Harriman, addio a un mito

Hammaiy addio a un mito Churchill, Stalin, piano Marshall, Vietnam: con lui la diplomazia Usa fece storia Hammaiy addio a un mito Miliardario e con tre matrimoni alle spalle, aveva 94 anni - Lo «scoprì» Roosevelt, ma Reagan se ne è ancora servito - Quando il dittatore sovietico gli regalò un cavallo bianco - Fece il '68 a Parigi, trattando con Hanoi NEW YORK — William Averell Harriman, forse 11 più noto diplomatico statunitense degli ultimi 40 anni (servì sotto cinque presidenti con alti incarichi), è morto nelle prime ore di Ieri. Aveva 94 anni. Sofferente da mesi, nei giorni scorsi le sue condizioni erano progressivamente peggiorate. A Parigi in pieno mese di maggio del Sessantotto apparve questo importantissimo americano, vero testimone della storia degli Stati Uniti di molli decenni, venuto a tentare di negoziare per la prima volta una pace con il Vietnam. La cosa che fece più impressione di Averell Harriman fu che era alto ed elegantissimo. Nel freddo di quella primavera indossava un morbido soprabito di kashmir scuro e un cappello a lobbia dello stesso colore, in contrasto stridente con il sobrio abbigliamento dei negoziatori vietnamiti guidali dalla signora Binh in gonna lunga. Per un momento ai reporter venne il dubbio se l'elegante e alto personaggio facesse più notizia di uno sbracato studente franco-tedesco di nome Daniel Cohn-Bendit, Dany-lemuge. Era il protagonista di quelle giornate, aveva guidato le colonne dell'università di Nanterre all'assalto della Borsa di Parigi. Diceva lui, con la tecnica delle scorrerie dell'anarchico Durruti nella guerra di Spagna. Fini che in quel mese fatidico le notizie sulle trattative vietno-americane furono molto trascurate a vantaggio dei cortei degli studenti ribelli e delle analisi sulla svolta storica che rappresentavano. Ai mandarini della sociologia come Raymond Aron ed Edgar Morin tutti chiedevano che cosa poteva significare quel maggio delle barricate e pochissimi si interessavano di andare a vedere come sarebbero finiti i negoziati segreti sul Vietnam, che peraltro sarebbero continuati a lungo. Oggi è impossibile immaginare che, in quella Parigi paralizzata dagli scioperi, ad Averell Harriman non sia capitato di passare con la sua limousine scortata dai flic motociclisti, davanti a qualcuno dei mille manifesti cartclli e stri-1 scioni che inneggiavano a Stalin. In tutta la chiassosa rivoluzione parigina lui era il solo uomo ad averlo conosciuto da vicino, ad avere esperienza di quella che definiva la ('brutale franchezza» di Stalin. Nel '45 gli aveva perfino regalato un cavallo bianco. William Averell Harriman e stato uno dei grandi americani di questo secolo, uno dei primi a occuparsi di diplomazia e rapporti internazionali con spirito di saggezza in un mon do che a poco a poco doveva abituarsi a vedere l'America come Grande Potenza Ricchissimo di famiglia per essere figlio di uno dei re delle ferrovie americane, padrone di 60 mila miglia di binari, laureato a Yale nel 1913 con un compagno che sarà segretario di Stato. Dean Acheson, ha servito con «acuta intelligenza» (disse Kennedy) e con il sc^ prannome di «Misty Billy», Billy il nebbioso per la sua aria un po' triste, sotto quattro Presidenti democratici. A Roosevelt era legato da stretta amicizia personale, Truman gli dette gli incarichi più delicati del dopoguerra, Kennedy ne fece l'ambasciatore viaggiante della sua diplomazia e Johnson lo mandò a cercare di far finire in qualche modo la tragedia del Vietnam, t'ultimo incarico lo ebbe dal repubblicano Reagan tre anni fa, quando più che novantenne andò a visitare Andropov al Cremlino per saggiare le possibilità di un incontro. Delle proprie idee di conservatore illuminato diceva: «Sono un repubblicano che ha cambialo partito». In realtà era rimasto fedele alle magiche suggestioni rooseveltiane degli Anni Trenta, quando il New Deal aveva affascinato la mi gliorc gioventù intellettuale, all'inizio di quel filone di sensibilità sociale che nella storia americana non scomparirà mai del tutto. Uomo di Roosevelt in Europa prima dell'entrata in guerra degli Stati Uniti, confidente di Churchill, inviato speciale del Presidente e poi ambasciatore a Mosca, organizzatore della grandiosa macchina del Piano Marshall e degli aiuti Erp all'Europa, fu il diplomatico americano che meglio aveva imparato le regole e lo stile della diplomazia europea. Lo stile di lavoro dei diplomatici americani ha spesso costituito un grosso problema per quelli europei. Hairiman fu mandato da Roosevelt a Londra all'inizio della guerra, proprio contando sulla sua abilità. Si trattava di riparare qualche danno arrecato da un inviato non di carriera che era un ricco uomo d'affari, niente¬ meno che il padre di John F. Kennedy, il futuro Presidente. Il vecchio Kennedy notoriamente non aveva simpatia per gli inglesi, anche se una sua simpatia per i tedeschi è stata forse esagerata. Harriman venne poi ritenuto particolarmente coinvolto in quello che è stato definito il periodo del candore americano, al tempo della stretta collaborazione con l'Unione Sovietica durante la guerra e particolarmente a Yalta, quando secondo molti fu concesso troppo a Stalin nella spartizione dell'Europa. Harriman ha sempre combattuto questa interpretazione «Lavorammo per risolvere i problemi del mondo come allora ci si presentavano, si cercò di immaginare un mondo possibile e nessu,.a spartizione fu mai negoziata, come risulta dai documenti della Conferenza ormai tutti pubblici. Ciò che avvenne dopo fu la conseguenza della presenza delle truppe sovietiche in Europa e della volontà di Stalin di imporre il dominio sovietico su quei Paesi», scrisse in un suo libro sui rapporti fra Stati Uniti e Russia e disse ripetutamente nelle interviste, quando era rimasto a lungo l'unico testimone sopravvissuto di Yalta. Chi ha visto la sua casa nel quartiere di Georgetown a Washington dice che rifletteva esattamente il personaggio di Harriman, la sua cultura e il suo gusto. Possedeva un'importante raccolta di quadri di Van Gogh, Renoir, Gauguin, Picasso. Lui immancabilmente faceva notare: «E di Sir Winston Churchill». Giocava a bridge e aveva avuto tre mogli, entrambe miliardarie come lui e due figlie. Giustamente l'America rende onore alla bella vita vissuta da Misty Billy. Franco Pierini i Mosca, 1942. Averell Harriman con il premier britannico Churchill e il leader sovietico Stalin Parigi, 1963. Il diplomatico americano, a sin., con Kruscev e il ministro degli Esteri sovietico Gromyko