«Sconto» per Tortora di Giuseppe Zaccaria

«Sconto» per Tortora Il pg ha confermato le accuse e chiesto sei anni «Sconto» per Tortora Lo show-man era stato condannato a dieci anni nel primo processo - «Pandico, i coniugi Margotti e Gianni il bello meritano credito» - Oggi gli interventi dei difensori NAPOLI — Secondo l'accusa Enzo Tortora, esattamente come Franco Califano, fu spacciatore di droga e uomo della camorra, nella posizione di chi non conosceva riti e «fidelizzazloni», bensì la forza del danaro. Il p.g. Armando Olivares ha esaurito in quattro ore ieri la seconda parte della requisitoria, e adesso due uomini in apparenza lontani anni-luce si trovano accomunati nell'identica richiesta di condanna: sei anni di carcere, trenta milioni di multa ciascuno. Per Tortora sarebbe uno «sconto» rispetto ai dieci anni del primo processo, per Califano un peggioramento (era stato ritenuto spacciatore, non camorrista, e punito con quattro anni e mezzo). Il simbolo un po' appannato del perbenismo e l'uomo, neanche più tanto torbido, che ha consumato la vita nei night sembrano incontrarsi In un lontano passato, si appiattiscono su un ruolo comune. "Uno a Milano, taltro a Roma — dice il p.g. — spacciarono droga per conto di Cutolo, entrambi vinsero un momento di cui poi ci si pente, e si avverte il peso. La differenza è una sola: lo showman ha scatenato politici e partiti in un attacco alla magistratura che non ha avuto precedenti. Non so cosa ci sia stato dietro — dice Olivares — non so se Vuomo fosse condizionato o ricattato. So che avrebbe fatto meglio non dico a pentirsi ma a confessare quel che ha fatto: questo, sì, sarebbe stato un esempio di fiducia nella giustìzia*. La tesi dell'accusa è in gran parte quella che s'era previ- sta, da oggi gli interventi dei difensori apriranno la discussione. E da discutere sembra proprio ci sarà. Quello del dottor Olivares non è stato né un intervento ad effetto, basato tutto su colori e toni, né la fredda analisi di chi accusando ricostruisce un •puzzle». Piuttosto, una requisitoria criptica, ampia nei commenti e stringatissima nell'analisi degli indizi, anche quelli a sfavore degli imputati. Le ritrattazioni dei vari «pentiti»? A giudizio del dottor Olivares sono soltanto il frutto di «un accordo a tavolino'. «A molti, è stato fatto credere che scagionando Tortora avrebbero gettato discredito su altri dissociati e poi, nella nuova veste di politico, Tortora stesso avrebbe fatto molto per migliorare le condizioni di vita nelle carceri». D'Amico, D'Agostino, Incarnato. Scotti, Catapano, Puca, Sganzerla, Vallanzasca quando ritrattano, o parlano solo per dire che Tortora è innocente, a giudizio del procuratore non meritano credito. In definitiva, «tutti i pentiti hanno parlato perché si aspettavano vantaggi che poi non hanno ottenuto: delinquenti erano, e tali sono rimasti: Valutando però caso per caso, merita di esser creduto Pandico («un po' paranoico, certo, ma come forse lo siamo tutti...') quando dice che.a parlargli di Tortora fu Cutolo in persona; vanno ascoltati i coniugi Marguttl quando raccontano dello scambio di droga ad «Antenna 3» («Lui è il personaggio che sappiamo, ma è stato picchiato, e chissà, forse anche pagato perché ritrattasse'); merita soprattutto credito Giovanni Melluso. .Gianni il bello., dice il p.g., accusando Califano e Tortora si autoaccusa. «Se avesse preparato tutto, avrebbe avuto anche il tempo di precisare circostanze e date, invece di fornire indicazioni vaghe*. Era certamente uomo di Turatello; la foto, mal ritrovata, che lo ritraeva con Tortora, probabilmente c'era davvero. E poi che dire della lettera, mai spedita, ritrovata in carcere ad Alfredo Guarnieri, quella che al presentatore ricordava .slamo tutti figli dello stesso Padre...»? Secondo il dottor Olivares soffermarsi sul dettagli, sulle contraddizioni è insomma inutile: «Per i dubbi non c'è spazio: per assolvere Califano o Tortora voi dovete liquidare Melluso, dire perché avrebbe dovuto mentire su tanti dettagli.. Fino all'ultimo, ha aggiunto il p.g.. il dubbio sulla responsabilità di Tortora anche per l'adesione alla «Nco» è stato forte («Su Califano no: per lui le prove sono anche più convincenti....). Poi le ultime sentenze della Cassazione hanno dissolto ogni Incertezza: aderente ai gruppi a sfondo mafioso non è solo chi vi fa parte a pieno titolo, ma anche chi, in qualsiasi modo, partecipi ai suoi progetti. Tortora ha diritto solo alle attenuanti, e non per riguardo alla sua vecchia immagine: piuttosto, è «una vittima della politica'. E poi, ha avuto il buon gusto di rinunciare all'immunità. Il resto è consistito in un sommario esame delle tante posizioni «minori». Le cifre dicono che per 118 imputati (di cui 20 assolti) Olivares ha chiesto la conferma della pena, per 31 la condanna fino a 3 anni e mezzo, per 14 (fra cui Tortora) una riduzione, e poi cinque derubricazioni, un non luogo a procedere, tredici casi in cui l'appello non sarebbe ammissibile. I nuovi assolti dovrebbero essere otto: tutti personaggi minori, accusati senza riscontri da un solo pentito. Olivares aveva già terminato quest'elenco quando un difensore, Dario Russo, gli ha chiesto di esaminare anche la posizione di un certo Giovanni Malandrino. Per qualche minuto nell'aula si sono vissuti momenti d'incertezza: il p.g. non trovava quel nome tra 1 fogli, Anche lui era accusato da un «pentito» solo? Olivares ha tagliato la testa al toro: mVabbé, facciamo assoluzione anche per lui, e non se ne parla più Giuseppe Zaccaria Enzo Tortora

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