Il Messico offre aiuto all'Opec
il Messico &Hre muto all'Qpee E* disposto a ridurre del 10 per cento la propria produzione di greggio il Messico &Hre muto all'Qpee Incóntro a Londra tra il ministro del petrolio del Mazo e il presidente del cartello - Abu Dhabi produrrà di meno ad agosto - La Malesia ribassa i prezzi - Da lunedì vertice dei 13 a Ginevra LONDRA — La sorte della nuova conferenza dell'Opec, che si apre lunedi a Ginevra dopo il sostanziale fallimento di quella di Brioni, potrebbe dipendere da un Paese produttore di petrolio che non fa parte del cartello: il Messico. Il ministro del Petrolio del Paese americano, Alfredo del Mazo, ha dichiarato l'altro giorno a Parigi che «il Messico è disposto a ridurre di circa ii 10 per cento la propria produzione di petrolio (che è di eira 1,5 milioni di barili il giorno) a patto che l'Opec decida misure serie e concrete-. Il ministro messicano è poi partito per Londra per incontrare il presidente dell'Opec, il nigeriano Rilwanu Lukman. Questa offerta di collaborazione proveniente da uno dei maggiori produttori fuori dall'Opec potrebbe essere decisiva per indurre i tredici componenti del cartello petrolifero a trovare finalmente un accordo sulla riduzione della quantità di greggio estratta e posta sul mercato e diminuire In tal modo la pressione sui prezzi. Lukman è ottimista; ai giornalisti che gli chiedevano se crede che i ministri del cartello raggiungeranno un ' accordo sulle nuove quote produttive ha detto: 'Lo troveremo-. Ha aggiunto che l'organizzazione petrolifera sta cercando di arrivare ad un accordo unanime ma che tuttavia un accordo di maggioranza avrebbe l'effetto di stabilizzare il mercato petrolifero. - Più pessimista di Lukman è il ministro del Kuwait, Ali Khalifa al Sabah, che ha af fermato che il prossimo in contro sarà estremamente (Ufficile, ed ha ventilato la possibilità, che 1 ministri non riescano a raggiungere un accordo sulle nuove quote produttive. Ali Khalifa al Sabah, secondo quanto riferisce l'agenzia del Kuwait, Kuna, ha spiegato la difficoltà della prossima conferenza con il rifiuto opposto da alcuni Paesi alle nuove quote produttive. 'Speriamo di poter superare questi problemi — ha aggiunto — se non a Ginevra, almeno in qualche altra occasione-. Egli ha ribadito che il suo Paese è disposto ad accantonare la sua richiesta di una quota produttiva più elevata ed ha auspicato che anche gli altri membri del cartello siano disposti a collaborare. Il ministro del petrolio degli Emirati Arabi Unito, Oteiba, ha però sostenuto, ancora ieri che la «guerra dei prezzi», capeggiata dall'Arabia Saudita, è l'unico mezzo che l'Opec ha a disposizione per riconquistare quote di mercato. Un buon segno, tuttavia, viene dall'Abu Dhabi che ha disposto durante il mese di agosto un taglio della produ- zio ne del 10%; la notizia viene dalle compagnie petrolifere le quali precisano che la riduzione dovrebbe aggirarsi sui 110 mila barili 11 giorno dato che la produzione effettiva dell'emirato è attualmente di 1,1 milioni di barili. La mossa viene collegata da alcuni funzionari delle compagnie petrolifere ai colloqui avuti la scorsa domenica dal presidente degli Emirati arabi uniti Zaid Bin Sultan al Nanayan con il ministro saudita Vanumi ed 11 ministro del Kuwait Ali Khalifa al Sabah. I ministri degli Stati confinanti avrebbero richiesto agli Emirati arabi di collaborare con l'Opec nel tentativo di raggiungere un accordo che limiti la produzione. Questa ipotesi, peraltro, sembra essere contraddetta dalle ultime dichiarazioni di Oteiba, che ha annunciato di non poter accettare per il suo Paese una quota inferiore a 1,5 milioni di barili il giorno, attuale livello di produzione, mentre nel nuovo sistema di quote proposto recentemente, corrispondente ad un tetto globale di 17,6 milioni di barili agli Emirati sarebbe assegnata una quota di 1,075 milioni di barili. Alcune fonti vicine all'Abu Dhabi affermano che la riduzione della produzione di agosto è collegata soprattutto con il timore di raggiungere un livello eccessivo di forniture ed ha poco a che fare con l'intenzione di favorire un accordo Opec. I prezzi di mercato del greggio Murban degli Emirati sono scesi infatti sotto gli 8 dollari il barile per agosto dagli 11 di giugno. Le difficoltà del mercato, d'altra parte, sono testimoniate dalla decisione della Malesia di ridurre i prezzi del suo greggio di 2,10-2,35 dollari Mana Saud Al Oteiba
Persone citate: Ali Khalifa, Brioni, Lukman, Mana Saud Al Oteiba, Rilwanu Lukman, Zaid
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