Brasile, la cura del Plano Cruzado

Brasile, la cura del Plano Cruzado Scommesse sul futuro dopo il finto miracolo: fortune e miseria nel Paese più indebitato del Terzo Mondo Brasile, la cura del Plano Cruzado Dopo un anno di dubbi e incertezze, il presidente Sarney rifiuta la dottrina del Fondo Monetario - Il 28 febbraio congela prezzi e salari, stampa una nuova moneta e deindicizza l'economia: l'inflazione scende dal 500 per cento a zero -1 detrattori dicono che si tratta di un labile strumento teorico - E nel Nordeste i colonnelli del potere agrario mantengono la loro sfida a quello centrale DAL NOSTRO INVIATO RIO DE JANEIRO — Dias Oomes è uno scrittore, anzi uno sceneggiatore di.telenovelas, il più celebre: nelle sue mani un racconto di poche righe diventa cento puntate che la sera tutti guardano alla tv col fiato sospeso, ogni giorno uguale dopo l'altro, senza fine, senza dubbi, senza pudori. Qui dicono che. alle 6 del pomeriggio, anche certi ministri non riescano a resistere alle storie di Dias Gomes e fanno accendere 11 televisore del loro ufficio. E' molto probabile che siano le favole garbate di un Paese incapace di perdere il gusto dell'allegria, ma comunque confermano quanto Gomes sappia capire e interpretare l'immaginario collettivo della sua gente. E allora forse c'è da credergli veramente quando ammette sorridendo che -il Brasile è un Paese fatto per essere vissuto, non per essere capito-. Perché la contraddizione tra uno sviluppo brillante e moderno della sua economia e una grande arretratezza di due terzi della sua società resta un'esperienza che pare fatta proprio per esser vissuta più che capita. Il Brasile ha un debito estero di 104 miliardi di dollari, è il Paese più indebitato del Terzo Mondo. Però il suo prodotto industriale lo mette all'ottavo posto, subito dopo l'Italia: e l'interscambio commerciale è addirittura il terzo tra tutti per volume d'affari. Sviluppo e miseria convivono in una geografia disperata ma affascinante. Andiamo a parlare dei miliardi di finan zlamenti statali con il direttore generale del Banco nazionale dello sviluppo (Bndes). Carlos Lessa, e lo troviamo al telefono che deve preoccuparsi della mancanza di latte sul mercato. 'Anche per noi è difficile capire-. dice pure lui, che non fa lo sce neggiatore. Quando Tancredo Neves mori lo scorso anno, e fu anche quella una lunga morte da telenovela, con un nuovo drammatico episodio ogni sera davanti agli occhi di un popolo emozionato e impaurito, il Brasile si trovava in una discreta fase di ripresa economica; ma il rilancio si trascinava un'inflazione del 500 per cento, e il Fondo Monetarlo spingeva duramente per imporre una politica di recessione, pena il mancato rinnovo delle cambiali a scadenza. Qui il «miracolo» era durato quasi 15 anni, con una politica economica che stimolava la formazione di capitale sulla base di un forte indebitamento con l'estero e di un'alta concentrazione del profitto; quando il mllagro si consuma con l'impennata del prezzi def petrolio nel '79 e poi con gli alti tassi d'interesse nell'82. il modello espansivo si rompe tra le mani dei militari. Nel suo piccolo ufficio sulla collinetta del Giardino botanico. Helio Jaguaribe dice amaro: -Uno dei problemi con i quali il Brasile si è dovuto confrontare sempre, nel suo processo di sviluppo, è che in questo Paese c'è una differenza gigantesca tra la popolazione e il mercato nazionale-. Due terzi del brasiliani, cioè 85 milioni di persone, in realtà non appartengono al mercato perché la loro capacità d'acquisto arriva a stento alla sopravvivenza. Il milagro degli anni della dittatura contava di sanare progressivamente questa frattura come sottoprodotto della sua forte crescita, la crisi consumò alla fine l'illusione; e la modernizzazione del Paese appare ora fissata, dice Jaguaribe mostrando dati, cifre, e schemi grafici, •da un orientamento che bada al consumo degli strati superiori della società e all'esportazione dei prodotti-. Il presidente Sarney perde un anno, un lunghissimo anno di incertezze, di dubbi, di legittimazione anche da guadagnarsi, prima di decidere finalmente che cosa fare dell'economia di un Paese bruciato dall'inflazione e tentato dalla ripresa. E rifiu¬ tata la dottrina del Fmi, che sollecita un piano d'austerità per 6,5 miliardi di dollari e 200 mila licenziamenti, sceglie la strada dell'eterodossia: il 28 febbraio lancia 11 Plano Cruzadó. che congela 1 prezzi e i salari, stampa una nuova moneta, deindicizza l'economia. Il primo marzo l'inflazione è a zero. Dice Maria Coincecao Tavares: «Se finisce l'inflazione, il deficit nominale del settore pubblico sparisce: e si scopre che quel deficit non è di natura fiscale ma finanziaria, causato principalmente dal debito con le banche estere-. La Maria Concercao, come qui la chiamano tutti, sorride orgogliosa, è una delle autrici del Plano Tropical e dirige nell'Università federale l'Istituto d'economia industriale. «/I Pia¬ no ha cambiato le regole del gioco della ricchezza perché taglia alla radice la speculazione finanziaria; ha separato insomma il capitale speculativo da quello industriale-. Antonio Delfim Netto non se ne mostra affatto convinto. Ex ministro delle Finanze, dell'Agricoltura e della Pianificazione al tempo dei generali, lui è stato il padre del milagro e l'inventore del modello d'espansione basato sull'Indebitamento. Messo implicitamente sotto accusa il suo modello, non si tira indietro e rovescia anzi la critica. -Bisogna capire die qui non c'è slata nessuna riforma, né ortodossa né eterodossa, proprio perché non si èriformato nulla. Si sono soltanto congelati i prezzi, e da un minuto all'altro tutti si sono convinti che il deficit era azzerato.