Chiari, Critico graffiante

Chiari, Critico graffiente Chiari, Critico graffiente TORINO — Walter Chiari arriva alla conferenza stampa dello Stabile: un po' in ritardo (ma solo un po'), abbronzato, capelli argentei e ribelli. Si siede sulla sedia dell'assessore alla cultura Marzano, ascolta Gregoretti. ascolta Masolino D'Amico, annuisce, poi parla lui. E minaccia: 'Hanno già detto tutto gli altri, non preoccupatevi, parlerò- soltanto un 'oretta...-. Spiega perché ha accettato di fare II critico, nonostante in questa stagione fosse già impegnato con il Teatro regionale toscano nel Finale di partita di BecUett. accanto a Renato Rascel. Spiega e la prende alla lontana: «Sqn contento di tornare a Torino, la città dove cominciai a lavorare ragazzo, nel 1942, col varietà. Son contento di tornare al teatro: lavorare nel teatro è l'unica cosa sicuramente giusta che ho fatto nella vita-. Fa dotti riferimenti alla drammaturgia inglese: anche se D'Amico, accanto a lui. ogni tanto lo rimbecca sorridendo: -Questo è successo trentanni prima, questo trentanni dopo-. Ma Chiarì non si scompone: -Bravo, grazie, tu aggiungimi sempre i soliti trentanni...». Parla della commedia di Sheridan: -Mi piace perché critica dall'interno il becero mondo teatrale dell'epoca, amo il mio personaggio perché è vivo, graf/iante, comico davvero: sono sicuro die coinvolgerà moltissimo il pubblico-. E conclude con un suo aforisma sul teatro: ■£' /'unica espressione di vita che vi frega onestamente-. Masolino D'Amico, il traduttore del Critico, ricorda che la commedia fu un gran¬ de successo di Laurence Olivier. Come mai. si chiede, in Italia non è mai stata rappresentata? Forse perché troppo locale, un centone di pettegolezzi teatrali per giunta datati? D'Amico crede di no. «Se un'opera dell'ingegno tocca profondamente le persone di un'epoca qualunque, allora vuol dire che è eterna. E se è .eterna, si può riproporre sempre. Il critico, poii è un persuasore occulto.. Anche Giancarlo Cobelli spiega la sua scelta del Matrimonio di Figaro: -Dopo tanti morti ammazzati in scena, mi va proprio bene un'opera come questa. E'provocatoria, che scandalo suscitò nel 700... Molti vi lesseio gli anticipi della rivoluzione. Io però non metterò in evidenza gli aspetti politici dell'opera: voglio scatenare la comicità del testo». al. co.

Luoghi citati: Italia, Torino