Firenze trova posto per i «saccopelisti»

Firenze trova posto per i «sa€copelisti» Firenze trova posto per i «sa€copelisti» Stanziati 50 milioni per aprire ai giovani Villa Favard - Il ministro Lagorio: «Attenzione a non cadere nell'apartheid» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE FIRENZE — Nel rapporto, talvolta conflittuale, con il turismo giovanile del sacco a pelo Firenze non imiterà Venezia. Forse per lo spirito di contraddizione che li contraddistingue, i fiorentini hanno scelto la bandiera della tolleranza e del buon senso contro quella del rigore e dell'ordine. -Il problema del turismo giovanile non si risolve con le ordinanze come quella fatta da Venezia — afferma il vicesindaco Michele Ventura —. Dobbiamo inve-. ce porci il problema di come rispondere alle esigenze dei saccopelisti, dobbiamo dotare la città delle necessarie attrezzature. Altrimenti si arriverebbe all'assurdo del numero chiuso per i centri storici, ma io ritengo un diritto irrinunciabile la libertà di circolazione delle persone-. Ma di strutture per il turismo povero, per ora, anche Firenze ne offre davvero poche. C'è il campeggio del viale Michelangelo, sempre stracolmo, ci sono due ostelli con un numero di posti abbastanza limitato: c'era l'area di sosta proprio per saccopelisti nel parco di Villa Favard, alla periferia della città. C'era perché quest'anno, ancora, non è stata aperta. In un primo momento sembrava addirittura destinata a restare con il cancello sbarrato perché il Comune non disponeva di una cinquantina di milioni indispensabili per fare dei lavori di manutenzione. Proprio in questi giorni i soldi sono stati trovati (forse le vicende veneziane sono servite da stimolo) e pare che nei primi giorni di agosto i saccopelisti potranno usufruirne. Si tratta di un alloggiamento molto spartano, costituito da piattaforme in legno coperte da tettole, servizi Igienici e docce. Tutto qui. Però negli anni scorsi è servita come valvola di sfogo per il fenomeno del turismo povero. Intanto la stazione di Firenze ogni notte si trasforma in un grande dormitorio all'aperto. -A Venezia non hanno inventato niente di nuovo — affermano i vigili urbani —, le ordinanze ci sono anche da noi. Non parlano esplicitamente di costumi ma di abiti che offendono il pudore, non specificano niente sui radioregistratori ma accennano a voci o strumenti che facciano rumori molesti. Il problema è che mancano i vigili per andare a svegliare e sloggiare una banda di saccopelisti senza rischiare una reazione-. Niente blitz notturni, quindi. Anche perché nessuno li invoca. -Controllare si, esagerare no — dice Remo Ciapetti. presidente dell'Ente provinciale per il turismo —. / vigili devono fare in modo che i turisti si comportino correttamente e eventualmente intervenire, ma solo quando si oltrepassa un certo limite-. D'accordo con la linea soft anche l'onorevole Elio Gabbuggiani, sindaco di Firenze dal '75 all'83, sotto la cui gestione fu ideata l'area di sosta di Villa Favard. -Si deve salvaguardare da occupazioni di fatto i punti monumentali della città — afferma —, anche per una questione di decoro cittadino. Però città come Venezia, Firenze o Roma devono porsi il problema e trovare una soluzione. Qui da noi l'esperienza di Villa Favard si muoveva proprio in questa direzione. Il fenomeno, comunque, mi sem¬ bra di interesse nazionale e non si può risolverlo né precludendo l'ingresso a questi giovani, né cacciandoli dalla città. Va bene porre dei divieti, ma occorre soprattutto mettersi in condizione di riceverli ed ospitarli-. Che il fenomeno del turista col sacco a pelo non riguardi una singola città ne è convinto anche il ministro del Turismo e Spettacolo Lelio Lagorio. -Ormai il turismo di massa impone dei sacrifici alla comunità e per questo va organizzato e regolato — afferma —, ma attenzione a non cadere nell'apartheid, la cui ombra mi sembra sia in ognuno di noi. Poi, certo, anche il caldo di questo periodo può giocare brutti scherzi: cosi improvvisamente a Rimini si scopre i diversi nei neri e negli handicappati e a Venezia i diversi diventano i saccopelisti Nel coro della tolleranza una voce controcorrente: quella del presidente dell'Unione commercianti di Firenze, Valentino Giannotti. -Imitare Venezia? Firenze avrebbe dovuto precederla in questa decisione — dichiara con tono superpolemlco —. Basta vedere la mattina il piazzale della stazione per stare dalla parte di Venezia. Giannotti è un fiume di parole difficile da arginare, sente il problema e vuole sfogarsi, ./i/meno Venezia si difende meglio — continua —, perché sull'acqua non si può dormire. Noi invece ci troviamo in ogni angolo questa schiuma turistica degna del foglio di via. Le aiuole non si possono calpestare ma si tollera che vi dorma sopra della gente che poi di giorno bivacca in .iti Calzaiuoli o sotto il loggiato degli Uffizi Francesco Matteirii

Persone citate: Elio Gabbuggiani, Giannotti, Lagorio, Lelio Lagorio, Michele Ventura, Remo Ciapetti, Valentino Giannotti