Parigi, l'Opera della discordia di Enrico Singer

Parigi/ l'Opera della discordia Bloccato il progetto da 500 miliardi resta una voragine in place de la Bastifle Parigi/ l'Opera della discordia L'apertura del nuovo teatro era prevista per il 14 luglio '89, ma dopo le elezioni il governo di centro-destra pare propenso a tagliare il faraonico piano di Mitterrand - Polemiche nel mondo culturale parigino - Si decide in agosto PARIGI — Doveva essere il teatro dell'opera più moderno e grande d'Europa. Due sale (una da 2700 posti e una «modulabile»), palcoscenici intercambiabili, seimila metri quadrati di laboratori per realizzare costumi e arredi, un palco per le prove identico a quello per le rappresentazioni. Tutto in Place de la Bastine, al posto di una vecchia stazione ferroviaria ormai demolita. Inaugurazione prevista il 14 luglio 1989, duecentesimo anniversario della presa della Bastiglia: una data che la Francia già si prepara a celebrare con solennità e iniziative senza precedenti. Ma sulla nuova Opera sta per cadere la scure del governo. Oggi i lavori sono bloccati: sul fianco della piazza si apre un'enorme voragine. E ancora non si sa esattamente che cosa ne verrà fuori. Forse soltanto un auditorium per l'Orchestra di Parigi, forse anche uno spazio per il balletto. Il ministro della Cultura, Francois Léotard, non ha deciso; il suo collega delle Finanze, Edouard Balladur, vuole tagliare i costi; il premier Chirac preme per ridimensionare un progetto che non è suo. Nel mondo culturale parigino c'è polemica. L'idea di costruire nella capitale un secondo teatro dell'opera, da affiancare allo storico Palais Garnìer, l'aveva avuta Mitterrand nell'82. Anzi, quello della Bastiglia è uno dei «grandi cantieri» del presidente socialista: un modo per lasciare un segno del suo passaggio all'Eliseo. Come la ristrutturazione del museo del Louvre, con la tanto contestata piramide di vetro dell'architetto cino-americano Pei che sorgerà davanti all'ingresso dell'ex pa- lazzo reale. Ma se il Grand Louvre si farà, sia pure con qualche ritardo, l'Opera Bastale è davvero in pericolo. Del resto, nel gioco della coabitazione tra presidente socialista e governo di centro-destra, è ammesso anche qualche dispetto. E dopo le elezioni del 18 marzo, che hanno ridato la maggioranza parlamentare a gollisti e liberali, in politica ce ne sono stati già tanti. Naturalmente, per Chirac il «taglio» di gran parte del faraonico piano ha ragioni economiche e di fondo. Uno studio è stato affidato a un «esperto indipendente» (Olivier Chevrillon) e il risultato, reso pubblico in questi giorni, sembra dare ragione alle perplessità del nuovo governo. Parigi ha realmente bisogno di offrire un milione di posti l'anno in un teatro dell'opera? E' giusto investire 500 miliardi (tanto costa il progetto) per »un'arte mori(ronda»? Quest'ultima considerazione ha fatto rabbrividire tutti gli amanti del bel. canto. Ma Chirac "ha già pronto un compromessi:-: la vecchia Opera di Palais Garnier sarà ristrutturata e liberata dell'attuale «servitù» degli spettacoli di balletto che passeranno alla Bastiglia alternandosi con i concerti dell'Orchestra sinfonica. Queste, almeno, sono le indiscrezioni: la decisione finale è attesa entro agosto. Ma sul fronte della politica culturale si annunciano altre battaglie. Una investe il «Teatro dell'Europa», diretto da Giorgio Strehler. La sala che ospita, da settembre a febbraio, gli spettacoli di autori e compagnie europee è l'Odèon, un teatro costruito nel 1782 tra Saint-GeimaIn e i giardini del Luxembóurg. Anche questa è una co abitazione: con la prestigiosa Comédie Francaise, che ha la sua sede «storica» vicino al Louvre, ma che adesso reclama più spazio. O meglio, più «tempo»: vorrebbe, in sostanza, mettere in scena le sue rappresentazioni all'Odèon anche durante la stagione invernale. Le trattative tra il regista italiano e il nuovo sovrintendente della Comédie Francaise, Jean Le Poulain, sono già cominciate. Ma si annunciano delicate, se è vero che l'obiettivo francese — come sembra — è quello di assumere l'intera direzione dell'Odèon lasciando a Strehler una cooproduzione, una tournée del suo Piccolo Teatro di Milano e qualche invito a compagnie straniere. Il senso del Théàtre de l'Europe (nato quattro anni fa) sarebbe sconvolto. Per la prossima stagione, comunque, tutto rimarrà come prima: i tempi sono ancora lunghi. Anche perché l'Odèon, intanto, è chiuso per restauri. Cosi la nuova e tanto attesa produzione dell'Opera da tre soldi di Brecth con Milva e Nastassia Kinski — firmata Strehler per il «Teatro dell'Europa» — sarà messa in scena al Tmp (Teatro musicale di Parigi) a partire dal 31 ottobre. Ma, da dicembre, il cartellone preparato dal regista italiano tornerà all'Odèon con uno spettacolo portoghese, una commedia di Eduardo de Filippo e tre spettacoli del Taganka di Mosca. Poi si vedrà. Enrico Singer Milva e Nastassia KinsUi per r«Opera da tre soldi» con regia di Strehler: un'altra battaglia investe proprio il «Teatro d'Europa»

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