Una barca fatta per l'Atlantico»

Un» barca latta per l'Atlanti*©» ertone Sia I cantieri di Cividino respingono le accuse di un varo troppo affrettato Un» barca latta per l'Atlanti*©» ertone Sia DAL NOSTRO INVIATO CIVIDINO (Bergamo) — Franco Ziliani, titolare della «Berlucchi» e presidente dei cantieri «Eurosebina Boats» che ha sede qui, accanto al lago d'Iseo, il giorno del varo della «Berlucchi Champenois d'Italia» era stato ottimista fino all'eccesso: -Per affacciarci al mondo delle regate oceaniche abbiamo puntato in alto...». Adesso, con Beppe Panada e Roberto Kramar dispersi, con la barca ritrovata galleggiante e ribaltata, lascia che a parlare sia la figlia Cristina. E smentisce chi critica la barca, il progetto, la costruzione e la sponsorizzazione. -Dicono che non era una barca da oceano, ma solo da Mediterraneo? — osserva Cristina Ziliani, che si divide tra le relazioni pubbliche della «Berlucchi» e quelle della «Eurosebina» —. E perché non lo era? Il progetto di Mino Simeone è stato eseguito come Dio comanda, Beppe Panada ha apportato tutte gli aggiustamenti che voleva 0 su suo consiglio sono stati puntualmente eseguiti. La barca poi, in rotta di avvicinamento da Rapallo (a Londra, ha avuto un buon collaudo. E Panada, lo skipper, ha deciso di partire. Una barca fatta per lui, e quasi fatta da lui... Panada — hanno cor brinato al cantiere, 22 mila metri quadri di area, tecnologia d'avanguardia — aveva seguito la realizzazione del progetto (di Mino Simeone, docente di teoria della nave all'Università di Napoli), costato quasi un miliardo, dall'inizio alla fine. Aveva provveduto all'installazione della radio di bordo. Da Rapallo a Lisbona, appena dopo il varo del 10 maggio, la radio si era guastata. Arrivati in Inghilterra, il 30 maggio, si era fatto raggiungere dai .tecnici della «Eurosebina»-e aveva poi sostituite tutto l'impianto elettrico. La barca, secondo la scheda dei cantieri «Eurosebina», aveva tutte le caratteristiche tecniche per affrontare l'oceano. E tutte le misure di sicurezza adatte alle difficoltà di citi affronta una regata transoceanica. Materiale kevlar, fibra di carbonio. Termanto, epossidica. Lunghezza 18,20 metri. Larghezza 4.88. Pescaggio 3 metri Dislocamento 19,7 tonn.. superficie velica: randa 74. genova 120, spi 288. .Attrezzatura di radionavigazione completissima (seguono le caratteristiche). Skipper.—conclude — Beppe Panada, coskipper Roberto Kramar. Un 18 metri — dicono qui, ai cantieri di Cividino — pronto ad affrontare l'oceano; progettato, su consiglio di Panada, per la regata da Plymouth a Newport e per uri giro del mondo, sempre sponsorizzato dalla «Berlucchi» nel 1989 con partenza sempre da Plymouth. Il capolavoro della cantieristica del lago d'Iseo. Dotato anche di quel congegno che segnala l'affondamento, o il ribaltamento, con un segnale al satellite per 50 ore anche se l'imbarcazione è andata a fondo. Segnale al satellite che, ih questo caso, non avrebbe comunque funzionato. Barca messa in mare — di più: messa in oceano — troppo in fretta? Senza doverosi collaudi, senza prove, senza esperienza di navigazione difficile? Un'impresa affrettata? Franco Ziliani, il giorno del varo, si era presentato ai giornalisti con un testo scritto e letto: -Il primo avversario da battere è stato il tempo. Progettare, realizzare, armare e collaudare in soli quattro mesi il più grande Ocean Racer costruito in Italia non è stato facile. Il prossimo avversario sarà l'oceano, non per navigare in compa¬ gnia di altre barche, ma per arrivare primi». Franco Ziliani, quel giorno, il giorno della presentazione dell'impresa, aveva aggiunto un'altra considerazione: -Oli inglesi dicono che chiunque arrivi dall'altra parte è un vincitore: considerando il pedaggio che si paga in naufragi in ogni regata transoceanica non si fa fatica a crederlo». E ancora: «JVon ci siamo iscritti per navigare con altre barelle, ma per cercare di arrivare tra i primi». Conclusione, prima del varo: -Li attenderemo a Neivport dopo la traversata con i calici alzati». La barca, la sponsorizzata «Berlucchi», cosi come ha voluto Beppe Panada ha preso il largo da Plymouth. Con qualche problema dopo la traversata da Rapallo a Lisbona. Con qualche problema in piti dopo la Lisbona-Inghilterra. Kramar, dicono gli amici suoi e della famiglia, chi lo ha sentito prima della partenza da Plymouth per la transoceanica non si sentiva molto sicuro. Lui, ■ Roberto Kramar, che ne ha viste e passate parecchie, non • si sentiva al sicuro, non voleva partire — lui sempre cosi ignaro del rischio — e l'avrebbe ammesso con una persona amica: -Ho paura...». g.c.