L'America: grazie, ci penseremo

UAmerìcms grmxìe, €M penseremo UAmerìcms grmxìe, €M penseremo Sul disarmo la Casa Bianca attende ancora, risposte da Mosca - Quanto a Kabul, proposta «interessante» ma il ritiro dev'essere globale DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — Il commento della Casa Bianca e del Dipartimento di Stato al discorso di Gorbaciov a Vladivostok è stato estremamente guardingo. Gli Stati Uniti, hanno dichiarato i portavoce, confidano che il leader del Cremlino studierà «con attenzione e senso di responsabilità», come ha detto, la lettera sul disarmo inviatagli da Reagan. Continuano inoltre ad operare «in òase al presupposto che il vertice abbia luogo quest'anno a Washington, come convenuto a Ginevra lo scorso novembre, e che un altro si svolga a Mosca nell'87». Quanto all'Afghanistan, «Za soluzione accettabile è un sola, il sollecito e completo ritiro di tutte le truppe d'occupazione sovietiche, circa 120 mila uomini». Non è chiaro se il riserbo della diplomazia Usa sia stato dettato dal desiderio di ottenere maggiori chiarimenti da Mosca sulle intenzioni di Gorbaciov, o di proteggere i negoziati in corso a Ginevra sul trattato Salt 2 e sugli esperimenti nucleari, e a Washington tra Shultz e il sottosegretario sovietico Bessmertnykh «sull'intera gamma del contenzioso UsaUrss», vertice compreso, come hanno sottolineato i portavoce. E' chiaro però che la superpotenza non è pronta per il momento ad andare oltre un giudizio provvisorio sulla posizione del Cremlino. «L'accenno di Gorbaciov alla lettera di Reagan è quello che ci aspettavamo» hanno ribattuto 1 portavoce alle domande dei giornalisti. «L'accenno all'Afghanistan» hanno aggiunto -è interessante perché avviene alla vigilia delle trattative ginevrine dell'Onu». Sull'annuncio di Gorbaciov del ritiro di 6 mila soldati dall'Afghanistan, anzi, Casa Bianca e Dipartimento di Stato non hanno nascosto le proprie riserve. I due portavoce, Speakes e Kalb. hanno letto lo stesso commento. «Se i sovietici sono davvero inte¬ ressati a fin accordo» hanno affermato «che presentino un programma di ritiro accelerato delle low truppe al round negoziale che incomincia domani a Ginevra». «Dobbiamo notare» hanno proseguito «che ritiri analoghi a quello in causa sono stati annunciati dall'Urss in passato, ma in realtà facevano parte di un sistema di rotazione delle truppe, e non hanno portato a nessuna riduzione degli effettivi». Speakes e Kalb hanno chiesto «/atri non parole». Un giudizio più esauriente sulle scambio epistolare Reagan-Gorbaclov e sulle prospettive del disarmo, del vertice e della soluzione della crisi afghana è atteso perciò al termine della visita di Bessmertnykh a Washington. Il sottosegretario agli Esteri sovietico, che fu già consigliere d'ambasciata nella capitale americana, ha incontrato sabato il direttore degli Affari europei del Dipartimento di Stato, signora Ridgway, e ieri Shultz. E' atteso anche al Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca. Lo accompagnano l'ambasciatore Dubinin e 11 suo vice Sokolov. Dalle cariche dei funzionari che lo ricevono, Bessmertnykh sembra impegnato, oltre che nell'esame dei. principali problemi internazionali, anche nei preparativi dell'incontro tra Shultz e Shevardnadze, previsto per il prossimo settembre all'Orni, Intervistato alla televisione, Shultz ha rifiutato di dire se le varie discussioni in corso segnalino un riavvicinamento tra le superpotenze. Il capo della diplomazia Usa si è limitato a sottolineare, «fa serietà» delle aperture americane e la determinazione del presidente Reagan di sostituire a uu equilibrio nucleare basato solo sulle armi offensive un equilibrio basato anche sulle armi difensive, ossia integrato dallo scudo spaziale. Come ha indicato il leader del Cremlino, lo scudo spa¬ ziale è là palude in cui potrebbe impantanarsi il dialogo Usa-Urss. Nella lettera inviatagli venerdì, Reagan si è detto disponibile a ritardare di 5-7 anni il dispiegamento, purché Gorbaciov lo accetti in linea di principio alla scadenza di tale termine. Ha chiesto inoltre .un taglio del 50 per cento, e non solo del 35 per cento come proposto dai sovietici, delle armi strategiche, cioè dei missili balistici intercontinentali A Ginevra, i suoi delegati.hanno infine comunicato a quelli di Gorbaciov che, in tale quadro, gli Stati Uniti non possono né sospendere né abbandonare gli esperimenti atomici, e vogliono un altro-regime di autolimitazione ad interim degli armamenti in sostituzione del Salt 2. Tutto ciò potrebbe apparire al leader del Cremlino una specie di ultimatum. E' improbabile, comunque, che u dialogo tra le superpotenze si restringa. Il fatto che si sia intensificato e allargato d'estate, periodo di vacanze, è semmai un segno che sta entrando nella fase più concreta. Un segno positivo è stato un colloquio ieri alla Casa Bianca tra il Presidente e il capo dei falchi, il ministro della Difesa Welnberger. Weinberger non avrebbe chiesto di essere ricevuto se non avesse temuto che Stati Uniti e Urss incomincino a marciare nella stessa direzione. Dalla visita di Bessmertnykh, si dice a Washington, potrebbe scaturire l'annuncio della data ufficiale dell'incontro tra Shultz e Shevardnadze. A livello personale, Reagan dà l'impressione di volere più che mai il vertice e il disarmo. Ieri ha accolto trionfalmente alla Casa Bianca il pianista Horowitz reduce da una tournée nell'Urss chiamandolo «un ambasciatore di pace». E si prospetta la possibilità che sussidi le esportazioni di cereali a Mosca per aiutare l'agricoltura americaEnnio Carette