Fiume di veleni dalla discarica

Fiume di veleni dulia dfecnwii Ancora polemiche per la montagna di rifiuti di via Germagnano Fiume di veleni dulia dfecnwii Cromo, pesticidi e diserbanti inquinano la Stura, che scorre a fianco dell'enorme deposito - Un progettò per deviare le falde che erodono alla base il cumulo di immondizie - Ogni abitante ne produce in media 260 chilogrammi Tanno - Dimessi i responsabili del Consorzio Torino Nord Dopo lettere e proteste, nei giorni scorsi è scoppiata la guerra per i rifiuti. L'hanno dichiarata il presidente e il consiglio direttivo del Consorzio Torino Nord contro l'amministrazione comunale, rinunciando all'incarico. Spiega fi presidente Di Nardo: -Il nostro ente è stato costituito nel '78 con legge regionale per costruire e gestire una discarica controllata in zona Basse di Stura. Vi hanno aderito, oltre a Torino capoluogo, Borgaro. Caselle. Léinl, Lombardore, San Mauro, Settimo, Venarla-. In seguito, hanno utilizzato la discarica, in periodi saltuari, anche Moncallerl. Brandlzzo. Gassino e Beinasco. Ogni anno il cumulo di rifiuti urbani • aumenta, in media, di 260 chilogrammi per abitante.' '■ . '.~"."ITT Prosegue Di Nardo: -Ci siamo subito resi conto che Torino avrebbe tentato di fare la parte 'del leone, come in effetti è accaduto. Il suo comportamento è stato sempre in aperto contrasto con lo statuto del Consorzio, ha fatto progettare- e costruire all'Amrr le nuove vasche di raccolta e ha imposto agli altri il prezzo per usufruirne, 16.500 lire per tonnellata-. Questo non è che un aspetto del problema. In effetti, i responsabili .del Consorzio sono in aperto contrasn con Comune e Azienda raccolta rifiuti perché «sono caduti nel vuoto- tutti gli appelli per rendere più sicure le vasche controllate e quelli, assai più pressanti, di bonificare Ir. vecchia discarica, che ha un fondo non impermeabilizzato. Si tratta di un terreno di 28 ettari, utilizzato come de¬ posito di immondizie per la prima volta più di 30 anni fa. Afferma il prof. Civita, docente di Geologia applicata al Politecnico e responsabile nazionale della Protezione civile per quanto riguarda l'inquinamento delle falde idriche: -La situazione idrogeologica è spaventosa, perché si tratta di un terreno permea¬ bile compreso tra due fiumi, a due passi dal centro di una grande città. Inoltre, in quel cumulo che s'innalza per 30 mètri sopra il livello della campagna circostante, in passato sono stati interrati scarti di lavorazioni farmaceutiche e industriali in genere. Produce, insomma, un tasso di inquinamento altissimo-. Tra i nomi di sostanze tossiche liberate dall'acqua: cromo e altri metalli pesanti, pesticidi, diserbanti. Il consorzio ritiene impossibile differire ancora l'intervento. -Si deve impedire alla falda che alimenta la Stura di impregnarsi di veleno e di riversarlo nel Po; è anche necessario attenuare la pressione provocata dall'innalzamento della falda acquifera contro i teli in plastica delle altre discariche, che rischiano di spaccarsi-. Il consorzio Torino Nord ha affidato lo studio di un progetto per la tutela dell'ambiente allo stesso prof. Civita e al prof. Mario Quaglia, il lavoro è stato presentato nel màggio scorso. Ancora Di Nardo: -Il Comune di Torino lo ha semplicemente ignorato-. Aggiunge il prof. Civita: -Abbiamo tenuto conto dell'impatto ambientale, previsto l'abbassamento della falda acquifera con il conseguente guadagno di spazio per altri milioni di tonnellate di rifiuto. E' il primo esempio in Italia, forse in Europa, di progetto integrato-. Conclude il presidente Di Nardo: -Il costo è di circa 11 miliardi, ma è possibile usufruire dei finanziamenti del Fio. Purtroppo, l'immobilismo di Torino blocca ogni speranza-. c. nov. Alle Basse di Stura continua a crescere la collina di rifiuti all'aperto con possibili veleni

Persone citate: Civita, Di Nardo, Mario Quaglia