«Boicottate Rabat»

a Boicottate Rabat» a Boicottate Rabat» L'appello siriano agli arabi - Il fronte dei no è spezzato: giordani prudenti, silenzi dal Golfo, sì egiziano Secondo giorno di sconcerto e di aspre invettive dal mondo arabo alla clamorosa iniziativa del re del Marocco. Non è un fronte unanime, poiché all'lncoraggiomento egiziano, seguono i silenzi di alcuni Paesi arabi moderati, come Arabia Saudita. La Siria guida 11 fronte dell'intransigenza. In Israele si sottolinea come non ci si trovi più di fronte a un ineluttabile, monolitico rifiuto del mondo arabo, ma che le posizioni vanno dalla prudenza giordana alle timide aperture di alcuni Paesi del Golfo, all'approvazione Incondizionata dell'Egitto. • DAMASCO VUOLE IL BOICOTTAGGIO — La Siria ha chiesto ieri a tutti 1 Paesi arabi di unirsi al suo boicottaggio del Marocco in seguito all'incontro PeresHassan. Martedì sera, il presidente Assad ha avuto un colloquio telefonico con 11 leader Ubico Gheddafi per discutere della decisione siriana di rompere le relazioni diplomatiche con il Marocco. Il quotidiano Ai Baath, organo del partito Boatti, al potere in Siria, ha invitato le masse arabe «ad affrontare il complotto di re Hassan» e il semiufficiale Al Thawra ha affermato che l'incontro di Ifrane è «una spada piantata nel cuore arabo». • L'OLP VUOLE UN VERTICE ARABO — Il Comitato Centrale di Al Fatah ha condannato senza appello il summit israelo-marocchino ed ha chiesto alla 'Nazione araba e ai Paesi fratelli di opporsi a questa violazione del consenso arabo ed internazionale», In un comunicato emesso a Tunisi al termine della riunione del suo Comitato centrale. Al Fatati, la principale componente dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina, «invito il Comitato Esecutivo dell'Olp a chiedere d'urgenza che si tenga un vertice arabo per far fronte a questa situa¬ zione». La direzione di Al Fatah ribadisce inoltre che «una soluzione globale e giusta (del conflitto israelo-palestinese) deve essere trovata nel quadro di una Conferenza internazionale sótto l'egida dell'Onu».. # PRUDENZA DEI GIORDANI — Prudente il primo ministro giordano Zeid Rifai il quale ha affermato ieri che l'incontro tra re Hassan e il primo ministro israeliano non fa parte di una nuova iniziativa di pace americana per il Medio Oriente. «JVon c'è nessuna iniziativa americana, quando re Hussein è andato a Washington non ha avuto nessuna nuova idea da proporgli», ha detto Rifai in una intervista alla agenzia di stampa del Golfo. -Sono una sorpresa per tutti noi», ha concluso Rifai, ed ha aggiunto di non immaginare «cosa potrà uscirne fuori». • PAKISTAN: NON CI SARA' PACE — U Pakistan si è unito al coro delle condanne contro il Marocco. L' agenzia ufficiale App, In un dispaccio da Washington dove si trova in visita 11 primo ministro Junejo, cita un portavoce del governo secondo li quale 'il Pakistan non può che deplorare questo fatto». Secondo il funzionario «non ci può essere pace durevole in Medio Oriènte finché non sarà stata resa giustizia al popolo palestinese». • PER LO YEMEN E' UNA SFIDA — Lo Yemen del Sud ha condannato senza riserve l'incontro marocchino. In un comunicato, l'iniziativa è definita -atto di tradimento nazionale e sfida pericolosa alla Nazione araba» e si afferma che si tratta di una 'Violazione- dello statuto della Lega Araba e delle risoluzioni dei vertici arabi. • «SADAT AVEVA VISTO GIUSTO. — Riprendendo i concetti espressi mercoledì dal presidente Mubarak, la stampa governativa egiziana ha approvato ieri il contatto Peres-Hassan ed auspica che esso possa portare al rilancio del processo di pace nel Medio Oriente. 'Anche se non dovesse aver successo, questa iniziativa non sarà senza dubbio dannosa», scrive Al Akhbar, auspicando che i •fratelli arabi» non ripetano l'errore commesso al vertice di Baghdad, quando condannarono senza appello il viaggio di Sadat a Gerusalemme. 'Il tempo ha dimostrato infatti il fondamento della posizione egiziana e la lungimiranza dello scomparso presidente, che è riuscito a recuperare il Sinai mentre il Golan siriano e la Cisgiordania restano sempre sotto l'occupa' zione israeliana», aggiunge il giornale.