Suez, 30 anni fa

Suez, 30 anni fa 26 luglio '56; Nasser nazionalizza il Canale Suez, 30 anni fa Parigi e Londra vogliono punire il «dittatore tascabile del Cairo» L'intervento, tardivo e osteggiato, fallisce - Bulganin minaccia, Eisenhower pensa alle elezioni - Churchill: non mi sarei fermato Il 26 luglio di trentanni fa l'Egitto nazionalizzò il Canale di Suez. Un avvenimento che segnò una svolta nella storia del Mediterraneo e del Medio Oriente. Pochi giorni prima, mentre si trovava a Brioni a colloquio con Tito e con Nehru, Nasser era stato informato che la Gran Bretagna e gli Stati Uniti non avrebbero finanziato la costruzione della diga di Assuan, cui egli teneva moltissimo per ragioni economiche e di prestigio. Di qui la decisione di nazionalizzare la Compagnia del Canale onde assicurarsi i proventi necessari alla realizzazione di un'impresa propagandata come più importante di quella delle Piramidi. La notizia della nazionalizzazione colse il primo ministro inglese Eden mentre partecipava ad un banchetto ufficiale in onore di note personalità del Medio Oriente, tra cui il re dell'Iraq, Feisal ed il suo stretto collaboratore Nuri es-Said. Quest'ultimo disse, alludendo a Nasser: «Dategliele, dategliele sode e dategliele subito». Il generale Nuri esSaid, che aveva combattuto al fianco del famoso Lawrence d'Arabia, aveva le sue buone ragioni per dire ciò. Era stato costretto ad abbandonare la direzione del governo, che deteneva da circa un ventennio, proprio in seguito all'ondata di »nasseris7no» che aveva invaso l'Irdq. E non ebbe neppure fortuna: lui e re Feisal vennero massacrati appena due anni dopo dai rivoltosi iracheni. Anche Eden aveva le sue buone ragioni per detestare colui che chiamava «il dittatore tascabile del Cairo». Infatti quest'ultimo, con la minaccia del terrorismo e della guerriglia, aveva indotto la Gran Bretagna a sottoscrivere nel 1954 un acJCofd&per l'evacuazione della zona del CarnrterEe~uttfme truppe inglesi si erano imbarcate appunto nel giugno del 1956, e l'avvenimento era stato solennemente celebrato al Cairo con una grande parata militare alla presenza del ministro degli Esteri sovietico Schepilov, durante la quale sfilarono le armi modernissime fornite a Nasser dall'Urss e dalla Cecoslovacchia. Causa anche questa d'irritazione per Eden, che da appena un anno aveva assunto la direzione del governo cedutagli \ da Churchill, e doveva affermare una sua personalità, distinta da quella di colui all'ombra del quale aveva sempre operato. La nazionalizzazione della Compagnia del Canale era in sé e per sé giuridicamente valida, dal momento che Nasser si era impegnato a rimborsare gli azionisti inglesi e francesi, ed a rispettare il libero uso del Canale al sensi della Convenzione del 1888. Ma aveva un inequivocabile valore politico, perché colpiva al cuore l'impero inglese, che ancora controllava quasi la metà dell'Africa, ed anche quello della Francia, tntrice della Compagnia di Suez, ed impegnata a reprimere i moti indipendentistici dell'Algeria e del Marocco. Infine costituiva una minaccia altrettanto grave per la sicurezza del neo-costituito Stato d'Israele. Si formò cosi, più o meno spontaneamente, una coalizione anglo-franco-israeliana, il cui scopo era meno quello di rioccupare la zona del Canale che di sbarazzarsi di Nasser e del -nasserismo». L'operazione d'intervento militare «Musketeer», decisa poco dopo, stentò a decollare. In primo luogo a causa dell'atteggiamento degli Stati Uniti, impegnati nella campagna per la rielezione alla presidenza di Eisenhower. Quest'ultimo intendeva presentarsi come il campione della pace, come era stato quello della guerra, mentre il suo segretario di Stato, John Foster Dulles, si era sempre pronunciato in favore dell 'anticolonialismo. Le resistenze contro la spedizione furono maggiori del previsto. L'opposizione laburista fece sapere che si sarebbe opposta all'uso della forza; a^ntehovhenon'ce^ riisse cosi deciso dalie Navi *h zioni unite. « Anche all'interno del go!verno britannico, non mancarono le opposizioni. Si dimisero, perché contrari all'uso della forza, il ministro della Difesa, Monckton ed il ministro di Stato del Foreign Office Anthony Nutting. Quest'ultimo ebbe poi il torto di rendere pubbliche le discussioni avvenute in seno al governo, e questa violazione del segreto gli troncò una promettente carriera politica. L'operazione -Musketeerebbe inizio nel pomeriggio del 29 ottobre quando i paracadutisti israeliani stm padronirono del passo di Mitla, cinquanta chilometri ad Est di Suez. Due giorni dopo, scaduto l'ultimatum a Nasser e a Ben Gurion, per una -provvisoria» occupa zione del Canale da parte delle truppe anglo-francesi, cominciò con un bombardamento aereo l'attacco di quest'ultime. Esso procedei te con una lentezza esasperante: soltanto il cinque novembre i paracadutisti inglesi e francesi vennero lan ciati su Porto Said, quando già gli israeliani avevano raggiunto tutti i loro obiettivi, e gli egiziani, ritiratisi f r ad occidente del Canale, avevano bloccato quest'ultimo con navi affondate. Quella stessa sera Bulganin inviò a Londra, Parigi e Tel Aviv le famose note in cui minacciava l'impiego dei missili. L'impressione fu enorme in tutto il mondo, al punto di far passare in seconda linea l'emozione suscitata dalla rivolta d'Ungheria. Conservo un ricordo preciso. Il 5 novembre ero a Salonicco, ospite con alcuni colleghi stranieri del generale Grunther, comandante supremo della Nato, che si era recato colà per congedarsi dai reali di Grecia, dovendo lasciare il comando per limiti di età. Ritornammo precipitosamente a Parigi in aereo, nonostante un tempo pessimo segnalato lungo tutto il percorso. Arrivammo nella capitale francese all'alba di una giornata fredda e piovosa, ricevuti all'aeroporto da un ufficiale americano, che c'informò di un possibile intervento militare sovietico. Nella tarda serata dello fsiéssb 'sei "novembre;*àèìthe annunciato che i belligeranti avevano accettato l'àfkii-M stizio sollecitato dàll'Onu. Così fini una guerra-lampo sbagliata, in un momento sbagliato e con modi e tempi sbagliati. Gli inglesi vi perdettero venti uomini, i francesi dieci. La Gran Bretagna finì con l'esaltare quel Nasser, che avrebbe voluto abbattere. Eden, sfiduciato e ammalato, abbandonò definitivamente la vita politica due mesi dopo. La Francia, che si era proposta di trovare nelle acque del Canale le chiavi della questione algerina, apri la via al colpo di Slato dei colonnelli d'Algeria, al ritorno di De Gaulle e alla fine della IV Repubblica. L'Urss, tanto pesantemente intervenuta a reprimere l'insurrezione ungherese, potè risalire la china dell'impopolarità e insediarsi d'autorità nel ' Medio Oriente. Forse solo Churchill capi che il fallimento dell'impresa era emblematico della fine di quanto ancora rimaneva dell'impero inglese. E disse: «Non so se avrei avuto il coraggio di cominciare: ma so che non avrei avuto il coraggio di fermarmi». Enrico Serra Nasser acclamato dopo la nazionalizzazione del Canale