulla parola scritta. Il bilancio è stato quello di un grosso film, 32 milioni di dollari, 50 miliardi di lire; la cornice è stata quella del musical, con i velieri, i fuochi d'artificio, le canzoni; i protagonisti sono stati gli attori, Frank Sinatra, e i ballerini, Barishnikov. In un poetico atto di giustizia, la sorte ha voluto che da Hollywood venisse perfino il presidente. Hanno fatto da cornice gli stand degli hamburger, le bancarelle dei souvenir. Una fiera di lusso, dunque. La festa per gli americani è un rituale confortante. E' destinata a tranquillizzarli sul sotto il ballerino Barishnikov futuro esaltando il passato. I pilgrims, i pellegrini che fondarono il Paese, ossia i dissidenti religiosi arrivati dall'Inghilterra, crearono subito la Festa del Ringraziamento di novembre, la prima del Nuovo Mondo. Presero ciò che la natura gli forniva piti generosamente — il tacchino — e lo trasformarono in un simbolo di prosperità. La festa del tacchino si celebra in famiglia: ma le chiese, il comune, le associazioni di beneficenza spalancano le porte ai diseredati per renderli partecipi del benessere generale. Di nuovo, per il Paese dell'individualismo, la festa è un motivo per mobilitare la comunità. E di nuovo, si sconfina nella fiera: negozi e grandi magazzini indicono svendite, i ristoranti fanno sconti per i cenoni, le strade si popolano di bancarelle, corrono fiumi di soldi. Prendiamo il Natale. A Natale, gli americani avvertono un bisogno improvviso di esteriorità. Non bastano l'albero in casa — il presepe è quasi sconosciuto — le visite dei parenti e degli amici. Il centro della città viene addobbato di luci e di motivi ornamentali, gli altoparlanti rovesciano sulle pubbliche piazze canzoni di stagione, lampadine rosse e gialle segnano i contorni delle case, statue in plastica di cerbiatti e nani illuminati dal di dentro popolano i giardini. Uno straniero ha l'impressione di trovarsi in un film di Walt Disney, con legioni di Babbi Natale e di angeli in libertà. E naturalmente si spende, anche senza sapere perché: dagli acquisti della vigilia ai saldi di fine stagione; si beve e si balla nei rice'vimentiin ufficio b in fabbrica, in un clima non sempre edificante, vicino a quelli dei vecchi saloon del Far West. Un'altra fiera insomma. Fin dall'inizio, la festa o la fiera negli Stati Uniti — erano la stessa cosa — hanno avuto un connotato preciso di nomadismo. William Cody (Buffalo Bill) portava la sua carovana di città in città, come fanno adesso i cantanti quali Michael Jackson o Brace Springfield. Intorno a lui sorgevano dal giorno alla noi te — e intorno al rock sorgono ancora adesso — effimeri villaggi del consumismo, dove si trovava e si trova di tutto. Nel Vecchio Mondo, l'Europa, questo fenomeno non esiste: lo spettacolo è circoscritto, la musica è solo musica, lo sport è solo sport, non si operano commistioni. L'America propone invece sensazioni molteplici, mescola gli ingredienti come fa a tavola. Vuole caos e massa. Venerdì scorso a Washington, per la festa dell'indipendenza, c'erano soltanto una banda militare e i fuochi artificiali, con 250 mila persone, la metà del consueto: alla radio, la gente ha detto di non essersi divertita. D'altronde chi altro, se non gli americani, poteva istituzionalizzare la festa con strutture come Disneyland e Disneyworld? Parchi di divertimenti del genere se ne contano a migliaia negli Stati Uniti, da Coney Island nei sobborghi di New York a Busch Gardens in Virginia, dove sbarcarono i primi inglesi. Essi sono un incrocio tra il circo e la mostra dei generi alimentari, il teatro e la spiaggia, il ring del pugilato e il ristorante. Sono soprattutto la fiera, e come tale registrano incassi strepitosi. Anni fa, quando si trovò sull'orlo del dissesto, la casa cinematografica Walt Disney si salvò grazie ai suoi luna-park. Chi vuole capire l'animo festaiolo yankee deve assolutamente visitarli, deve vedere la folla accaldata e allegra che si lascia intruppare, che resta in coda per ore e ore, che mangia e beve con la curiosità e l'eccitazione dell'infanzia. In nessun'altra nazione al mondo si verificano fenomeni del genere. La caratteristica più positiva della festa americana è la sua bonomia. Questo è un popolo pacifico, nonostante la violenza deBe sue-nietropoli, e I la crudeltà del suo credo capitalista. Se scoppiano degli incidentì, è in seguito a ubriacature. Ma sono rari: lo spirito di tolleranza dei padri fondatori si trasmette misteriósamente alla folla. L'atmosfera delle fiere è quella delle saghe paesane sema tensioni, dove tutti si rilassano, dimenticando i guai veri o presunti. Storicamente c'è stata qualche eccezione, negli Anni Sessanta ad esempio, anni di protesta: ma nell'America del riflusso reaganiano è una parentesi ormai dimenticata. Ennio Caretto