Auschwitz, il convento può restare di Marco Tosatti

Aus€frwitz, il convento può restare Il caso diplomatico-religioso per la presenza di suore carmelitane nell'ex Lager Aus€frwitz, il convento può restare L'intesa, che prevede alcune restrizioni, è stata raggiunta in un vertice segreto tra cattolici ed ebrei, a Ginevra CITTA' DEL VATICANO - Un vertice segreto in una villa fuori Ginevra presenti Q^àttM>éardinaIi e i maggiori! rappresentanti dell'ebraismo europeo, il 22 luglio: ne è nata una dichiarazione congiunta e l'inizio di soluzione di un problema che rischiava di avvelenare di nuovo i rapporti fra mondo cattolico e israelitico, a dispetto della visita del Papa alla Sinagoga di Roma. Il problema è un convento che una decina di suore carmelitane, con l'accordo delle autorità polacche, hanno creato nel perimetro del lager di Auschwitz, nell'edificio detto del «Vecchio Teatro». Il «Carmelo, sul luogo dell'Olocausto vive da quasi due anni: due anni segnati dalle reazioni negative del mondo ebraico, sia in Europa, sia negli Stati Uniti, sia in Israele. La fondazione di un convento nel perimetro del tagrer è parsa a molti israeliti un gesto di appropriazione confessionale di un luogo-simbo¬ lo: un memento dedicato all'amanita intera e" alla storia dell'ebraismo in particolare. -Non abbiantov mai z*>tùto, come ci offrivano, costruire un oratorio là — dice Tullia Zevi. presidente dell'Unione delle comunità israelitiche italiane —. Era notte e silenzio su di noi, quando ad Auschwitz si consumava il nostro olocausto. Rimanga un simbolo di silenzio per chi è morto laggiU-. Altri elementi rendevano, e rendono, più irritante alla sensibilità del mondo ebraico il «Carmelo, di Auschwitz. Il fatto che fra i principali promotori della raccolta di fondi in Belgio vi sia un gruppo cattolico di ultradestra, con venature di antisemitismo pre-conciliare, in singolare concordanza con la giunta marxista di Jaruzelski. O la dedica, più o meno esplicita, del convento a Edith Stein, una carmelitana convertitasi dall'ebraismo al cattolicesimo. Edith Stein avrebbe espresso il desiderio, nelle sue ultime volontà, di «espiane;- l'infedeltà della gente ebrea,'e perché Gesù sìa accettalo'dal sùopopòio*,. Si è sviluppata allora un'iniziativa diplomatica ad ampio raggio, da parte dei responsabili delle comunità europee. E' stata chiesta anche un'udienza a Giovanni Paolo n, ma quando è stato specificato l'argomento del colloquio, 11 Vaticano ha risposto: è un problema di competenza del card. Macharski, nella cui diocesi (Cracovia) si trova Auschwitz. Qualche giorno più tardi pei il Segretario di Stato card. Agostino Casaroli ha ricevuto Tullia Zevi. E contemporaneamente venivano «sensibilizzati, al problema cardinali e presuli di tutta Europa. Cosi il 22 luglio, nella quiete di un villa privata fuori Ginevra, di fronte a una cena rigorosamente kasher (secondo le prescrizioni israelitiche), si sono trovati quattro cardinali: Macharski; Jean Marie Lustiger, arcivescovo di Pari¬ gi, di origine ebreo-polacca; Albert de Courfày, di Iàbne; è Golf ricci Danne els, di Bruxelles. Attorno- al tavóìcvàssieme a loro, il presidente dell'Alleanza israelitica universale. Ady Steg; il rabbino capo di Francia, René Sirat; e tre presidenti nazionali di comunità: Theo Klein (Francia), Markus Pardes (Belgio) e Tullia Zevi Atalia). Risultato: una dichiarazione solenne, e un sostanziale blocco ai progetti di ingrandimento del «Carmelo.. Nulla verrà cambiato nell'attuale assetto dell'edificio, non vi saranno segni esteriori a indicare la presenza delle suore nel vecchio edificio. Da parte ebraica ci si attende perciò che vengano tolti gli stendardi posti sul muro di cinta, e la grande statua bianca della Madonna posta all'ingresso Inoltre il salone centrale del Teatro — In cui era prevista la costruzione di una cappella — resterà inutilizzato e mantenuto nello stato anteriore all'arrivo delle suore carmelitane, -sottolineando, tntai -mòdo*-:. dt&W&k&u-;, nicato — il carattere prpvv\-_ sorto-- dell'insediaménto*. Il salone centrale era usato come magazzino per il Zlklon-B, il gas usato nel campo di sterminio. La dichiarazione sottoscritta dai partecipanti alla cena di Ginevra — poche righe — riporta vivido alla memoria il dramma dello sterminio. -I luoghi isolati di Auschwitz e Birkenau sono riconosciuti oggi come i luoghi simbolici della soluzione finale in nome della quale i nazisti hanno proceduto allo sterminio di sei milioni di ebrei, di cui un milione e mezzo bambini, solo perché erano ebrei. Sono morti nell abbandono e nell'indifferenza del mondo. Raccogliamoci nella memoria dello sterminio e nel silenzio del nostro cuore-. La preghiera deve levarsi dalle «labbra mute* nel ricordo di tutti gli uccisi: ebrei, polacchi, zigani, prigionieri di guerra russi. Marco Tosatti