Natta: Cossiga esautorato di Diego Novelli

Matta; Cossigq esautorato Il pei ritiene anticostituzionale la staffetta a Palazzo Chigi tra Craxi e De Mita Matta; Cossigq esautorato Nel comitato centrale comunista il segretario torna all'opposizione dura - Critiche alla linea ondeggiante durante la crisi - Diego Novelli: «Il partito frastornato dalle interviste contraddittorie» - Cossutta attacca Lama e Napolitano ROMA — Mette in guardia Cossiga. Attacca Craxi. Parla della de come un -partito moderato*. E non esclude le elezioni anticipate. Con una brusca impennata — ma tardiva, secondo l'ex sindaco di Torino, Diego Novelli, e l'oppositore interno di sempre. Armando Cossutta — Natta riporta il pei sulla strada dell'opposizione dura, di una «più netta e risoluta contestazione e lotta-. Chiuso il momento del dialogo, del tentativo di inserirsi nella crisi, nella relazione con la quale il segretario ha aperto ieri i lavori del comitato centrale il «governo di programma» passa in secondo piano rispetto all'alternativa. Tornano echi berlingueriani: c'è il timore di uno sbocco anticostituzionale della crisi, le critiche a un Craxi ormai prigioniero della sua stessa presidenza del Consiglio, il richiamo diretto, «da sinistro •. ai socialisti e alla de zaccagniniana. E a chi ha parlato in questi giorni di un pei -fuori dai giochi-. Natta ri¬ sponde riproponendo l'orgoglio della -diversità- comunista. A grandi linee, si ripete lo scemino che accompagnò, tre anni fa. l'insediamento di Craxi a Palazzo Chigi (ma altri, ieri a Botteghe Oscure, ricordavano i duelli «epici» di Togliatti e Nenni ai tempi del primo centro-sinistra). Ad un pentapartito che Serra le fila, inglobando ai fio interno il psì. Natta contrappone un pei -che vuol parlare e ugire a nome della sinistra-. E come Berlinguer premeva su Pertini, fino a definire il governo •pericoloso per la democrazia-. Natta, nslVimmediato, si rivolge a Cossiga: -Noi — ricorda— ci siamo oen guardati dalVesereitare pressioni di alcun genere sul Presidente della Repubblica-. Ma ora il Capo dello Stato non può -fingere di ignorare che il ministero che gli si chiede di inviare o di rinviare alle Camere non è in possesso dei requisiti costituzionali, e che il presidente del Consiglio dei ministri subentrante a prima¬ vera non verrà scelto da lui-. Nella cosiddetta -staffetta» c'è in sostanza, a giudizio del pei. una «lesione costituzionale-. Se Cossiga non interviene, rischia di apparire condizionato dal patto dei partiti di governo. Non potrà -nascondere che l'accordo pentapartitico ha investito anche la funzione e i poteri della più alta magistratura dello Stato-. Ma un giudizio così duro non può investire in blocco partiti con i quali fino a ieri s'è dialogato e resta aperto — malgrado tutto — un confronto sul futuro. Ecco quindi Natta distinguere Craxi, il suo -errore- a non prendere in considerazione il «governo di programma», -l'insuccesso del disegno del psi-, dai socialisti che al congresso dovranno scegliere «se venir meno al patto o proseguire con un'alleanza a cui la guida democristiana darebbe un significato ancor più conservatore-. Lo stesso vale per De Mita e una de «in cui prevalgono le correnti moderate- (che il pei colloca sul fronte avversario), rispetto «a un'area cattolica, democratica, e progressistalegata alla -tradizionale sinistra democristiana-, con la quale, invece. Natta vorrebbe avere «rapporti più diretti-. Insomma, viste le chiusure dei leaders, il pei torna a corteggiare le «ali» più sensibili dei partiti. E se il psi a marzo dovesse decidere per la rottura, puntando su uno scontro elettorale, sappia fin d'ora che i comunisti lo incoraggiano, e non considerano -un evento catastrofico- le elezioni anticipate. Ma non è un po' tardivo, dopo un mese di crisi, il risveglio del pei? O forse a Botteghe Oscure s'è voluto attendere la conferma definitiva che i giochi erano chiusi? Naturalmente Natta lo nega e dice con orgoglio: -In questi giochi miserandi non ci siamo fatti invischiare. Il nostro partito è un'altra cosa, abbiamo un'idea diversa della politica-. Ma ieri, nel silenzio di tutti gli uomini del vertice. due voci si son levate in comitato centrale a criticare attese e diverse proposte che nei giorni della crisi han dato il senso di un pel ondeggiante. • Come ha risposto il pei in queste settimane? — ha chiesto Diego Novelli, ex sindaco di Torino —. Le nostre organizzazioni vivono in uno stato di frastornamento, di confusione, sballottate tra una dichiarazione e un'intervista contraddittorie. Ad esempio, in quale congresso o in quale risoluzione del comitato centrale è stato deciso che non faremo mai parte di un governo in cui non siano presenti anche i socialisti? E cosa intendevano, all'opposto, le considerazioni fatte da Andreottl e certe interviste riferite a nuovi rapporti con la de?-. Al vertice del partito Novelli ha chiesto «meno titubanze-, di non accontentarsi -della farmacopea politica romana- per cercare di uscire dalle difficolta: altrimenti «c'é il rischio che il de¬ clino di cui parlano tanti nostri critici si avveri*. Cossutta è stato anche più duro. Ha attaccato personalmente Napolitano e Lama (per l'insistenza a collocare il pel in una prospettiva «occidentale») e ha accusato il vertice di aver fatto mancare durante la crisi -una direzione egemone. Da una parte c'è chi ha esasperato la tesi della indispensabilità di un rapporto col psi; dall'altra chi ha esasperato la linea opposta. La linea "ufficiale" del partito non è riuscita ad avere ragione nell'opinione pubblica e nella coscienza stessa dei compagni sulle due tendenze contrapposte. S'è determinata vn'area molto vasta di incertezza e sospetto. E conseguentemente una situazione di stasi, di inerzia quasi assoluta-. Senza cercare «scorciatoie» e senza -fughe in avanti-, è dall'opposizione, conclude Cossutta, che il pei deve cercare di cambiare equilibri e alleanze puntando sull'alternativa. Marcello Sorgi

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