- Ma il maquillage può solo nascondere lo stato della crisi, non cambiarla-. Delfim Netto è un finanziere molto discusso, sa bene che gli estimatori del suo lavoro sono bilanciati da almeno altrettanti detrattori. Ma dietro i grossi occhiali che gli inquadrano il faccione guarda come chi aspetta sempre una rivincita. -Ho sentito barbarità incredibili alla tv, da parte di un consigliere del ministro. Santa ignoranza. A misura che si allontana nel tempo quell'atto di fede religiosa che s'è consumato il 28 febbraio, la gente si darà conto che resta soltanto l'eroismo di un presidente della Republica e nulla più-. Delfim Nettò non ce l'ha con Sarney, anzi lo difende con qualche sospetto perfino di piaggeria; fa capire soltanto che quel pover'uomo è stato, come dire, ingannato da chi gli ha fatto leggere numeri e tabelle che non corrispondono alla realtà. Dagli anni del suo potere, che fu molto e molto usato. Netto non ha perduto peso né grinta. E neanche il piacere della polemica. Il problema del deficit pubblico mette realmente in difficoltà il governo: che al lancio del Plano Tropical lo dava come azzerato, una settimana dopo lo calcolava allo 0.5 per cento del prodotto interno, ora dice che invece sarà il 5. chissà, forse anche l'8 per cento. La realtà è che nessuno conosce davvero quanto grande sia la macchina statale e quanto denaro ingoi ogni giorno. Il pacate di misure dirette a bloccare la frenesia di acquisti che da marzo sta surriscaldando l'economia prevede tagli netti anche per gli enti statali. Intanto si studia una riforma amministrativa, e le valutazioni sulla base delle quali si muove il governo dicono che «oH'incirca, (approssimatezza ammessa ufficialmente) ci sono due milioni di «servitori federali- distribuiti in 30 mila uffici governativi e in 425 imprese statali. La confusione è tale che si sono scoperti 46 organi di livello ministeriale con una competenza consultiva nelle scelte economiche del governo, e 14 uffici di tre ministeri si fanno concorrenza per decidere sull'approvvigionamento agricolo. Il Brasile è un Paese sterminato, con una struttura federale e con il legato irrisolto di antichi intoccabili poteri locali. In un viaggio verso il Nord, qualche giorno fa. un viceministro mi diceva indicando dall'aereo la geografia del suolo: -Ecco, a questo punto finisce il potere dello Stato; qui c'è la frontiera interna e da qui in su comandano ancora i colonnelli del vecchio potere agrario-. In una terra tanto complessa e traversata da contraddizioni intense, i piccoli municipi polverosi del Nordeste e del Mato Grosso offrono al viaggiatore ottiche certo diverse da quelle di Rio o dei grattacieli di San Paolo. Il vicepresidente della superpotente Confidustria paulista. Mario Amato, dice: -La rivoluzione del '30 si caratterizzò per una profonda trasformazione nel ruolo dello Stato: a partire da quel momento il governo diventa infatti il pilota dell'economia, perdendo il suo ruolo di supplente rispetto alle forze del mercato; la rivoluzione del '64 non farà poi die intensificare ed esacerbare la filosofia dell'altra rivoluzione-. Come tutti gli industriali. Amato è evidentemente molto aspro nei confronti dello Stato-imprenditore, e ricorda con nostalgia i tempi di quando il presidènte Washington Luis dichiarava governare è aprire strade-. Forse la memoria di Amato sublima nella lontananza del ricordo la felicità di quei tempi: comunque lui ora vorrebbe -un'altra rivoluzione, come quella francese-. L'affermazione cioè di un Terzo Stato di cittadini-produttori contro l'assolutismo del potere centrale. Il suo desiderio è certo legittimo. Ma pare non tener gran conto della realtà degli 85 milioni di brasiliani che vivono ai margini del sistema produttivo, ombre d'uno sviluppo sul quale lo Stato ha poteri enormi ma anche grandi deficienze. Dice Carlos Lessa, tra una telefonata e l'altra per trovare il latte da far arrivare almeno agli ospedali e agli asili: «Qui è vero che lo Stato ha un potere enorme, perché non esiste, quanto meno non esisteva finora, una società civile die lo giudicasse e lo controllasse. Ma è anche vero che al riparo dello Stato si sono create fortune e meccanismi perversi di potere. Il Plano Tropical è uno strumento tecnico, però avvia una riforma contro queste distorsioni. E' una scommessa, vediamo se riesce-. E sospira. Ancora una volta si torna alla metafora della scommessa sul futuro, della competizione col tempo. Le incrostazioni dure che irrigidiscono molte speranze di questo Paese non bastano però a bloccare l'ottimismo inquieto del suo spirito né la certezza vitalistica che spri giona dal suo corpo immenso. La macchina industriale sta girando come non mai. a un aumento costante del 13 per cento al mese, fin troppo; il Presidente lancia allora un programma severo di conte nimento dei consumi, intanto si creano nuovi posti di lavoro, sul taxi un adesivo giallo grida -Il Piano Cruzado. io ci credo-. Mimmo Candito HA 25 ANNI IL MURO DI BERLINO Berlino Ovest. Una torta tagliata in due, un cartello di buon compleanno e vari murales: così i giovani hanno dipinto il muro che divide la città. Lo hanno fatto per ricordare quel 13 agosto del 1961 quando apparve il primo filo spinato (Telefoto Ansa)

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