I laici corteggiano il pr

I lai€i €Oiteggiano il pr L'assemblea discute se sciogliere o no il partito I lai€i €Oiteggiano il pr Socialisti, socialdemocratici e liberali appoggiano il progetto di nuove collaborazioni Per Pannella, comunque, «non vi saranno conversioni o confluenze, dirette o indirette» DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — Martelli ha rilanciato l'ipotesi di Pannella, per una •convenzione- tra radicali e partiti laici, e anche Ciocia per i socialdemocratici e Patuelli per i liberali hanno appoggiato il progetto di istituire forme di collaborazione — attraverso riunioni a scadenza fissa tra i laici o «leghe» — che rilancino una ideologia liberal di cui il partito radicale si considera il traino. Ma a Pannella non basta. Il problema, dice, è -l'impresa radicale', ovvero le difficoltà di un partito che vende -buona merce ma in una situazione di assenza di regole di mercato-, e per questo si avvia alla chiusura. "Nel concreto, i radicali rinuncerebbero all'autoscioglimento, parola che risuona da due giorni nella sala del grande albergo romano dove si tiene l'assemblea generale degli iscritti, se la solidarietà portata qui dai laici non resterà solamente formale. Dunque i partiti laici, suggerisce Pannella, dovrebbero considerare il partito radicale -alla stregua di un bene culturale da tutelare- e quindi impegnarsi a difenderne gli spazi, per esempio in televisione, e le strutture, minacciate di chiusura per, la mancanza di fondi. Da qui la proposta rivolta agli iscritti dei partiti laici affinché prendano anche la tessera radicale, versando centocinquantamila lire (nell'obiettivo di arrivare a quadruplicare nei prossimi tre mesi il numero attuale delle iscrizioni al partito radicale). Su questo versante, a parte l'aiuto promesso da Martelli perché non chiuda Radio radicale, gli altri rappresentanti «laici» non si sono sbilan- ciati, preferendo cogliere l'aspetto più generale e politico dell'ultima «provocazione» del pr. l'ipotesi dell'autoscioglimento. e gli interrogativi sulla partitocrazia e sulla for- ma-partito che quel progetto contiene. Unanime in questo senso, ancorché un po' retorico, l'elogio della battaglia radicale contro la lottizzazione e l'oligarchismo delle segreterie. Ma è difficile dire se questi attestati pubblici segnalino sincera preoccupazione per l'eventuale scomparsa dal Parlamento del partito radicale, e volontà di evitarla, né se Pannella sia disposto a portare quell'ipotesi fino in fondo, o piuttosto la utilizzi come artificio dialettico e propulsore d'immagine per il partito. L'autoscioglimento sarebbe comunque una rifondazione, nel senso che i radicali prospettano di rientrare sulla scena inventandosi una nuova forma politica. Ma quale? Le ricette offerte dall'assemblea, che si conclude oggi, offrono spazi (convenzione o riunioni tra laici, «leghe») al protagonismo radicale ma non ne marcano la specificità. Martelli suggerisce la forma del -movimento- che sappia rompere il meccanismo di -omogeneizzazione del mass media- collaborando a -ricostruire la società della comunicazione politica-. Né Pannella si dichiara spaventato dal rischio di perdere quegli spazi tradizionali di comunicazione attribuiti ai partiti: -Sono tre anni e quattro mesi che non vado in onda in un telegiornale, quando invece si regalano tre minuti ad uno come Pandico-, uno degli accusatori di Tortora nel processo contro la Nuova camorra. Sarà comunque il congresso radicale, dal 29 ottobre al 2 novembre, a decidere se mantenere in vita il partito o piuttosto sopprimerlo: eventualità cui molti, come Spadolini, non credono. Pannella ha già annunciato che in caso di morte per -autodissoluzione- non vi saranno -conversioni o confluenze, dirette o indirette- in alcun partito; l'elettorato radicale non sarà lasciato in eredità ad altire.'formazioni .politiche..." , ■■!-■•> r,|.,n,l . Marco Pannella

Luoghi citati: Roma