Sanzioni africane a Londra

Sanzioni africane a Londra Le propongono i ministri degli Esteri Qua, Tutu è favorevole Sanzioni africane a Londra Il vertice di Addis Abeba dominato dalla «questione apartheid» - Il ministro degli Esteri britannico Howe incontra per la Cee i leader neri moderati, ma la missione è avara di frutti ADDIS ABEBA — n presidente etiopico Menghistu ha criticato ieri duramente, nel corso del ventiduesimo vertice Oua (l'organizzazione per l'unità africana), Gran Bretagna e Stati Uniti per la loro ostilità a sanzioni contro il Sud Africa. Al lavori, cui prendono parte delegazioni dei 50 Paesi, erano presenti oltre una ventina di capi di Stato africani: «grandi assenti» 11 leader libico Gheddafi e il presidente keniota Daniel Arap Moi. I ministri degli Esteri sono andati più in là del colonnello Menghistu, chiedendo di adottare provvedimenti restrittivi contro Londra per persuaderla a boicottare Botila. I responsabili della poli¬ tica estera africana in precedenza avevano appoggiato una risoluzione che condanna Gran Bretagna, Israele, Francia, Germania occidentale e Stati Uniti per la loro cooperazione economica e militare con Pretoria. Il documento suggerisce provvedimenti nello sport, misure economiche (per esempio il divieto di scalo aereo e di sorvolo del territorio) e rottura delle relazioni diplomatiche come possibili forme di pressione, ma lascia liberi i Paesi africani di scegliere i metodi che preferiscono. n vescovo sudafricano Tutu ha dichiarato da parte sua che non si opporrebbe a sanzioni contro la Gran Bretagna se questo persuadesse il primo ministro signora Margaret Thatener a cambiare la sua politica verso Pre torta. Da segnalare che proprio in occasione di questo vertice il senegalese Abdou Diouf lascia il supremo incarico dell'Oua dopo un anno di impegno coronato da un certo successo, visto che nell'85 l'organizzazione era in preda a gravi dissensi e problemi di bilancio disastrosi, (il conflitto del Sahara occidentale aveva provocato la defezione del Marocco e dello Zaire, ma ora le contese sembrano entrate faticosamente in una fase negoziale sotto l'egida del segretario generale Onu; quanto all'economia, a Diouf va il merito di una rigorosa austerity). Successore sarà il presidente congolese Sassou Nguesso, che insieme con il leader uscente era riuscito ad organizzare un incontro tra i capi del due schieramenti in guerra nel Ciad, all'ultimo momento boicottato da Gukuni Weddey. Continua intanto in Sud Africa la difficile missione Howe. Il ministro degli Esteri inglese in missione per la Cee, reduce da un incontro con il pari grado di Pretoria •Pik» Botha. ha detto di non sapere se il governo sudafricano avrà il coraggio di assumere dolorose decisioni per avviare negoziati di pace con esponenti neri. Il capo della diplomazia britannica ha avuto un colloquio con il leader nero Enos Mabuza, capo di una Homeland, su posizioni moderate. Successivamente vedrà Mangosuthu Buinelezi, capo degli oltre sette milioni di zulù del Paese. Molti esponenti neri del movimento antl-apartheid, tra i quali Tutu, hanno rifiutato di parlare con Howe per le mancate sanzioni. Ieri i giornali inglesi dipingevano la missione del ministro nell'Africa australe come il disperato tentativo di riempire in qualche modo la settimana che andava dal primo incontro con il presidente Botha a quello che avrà luogo oggi. Secondo molti commentatori, le intenzioni erano spingere Pretoria a legittimare l'African national congress, liberare Nelson Mandela e negoziare con 1 leader neri le condizioni per la fine del predominio bianco. La tensione è sempre alta: negli incidenti delle ultime 24 ore otto neri sono morti in Sud Africa, cinque dei quali uccisi da persone di colore. A Wlndhoek (Namibia), infine, una folla di oltre 10 mila persone ha assistito, in uno stadio, alla prima riunione legale, dal 1981, dell'Organizzazione del popoli dell'Africa del Sud-Ovest (Swapo).