Maxi rapina, caccia al basista

Maxi rapina/caccio al basista A Roma gli inquirenti indagano su malavita comune e terroristi Maxi rapina/caccio al basista Forse c'era una talpa all'interno della banca -1 banditi avevano la chiave delle porte blindate DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — Proseguono a ritmo serrato le indagini della polizia della capitale per individuare il «basista- che avrebbe favorito venerdì mattina il clamoroso colpo alla sede romana della Banca Nazionale dell'Agricoltura — a pochi passi da piazza Venezia — che ha fruttato ai banditi la somma di 2 miliardi e mezzo. Per tutta la giornata di ieri si sono susseguiti ininterrottamente perquisizioni e interrogatori per cercare di individuare gli autori della rapina. Per il momento non è stata del tutto abbandonata l'ipotesi che ad agire siano stati dei terroristi. Due sono comunque le piste maggiormente seguite dai funzionari della squadra mobile. Innanzitutto si cerca di risalire a tutti i dipendenti dell'istituto di credito che fino all'altro ieri avevano avuto la disponibilità delle chiavi di accesso al «caveau», e che avrebbero quindi potuto prenderne l'impronta e duplicarle facilmente. L'indagine in questi giorni sarà estesa anche agli ex dipendenti. Sin dal primo momento gli inquirenti si sono infatti convinti dell'esistenza di una «talpa* , che dall'interno della banca ha contribuito in modo determinante alla riuscita del colpo. E' apparso subito chiaro che solo la presenza sul posto di un «basista» aveva reso possibile sia l'apertura delle quattro porte blindate con chiavi false sia la neutralizzazione del sistema d'allarme che aveva ritardato l'arrivo sul posto di polizia e carabinieri. In particolare si sta accertando da quanto tempo esistevano le chiavi delle quattro porte blindate e se le serrature erano state mai cambiate — ed eventualmente da quanto tempo — e dove erano custodite giorno e notte. Attraverso questi controlli si dovrebbe risalire ad una ristretta «rosa» dì possibili sospetti. La seconda strada battuta dalla Mobile è quella dell'identikit dei quattro rapinatori. Subito dopo il colpo — erano le 9 e 40 del mattino — alcuni operai hanno visto i banditi uscire indisturbati dalla banca e chiudere tranquillamente la porta portandosi dietro i due sacchi dell'immondizia, nei quali erano stati raccolti i 2 miliardi e 300 milioni del bottino. Tutti i testimoni sinora ascoltati in Questura sono stati concordi sul fatto che i rapinatori avessero dai 30 ai 35 anni. Ma il loro riconoscimento attraverso le foto segnaletiche sarà tutt'altro che facile. Dalle indagini è inoltre emerso che venerdì mattina la telecamera posta all'esterno della banca non ha fun¬ zionato perché un'impalcatura utilizzata nel palazzo per del lavori di ristrutturazione ha impedito la ripresa. Anche questo elemento è al vaglio degli inquirenti per accertare se vi sia un nesso di causalità con la rapina. La squadra mobile sta comunque anche accertando se i banditi fossero stati preventivamente informati sul la considerevole entità del denaro disponibile nella giornata di venerdì. Proprio quella mattina la somma nel caveau era stata sostanzialmente accresciuta in previsione delle scadenze e dei pagamenti di fine mese (e in particolare gli stipendi del Comune e della Provincia di Roma nonché di varie ditte). Non destano infine preoccupazione le condizioni di Luigi Di Renzo, il dipenden te sordomuto della banca, l'unico rimasto ferito durante la rapina con un calcio di pistola alla testa.

Persone citate: Luigi Di Renzo

Luoghi citati: Roma