Reagan ha risposto a Gorbaciov di Ennio Caretto

Reagan ha risposte a Gorbaciov Consegnata la lettera personale con le nuove proposte sul disarmo Reagan ha risposte a Gorbaciov Insiste sulla riduzione delle armi strategiche, ma concede un rinvio sull'installazione dello Scudo - Accolti i consigli degli alleati europei - In arrivo un inviato del Cremlino per preparare rincontro Shultz-Shevardnadze DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — II Presidente Reagan ha ieri risposto a Gorbaciov «con una lettera personale* — ha detto la Casa Bianca — formulata anche sulla base dei consigli degli alleati europei, che non delinea solo le previste nuove proposte sul disarmo, ma che ne contiene anche altre per la soluzione delle crisi regionali e dei problemi bilaterali. I portavoce hanno riferito che nella missiva, il Presidente insiste sulla riduzione delle armi strategiche e sulla installazione di uno scudo spaziale tra qualche anno. «per neutralizzare gli strumenti di distruzione di massa». -Egli spera che le sue idee contribuiscano a sostanziosi progressi nei vari negozìatU, hanno aggiunto. .// Presidente trova molto utile lo scambio epistolare con Gorbaciov, e si augura che la ricerca di una maggiore reciproca comprensione ponga fine alle tensioni esistenti tra i nostri due Paesi'. Poche ore dopo il comunicato della Casa Bianca, il Dipartimento di Stato ha annunciato l'arrivo a Washington del sottosegretario agli Esteri sovietico Biesmertnikh. per una serie di incontri, lunedi, con Shultz e con altri esponenti dell'Arnministrazione. Un breve comunicato informa che la visita di Biesmertnikh -fa parte del dialogo in corso tra le superpotenze... e verte sull'intera gamma del contenzioso UsaUrss». La presenza del sottosegretario è vista in funzione di un incontro Shultz-Shevardnadze e del vertice Reagan-Gorbaciov. In un colloquio con un gruppo di parlamentari il Presidente non vi ha fatto cenno, ma ha avuto parole di elogio per il leader del Cremlino, «un uomo moderno... interessato alla riduzione degli armamentU. e ha assicurato che gli Usa «non vogliono monopolizzare le guerre stellari né garantirsi il cosiddetto primo colpo atomieoi. Il giorno stesso dell'apertura dei colloqui tra gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica sugli esperimenti nucleari a Ginevra, la Casa Bianca ha fatto una importante precisazione sulle indiscrezioni in merito alle guerre stellari pubblicate l'altro ieri dal New York Times. Ha spiegato che nella sua lettera a Gorbaciov — che verrà spedita oggi o domani, ha detto un portavoce — il presidente Reagan si dirà si disponibile a un rinvio di 5-7 anni nel dispiegamento dello scudo spaziale, ma a patto che l'Urss accetti che il dispiegamento incominci alla scadenza di tale periodo. Il Presidente anzi indicherebbe nel '93 la data in cui procederebbe comunque all'installazione delle armi stellari. L'altro ieri, mentre le delegazioni sovietica e americana a Ginevra sì preparavano ai colloqui sugli esperimenti nucleari, il New York Times aveva dato una notizia diversa: e cioè che Reagan intendeva chiedere a Gorbaciov di accondiscendere non solo alle ricerche ma anche ai test sullo scudo spaziale nei 5-7 anni di una eventuale moratoria del suo dispiegamento. L'autorevole quotidiano aveva cosi dato l'impressione che il Presidente avesse deciso di produrre le armi e scoprire le tecnologie delle guerre stellari: ma che la loro installazio¬ ne dipendesse da successivi negoziati con l'Urss. Rettificando la notizia, la Casa Bianca ha chiarito che questi negoziati si svolgeranno invece nel periodo di 5-7 anni, perché Reagan Intende passare da un equilibrio nucleare basato sull'offesa a uno basato anche sulla difesa. Con queste precisazioni, è venuto alla luce il «grande disegno reaganiano», come lo chiama il segretario di Stato Shultz, sebbene a Mosca la Pravda, 11 quotidiano del pcus, continui ad accusare il | Presidente di «tanefare segnali contraddittori'. Gli obiettivi principali di Reagan sono questi: 1) ridurre gradualmente, sino alla loro totale eliminazione, le armi di teatro in Europa; 2) arrivare a tappe al dimezzamento delle armi strategiche (come incentivazione al sovietici, il Presidente apporterebbe gli stessi tagli percentuali agli esperimenti atomici; 3) sviluppare lo scudo spaziale in consultazione con gli alleati e coi sovietici. Quest'ultimo è il punto più delicato. Ma dato che l'Urss ha già un suo progetto di guerre stellari, Reagan ritiene che si possa discutere un passaggio parallelo a un misto di sistemi offensivi e difensivi. Questo «grande disegno» può avere riflessi cruciali sulle discussioni in corso a Ginevra sugli esperimenti nucleari e sul Salt-2, il trattato sulla limitazione delle armi strategiche. abbandonato dagli Usa. Per quanto riguarda i colloqui sul trattato Salt, l'atteggiamento dell'Amministrazione sembra altrettanto intransigente. Secondo la Washington Post, l'altro ieri, alla seconda riunione, il delegato americano, generale Ellis, avrebbe comunicato a quello sovietico che dal prossimo settembre le commissioni consultive permanenti non s'incontreranno più su questo trattato, ma solo su quello Abm contro i sistemi antimissilistici. Le commissioni hanno il compito di verificare i patti: ma la verìfica del Salt-2, avrebbe affermato Ellis, è divenuta inutile, «sia perché in passato l'Urss lo ha violato troppo sovente, sia perché esso è ormai obsoleto». Il delegato americano avrebbe cosi precluso ogni possibilità di un ritorno degli Usa al rispetto del trattato, lasciando aperta la porta solo a un accordo transitorio. Non si sa fino a che punto Reagan abbia informato gli alleati europei del suo «grande disegno» e del suoi riflessi sul Salt-2 e sugli esperimenti atomici. La sua strategia però è rischiosa. Essa contiene una concessione di fondo all'Urss: la gradualità e la reciprocità nello sviluppo dello scudo stellare, e questo è un cambiamento enorme rispetto alle posizioni iniziali, quando il Presidente sembrava voler infliggere al Cremlino un k.o. tecnologico. Da tale punto di vista, Reagan indubbiamente ha accettato i consigli della «colomba» Shultz e respinto quelli del falco Weinberger. Nel complesso, tuttavia, dopo due anni di negoziati e un vertice, gli ostacoli da sormontare per il disarmo rimangono gravi. Gorbaciov potrebbe prendere atto che un'apertura c'è: ma potrebbe attribuire più peso alle riserve europee e del Congresso, e rispondere .nieu. Ennio Caretto