Reagan non ha dubbi «Gorbaciov mi dirà sì »

Reagan non ha dubbi «Gorbaciov mi dirà sì » L'ambasciatore Usa da Shevardnadze con la lettera Reagan non ha dubbi «Gorbaciov mi dirà sì » DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — A dodici ore dall'invio della lèttera di Reagan a Gorbaciov, la Casa Bianca ha ieri espresso la convinzione che il capo del Cremlino «risponderti favorevolmente». Il Presidente, ha detto- il capo- di Gabinetto DpnaM ^gMiyj,confida^ che il-messaggio ccméibifirà Ad accelerare il disarmo». Il portavoce della Casa Bianca Speakes ha aggiunto che Reagan -mira ad eliminare, dove possibile,. le cause delle tensioni esistenti tra i nostri Paesi». Un giudizio che contrasta con le riserve sul piano americano manifestate all'ambasciatore Nitze dagli alleati europei. La Washington Post ha scritto che -l'Europa non è in totale accordo con Reagan... Ma non ha protestato per non offrire ai falchi dell'Amministrazione la possibilità di passare al contrattacco». La diversa valutazione della lettera del Presidente Usa, il cui contenuto è stato illustrato da Nitze nelle principali capitali europee, riguarda il ruolo dello «scudo spaziale* nel disarmo. Speakes ha sottolineato che gli Stati Uniti considerano 'l'energico sforzo di ricerca di una difesa contro le armi dì distruzione di massa una parte essenziale della riduzione degli armamenti». Ciò significa che Washington installerà comunque lo Scudo al termine di un periodo di transizione, probabilmente di 5-7 anni, durante il quale condurra i necessari esperimenti con armi nuclea¬ ri e laser nor. soltanto a terra, ma anche nel cosmo. I contrasti tra Stati Uniti ed Europa, tenuti sinora in secondo piano, rischiano di accentuarsi con il procedere dei negoziati. Secondo la Washington Post, gli Alleati avrebbero^ tatto presente a Nitze che Reagan dovrebbe recuperare u trattato Salt-2 sulla limitazione degli armamenti strategici, da lui abbandonato a maggio, e andare incontro alla richiesta di Gorbaciov di mettere al bando gli esperimenti nucleari Lo avrebbero inoltre sollecitato a una maggiore flessibilità sullo Scudo. Ma nei giorni scorsi, a Ginevra, gli Usa hanno comunicato al'.'Urss che ritengono il Salt-2 obsoleto, e hanno insistito affinché si adottino sistemi di verifica dei test atomici, che quindi verrebbero mantenuti. L'Urss non ha ancora fatto commenti sulla lettera di Reagan, sebbene essa sia stata oggetto ieri di una lunga riunione al Cremlino tra l'ambasciatore americano a Mosca, Hartman, e il ministro degli Esteri sovietico Shevardnadze. L'esito dell'incontro è circondato dal massimo riserbo: si sa soltanto che Hartman ha espresso la speranza che l'Urss non scateni una campagna propagandistica che accentuerebbe il dissenso all'interno della Nato, ma si impegni «in negoziati seri e riservati». Partendo per il consueto vxekend a Camp David, il Presidente ha |inaugurato una sorta di of- fensiva del sorriso nei confronti di Gorbaciov, definendolo «un uomo ynoderno», e affermando che anch'egli mira a ridurre le spese militari a vantaggio dello sviluppo tecnologico del suo Paese. Per ora appare evidente una certa disponibilità sovietica al dialogo, per quanto lungo erdftfìcue sf-{rrea^rifolci. Domani, il sottosegretario agli Esteri dell'Urss Bessmertnikh. giunto a Washington venerdì, incomincerà una serie di incontri con Shultz, con il direttore del Consiglio dì Sicurezza Nazionale Poindexter e con altri funzionari americani. Il Dipartimento di Stato ha affermato che i colloqui «toccheranno l'intero contenzioso Usa-Urss», e quindi non solo il disarmo. La visita di BessmertniKn viene vista come il prologo dei preparativi dell'incontro Shultz-Shevardnadze, in programma a New York a settembre, a margine dell'Assemblea generale dell'Orni, e dello stesso vertice tra Reagan e Gorbaciov, previsto per la fine di novembre o l'inizio di dicembre a Washington, dopo le elezioni parlamentari americane. Ma nessuno è certo che la visita porterà automaticamente a questo risultato. La stessa Casa Bianca ammette che molto, forse tutto, dipende dal giudizio che il Cremlino darà sulla lettera di Reagan. dall'atteggiamento che Mosca manterrà nei confronti dell'Europa, e dalle battute iniziali del nuovo round negoziale sul disarmo a Ginevra, sempre a settembre. Ennio Carette