Conversioni in Europa: il richiamo dell' Islam

Conversioni in Europa: il richiamo delPIslan I Conversioni in Europa: il richiamo delPIslan I (Segue dalla 1' pagina) trinitarie, dinanzi a cui arretrò il Profeta d'Arabia). Un'altra «uscita di sicurezza» verso la fede islamica pare oggi a più d'uno di questi transfughi l'asserita (e storicamente falsa) sua soluzione del problema sociale, per cui Marx e Maometto andrebbero secondo Garaudy e altri a braccetto, e il Corano non propinerebbe più come il Vangelo l'oppio dei popoli, ma segnerebbe la vera via della uguaglianza fra i credenti, sino alla superna meta. Vi si aggiunga (e qui, per nostra culpa) la purtroppo vera inadeguatezza della realtà cristiana rispetto all'altezza del suo messaggio, nel corso della sua storia; un senso di delusione e di rivolta per un «giuro tradito», sia in campo cattolico che in protestante, con buona pace di Max Weber o proprio in grazia del suo connubio fra calvinismo e capitalismo. Da queste occidue macchiate rive, l'approdo alla «grande pace dell'Isiàm» sembra a questi neo-musulmani d'Europa l'esito migliore; né vale molto a dissuaderli la sommessa osservazione che la storia stessa della civiltà islamica, accanto ad altissime pagine di vita spirituale e culturale, presenta una uguale divaricazione fra i princìpi e la realtà; e nei prìncipi stessi l'Isiàm teologico e normativo di Muhammad riflette uno spirito di semitica, arcaica durezza, che mal regge al confronto con quello di Paolo e di Gesù. «Si je troyais en Dieu, je serais mitsulnian», ci disse un giorno un grande arabista non cristiano; ed è in effetti possibile che un monoteismo anteriore o superiore a ogni determinazione confessio¬ nale trovi nell'assoluta purezza del tawhìil islamico il più perfetto appagamento; assai più difficile ci sembra l'abbracciare la visione islamica del divino lasciandosi alle spalle i millenni dell'esperienza cristiana. Come si vede, al proposito di una obbiettiva spiegazione si mescola inevitabilmente l'apologetico giudizio di valore, la giustificazione deila nostra qualsiasi fede, individuale o collettiva. Rinunciamo ad andar oltre per quest'ardua via, ribadendo la nostra convinzione nella sincerità di molti (anche se non di tutti) i casi singoli di quelle conversioni, e insieme evocando insigni esempi, nei due campi, che ci fortificano nella fiducia verso l'umana capacità di sacrificio. Scrivendo qui di Cristianesimo e Islam ci è innanzi agli occhi l'eroica figura del Bragadin, il difensore di Famagosta. che recita il «Padre nostro» li supplizio dello scorticamer. e dall'altra sponda, la n meno eroica Figura di al-Fut yani, l'Attilio Regolo mu:' mano, tratto a morte nella V lermo normanna per l'indcn ta fedeltà alla sua gente e »i sua fede. Ma da quella sic Palermo normanna, cioè ùu mo-cristiana si leva la sagi esortazione di re Gug!ieln-.< Buono, fra i terrori di un i. remoto, ai suoi paggi c co giani sbigottiti: «Imo. ognuno il Dio che egli adoi. A distanza di secoli, gli fa « il responso sui tre anelli Nathan, il Saggio: me ognuno col suo comportali!to l'autenticità e superio. della propria gemma. Quiilluministica conclusione v.remrno suggerire ai neo-mus. mani del convegno di Rom Francesco Gabrk.

Persone citate: Arabia, Bragadin, Buono, Garaudy, Marx, Max Weber, Profeta

Luoghi citati: Europa, Palermo